Dopo il giorno della memoria, la prof. casertana Maria Rosaria Fazio su Etty Hillesum

3 Febbraio 2023 - 13:27

CASERTA – La Giornata della Memoria, ricorrenza internazionale che cade il 27 gennaio per commemorare l’Olocausto del popolo ebreo, assieme al compianto per quell’orrore dell’umanità offre occasione di sempre nuove riflessioni e di approfondimenti di tale storia di martirio.

Quest’anno, la professoressa casertana Maria Rosaria Fazio, nella sede dell’istituto salesiano di via Scarlatti di Napoli, ha ricordato la figura di Etty Hillesum, con una conferenza rivolta agli allievi del corso di Ebraico biblico e Mistica ebraica, ed alle numerose persone intervenute, tra le quali il neodeputato Francesco Emilio Borrelli, ben conosciuto per il suo fattivo impegno, di là dalla politica, in campo sociale e per la legalità, che lo ha esposto, com’è noto, a non pochi rischi per la sua incolumità personale per le aggressioni subite.

Abbiamo chiesto alla professoressa Fazio di tracciarci un profilo di Etty Hillesum e di sviluppare una sua considerazione su di essa e sulla testimonianza che ci ha  lasciato.

Prof.ssa M.R. Fazio: “Esther Hillesum , detta Etty, giovane ebrea e scrittrice olandese, morta ad Auschwitz nel 1943,è diventata emblema del cammino di una donna, che oltre tutti i fili spinati, interiori ed esteriori, ha voluto <<pensare con il cuore>> alla ricerca di una sorgente molto profonda, il divino che è in noi, da riscoprire e liberare. È una donna che scrive sulle pagine del suo diario delle acute riflessioni di una straordinaria attualità. È nata in Olanda da una famiglia borghese intellettuale ebraica. Di lei ci restano le numerose lettere scritte alle persone care e il suo diario. Nel tempo inquietante e buio della persecuzione esorta lei stessa e gli altri ad essere una generazione vitale. Muore ad Auschwitz insieme ai genitori e ai due fratelli.

Quest’anno in occasione della Giornata della Memoria ho voluto ricordare Etty Hillesum e la grandezza del suo pensiero che è nel suo essere universale, condivisibile in ogni epoca da ogni donna e uomo. Ci ricorda che una persona è tanto grande quanto è in grado di non cedere all’odio, di non cadere nella condanna dell’essere umano e delle sue azioni , anche se queste sembrano inequivocabilmente frutto del male e dell’ignoranza. La violenza assume forme molto diverse tra loro, è feroce, spudorata e distruttiva come nel caso della Shoah; essa nasce da quel seme maligno che si annida nei confronti delle donne, nel razzismo, nell’inospitalità nei confronti delle persone in fuga. Occorre combattere seguendo l’esempio di questa giovane donna, morta all’età di 29 anni ad Auschwitz. Il suo ultimo messaggio è una lezione universale: salvare Dio significa salvare l’uomo, l’umanità che c’è nell’uomo”.