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Decreti ingiuntivi della banca contro i correntisti indebitati: ecco come la situazione può cambiare a favore dei clienti

18 Febbraio 2019 - 11:37

CASERTA – Quante volte sarà capitato che sia stato notificato dalla banca al titolare di un rapporto di conto corrente, un decreto ingiuntivo per il pagamento del saldo debitore dello stesso conto? Al giorno d’oggi, in un momento di forte crisi economica del nostro paese, dove i privati e soprattutto le imprese, piccole e medio-grandi che siano, stentano ad andare avanti, un evento del genere sicuramente è molto più solito di quel che si pensi.

È quello che è successo ad una grande e nota impresa del napoletano – società storica nel settore delle comunicazioni – con importanti rapporti di lavoro con aziende televisive nazionali e grandi industrie, che si è vista notificare dall’istituto bancario, presso cui intratteneva vari rapporti di conto, un’ingiunzione di pagamento per un’ingente somma di denaro, proprio per il pagamento del saldo debitore sui vari rapporti.

In casi del genere è opportuno se non necessario affidarsi ad un legale esperto della materia bancaria – proprio come fatto dall’impresa napoletana di cui sopra – il quale, data la sua conoscenza delle questioni attinenti i rapporti bancari, sicuramente provvederà a redigere un atto di opposizione al decreto ingiuntivo, opposizione che, lungi dall’essere meramente dilatoria, sarà fondata su motivi di diritto ben saldi.

Infatti, nella vicenda concernente questa grande e nota azienda, studiando tutta la documentazione posta a base del ricorso per ingiunzione e del conseguente decreto, balzava subito agli occhi dell’avvocato come tale documentazione fosse assolutamente insufficiente a ritenere fondata la pretesa della banca. È da chiarire che, essendo il decreto ingiuntivo un provvedimento emesso
inaudita altera parte, ossia senza contraddittorio soltanto sulla base delle ragioni del presunto creditore, è abbastanza semplice e ovvio che il Giudice, vista l’allegazione di un contratto di conto corrente, vista l’allegazione degli estratti conto con saldo finale debitore, provveda ad ingiungere la somma richiesta al presunto debitore.

Ebbene, ritornando al caso della nostra azienda, l’avv. Gianluca Casertano proponeva subito opposizione al decreto ingiuntivo innanzi alla Sezione specializzata del tribunale di Napoli, ovviamente nei termini di legge (40 giorni dalla notifica del decreto) pena l’inammissibilità della stessa, opposizione fondata innanzitutto sull’insufficienza probatoria del credito (la banca aveva sì allegato al ricorso, riguardo uno dei conti correnti su cui lamentava il saldo debitore, un contratto ma non si trattava del contratto di apertura del conto corrente bensì di una rinegoziazione avvenuta molti anni dopo, non producendo invece per l’altro conto il benchè minimo contratto) e poi sulle violazioni commesse dall’istituto bancario per tutta la durata dei rapporti di conto corrente, ossia l’applicazione illegittima di interessi ultralegali, di addebiti per anatocismo e per spese e commissioni di massimo scoperto, tant’è che in seguito ad un’accurata disamina ed elaborazione di conteggio da parte di un esperto contabile, ne conseguiva addirittura un credito dell’impresa nei confronti della banca con conseguente spiegamento nell’atto di opposizione di domanda
riconvenzionale.

E, proprio per tutte queste censure mosse dall’avv. Gianluca Casertano, legale dell’azienda, nei confronti della banca, il Giudice, rigettando la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo (in base alla quale la banca avrebbe subito potuto agire, attraverso un’esecuzione forzata, per il recupero delle somme) nominava un consulente tecnico d’ufficio al fine di provvedere all’esatto ricalcolo
delle poste attive e passive, ponendo addirittura l’acconto per le spese di c.t.u. a carico della banca. In attesa di decisione, è molto importante far venire alla luce e far conoscere questa vicenda e far notare come in questo caso la situazione iniziale dell’impresa si sia radicalmente capovolta dall’oggi al domani, da azienda con un grande debito ad azienda con un grande credito.

In più c’è da sapere rigorosamente che, nel caso in cui una banca proponga ricorso per ingiunzione di pagamento per saldo debitore su un conto corrente, ha l’obbligo di legge di depositare insieme al ricorso tutti gli estratti conto dall’apertura del conto fino alla chiusura (se conto estinto) o fino alla proposizione del ricorso (se conto ancora aperto) con l’esclusione che possa trincerarsi dietro al sempre invocato limite decennale di conservazione delle scritture contabili. Ciò è stato sancito, istituito dalla Corte di Cassazione civile con recente sentenza del 20.2.2018 n. 4102.

Tutto quanto sopra, è stato opportunamente e precisamente evidenziato ed esplicato in termini chiari per dar coscienza a tutti coloro che si sono ritrovati o si ritroveranno nella situazione di questa grande azienda napoletana di poterla ribaltare a proprio favore e continuare ad esercitare la propria attività in maniera sicuramente più serena rispetto a ritrovarsi un ingente pagamento alla banca come una spada di Damocle sul capo ed altresì l’apposizione in Centrale rischi e nel sistema informatico interbancario con evidente sbarramento della bancabilità e messa a revoca di ogni fido, con conseguente impossibilità di esercitare la propria attività imprenditoriale ad ulteriore alimentazione della già ben radicata crisi economica italiana.

Avv. Gianluca Casertano