Controllo degli appalti nei comuni, concessioni edilizie e voto di scambio. Il salto di qualità dei Piccolo-Letizia

8 Aprile 2019 - 11:11

MARCIANISE – Un paio di sottolineature immediate sul lungo e articolato comunicato stampa della Questura di Caserta sugli arresti che hanno colpito e forse decimato definitivamente il clan Piccolo-Letizia, eredità quand’anche in scala, dell’antica famiglia camorristica marcianisana dei Quaqquaroni, contrapposta durante 20 anni a quella dei Mazzacane-Belforte, in una guerra tra le più sanguinose nella storia della camorra in Campania. Nella struttura del capo d’imputazione fondamentale, quello di associazione a delinquere di stampo camorristico, con la delineazione di ipotesi di reato più grave (promotori, organizzatori e partecipi) ci sono una serie di reati specifici, di cui il 416 bis è cornice.

Tra questi, ce ne sono tre abbastanza sorprendenti rispetto alla caratteristica criminale di questo gruppo. Questo realizza “il controllo delle attività economiche, il rilascio di appalti e servizi pubblici, il rilascio di concessioni e autorizzazioni amministrative, l’illecito condizionamento del diritto di voto“.

In poche parole, controllo degli appalti, non si sa ancora in quale comune o in quali comuni e se tra questi ci sono Marcianise e Recale. E in più il voto di scambio cioè il controllo mafioso del consenso elettorale, un tipo di reato su cui, ultimamente, la dda di Napoli sembra particolarmente impegnata.