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CASO JAMBO. Condanna definitiva e carcere per l’imprenditore Gaetano Balivo e per l’ex vigile urbano Vincenzo Picone. Continuano a “ballare” le sentenze sul pentito (?) ed ex politico Luigi Cassandra

3 Giugno 2023 - 10:53

Si chiude dopo 8 anni un rito abbreviato che, francamente, questo aggettivo se lo potrebbero anche risparmiare. Ad allungare i tempi lo stillicidio di sentenze e di annullamenti che non si chiude nemmeno in questa occasione, visto che Cassandra e De Luca ritorneranno ancora in Corte di Appello e, dunque, il loro rito “abbreviato” rischia seriamente di doppiare la soglia dei dieci anni.

TRENTOLA DUCENTA. Si è chiuso definitivamente uno dei tronconi del processo venuto fuori dall’ordinanza eseguita nel dicembre 2015 sulle relazioni tra la proprietà e la gestione del centro commerciale Jambo di Trentola Ducenta ed esponenti della malavita organizzata, a partire dal boss Michele Zagaria, considerato socio di fatto della proprietà.

La quinta sezione della Corte di Cassazione ha, infatti, confermato le condanne inflitte dalla Corte di Appello di Napoli all’imprenditore Gaetano Balivo, all’ex vigile urbano del Comune di Trentola Ducenta Vincenzo Picone, a Tommaso Tirozzi di Frignano e a Vincenzo Di Sarno di Parete. Passano in giudicato, dunque, divenendo sentenza definitiva, i 12 anni di reclusione rimediati da Gaetano Balivo in secondo grado. Stesso discorso per gli 8 anni, 10 mesi e 20 giorni inflitti all’ex vigile urbano Vincenzo Picone, per i 6 anni del frignanese Tommaso Tirozzi e gli 11 anni a Di Sarno, questi ultimi due con un curriculum criminale che li ha visti attivi, per anni e anni, nelle diverse fazioni del clan dei Casalesi. Per quel che concerne Di Sarno soprattutto in quella della famiglia Bidognetti.

Questo processo si chiude oggi, a distanza di 8 anni dall’ordinanza, pur avendo scelto e ottenuto gli imputati di essere giudicati col cosiddetto rito abbreviato. Ciò accade perché c’è stata, al tempo, una prima sentenza della Corte di Appello di Napoli, annullata con rinvio da parte della Corte di Cassazione ad una sezione diversa da quella che l’aveva emessa. Dopo di che, i giudici di secondo grado hanno emesso, correggendo gli errori della prima sentenza, rilevati dai magistrati della Suprema Corte e motivo dell’annullamento, formulando così le 4 condanne, divenute definitive nella giornata di ieri e, dunque, non più considerate imprecise dalla Corte di Cassazione.

Diverso il discorso, invece, per le condanne subite in secondo grado dal collaboratore di giustizia, in verità piuttosto sgangherato e ritenuto già da qualche giudice non attendibile, Luigi Cassandra, già assessore comunale ai Lavori pubblici in quel di Trentola e titolare del complesso Night and Day, di cui Michele Zagaria era a sua volta socio di fatto e per Raffaele De Luca di San Cipriano d’Aversa e storico esponente della fazione comandata da Antonio Iovine, detto o ninno, a sua volta collaboratore di giustizia. Le condanne per Cassandra e De Luca sono state, infatti, annullate con rinvio e i due dovranno, dunque, essere di nuovo processati dalla Corte di Appello, a questo punto da una sezione ancora diversa, sia da quella che li condannò la prima volta e che si vide annullare questa condanna per tutti e sei gli imputati, sia da quella che li ha condannati più recentemente e il cui verdetto è stato certificato e reso definitivo per quattro casi su sei, esclusi dunque Cassandra e De Luca.