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Ecco chi è il noto imprenditore casertano che intasca il reddito di cittadinanza e cammina in Suv Maserati

28 Dicembre 2019 - 15:40

ALVIGNANO – Non sappiamo se il provvedimento e il conseguente avviso di garanzia, che ha colpito Michele Pontecorvo, imprenditore di Alvignano già titolare di un noto caseificio, risulterà fondato, perchè è giusto attendere una replica del diretto interessato. Ma il fatto certo è che questo imprenditore non ha inserito, nella richiesta di reddito di cittadinanza, il reddito di sua moglie, che ha assorbito negli anni quello che era il reddito di suo marito, in pratica, oggi, nullatenente, ma che viaggiava a bordo di un Suv Maserati, riteniamo del valore di decine e decine di migliaia di euro.

Michele Pontecorvo appartiene ad una famiglia molto conosciuta. Il figlio è il segretario cittadino del Pd e presidente di una squadra di calcio. Michele Pontecorvo è anche il fratello di Massimo Pontecorvo candidato sindaco alle ultime  elezioni comunali di Alvignano.

Altro non scriviamo per ora, in attesa di accertare meglio fatti e circostanze.

 

QUI SOTTO IL COMUNICATO STAMPA DELLA GUARDIA DI FINANZA

GUARDIA DI FINANZA CASERTA – SCOPERTI 80 “FURBETTI” DEL REDDITO DI
CITTADINANZA. TRA LORO LAVORATORI IN NERO, CONTRABBANDIERI, POSSESSORI DI SUV
E VENDITORI ABUSIVI “STORICI” CHE DA ANNI OPERANO NEI PRESSI DELLA REGGIA
VANVITELLIANA.
Negli ultimi mesi, i Reparti dipendenti dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di
Caserta hanno scoperto ben 80 “furbetti” del reddito di cittadinanza, tra cui lavoratori in nero,
contrabbandieri e venditori abusivi “storici” che operano nei pressi della Reggia vanvitelliana.
Di questi 64 illegittimi beneficiari sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria mentre nei
restanti 16 casi è scattata nei loro confronti la segnalazione all’Inps per farli decadere dalla
riscossione del contributo pubblico. Complessivamente sono stati 255 i componenti dei nuclei
familiari oggetto di controllo, che sono poi risultati aver illegittimamente richiesto e percepito il
sussidio in parola per un danno alle casse dello Stato stimabile in oltre 200.000 euro,
calcolando solamente le somme già materialmente percepite.
I risultati ottenuti, che testimoniano una casistica veramente variegata di condotte fraudolente,
sono stati il frutto di un attento e costante monitoraggio di tutti i soggetti che sono stati
interessati a vario titolo da indagini, ma anche di coloro che sono stati identificati nel corso delle
numerose ispezioni avviate nei confronti delle imprese commerciali o nell’ordinario controllo del
territorio ai fini della repressione dei traffici illeciti e dell’abusivismo commerciale o, ancora, nei
pattugliamenti finalizzati a garantire la sicurezza e il decoro nei centri urbani.
Un’attività di verifica, che si è avvalsa delle specifiche banche dati a disposizione, in poche
settimane ha permesso di sanzionare ben 80 soggetti che, senza averne i requisiti, sono
risultati far parte di nuclei familiari che avevano percepito illecitamente il reddito di cittadinanza.
Di questi circa la metà lavoravano in nero e sono stati scoperti grazie ai controlli eseguiti proprio
per il contrasto del lavoro irregolare o per l’avvio di ispezioni fiscali. Sotto questo profilo la
casistica è stata la più varia: pizzaioli, camerieri, baristi, cassieri, addetti ad autolavaggi, operai
tessili e calzaturieri, magazzinieri e muratori.
Durante un controllo in un negozio, ad esempio, sono stati scoperti due coniugi che
continuavano a vendere al dettaglio capi di abbigliamento, ma utilizzando una partita iva già
chiusa e quindi non dichiarando alcun reddito, così da poter contare su un duplice vantaggio
illecito: da una parte non pagare alcuna imposta sul reddito e, d’altra, di “arrotondare”
percependo anche il reddito di cittadinanza.
Altri 25 soggetti sono risultati invece occuparsi con continuità ed abitualità della vendita al
minuto di sigarette di contrabbando e sono stati individuati grazie alle investigazioni
anticontrabbando, ma anche per mezzo della quotidiana attività di controllo del territorio svolta
dai Baschi Verdi di Aversa. Stesse evidenze sono emerse anche nei confronti di alcuni soggetti
dediti alla vendita di prodotti di abbigliamento con marchi contraffatti o di CD/DVD in violazione ai diritti d’autore. Verbalizzato anche uno spacciatore di Capodrise trovato in possesso di
mezzo chilo di hashish.
Grazie invece al controllo dei mezzi commerciali circolanti su strada sono stati individuati diversi
autisti “in nero”, mentre a riscontro di alcune segnalazioni sono stati sanzionati altri soggetti che
avevano affittato, sempre “in nero” degli appartamenti, o che avevano omesso di segnalare
nella richiesta di contributo la proprietà di alcuni beni immobili.
Sotto questo aspetto emblematico è stato il caso di un ex titolare di un importante caseificio, il
quale, cedute le quote dell’impresa ai propri familiari, pur continuando a tenere un alto tenore di
vita, tanto da essere stato più volte fermato a bordo di un potente e lussuoso SUV, ha richiesto
e ottenuto il reddito di cittadinanza in quanto nella domanda di sussidio si era “dimenticato” di
comprendere nel proprio nucleo familiare la moglie, titolare di redditi e intestataria di beni
patrimoniali ben oltre i limiti massimi previsti dalla legge per poter accedere al contributo
pubblico.
Da ultimo, sulla base della prolungata attività antiabusivismo svolta nelle immediate vicinanze
della Reggia di Caserta è stato possibile accertare che anche 4 degli “storici” venditori abusivi di
gadget, già destinatari di ripetuti ordini di allontanamento e del c.d. daspo urbano e, in tre casi,
anche denunciati in più occasioni per mancato rispetto dei citati provvedimenti autoritativi,
percepivano il reddito di cittadinanza, dichiarandosi nullatenenti e nullafacenti.
I risultati ottenuti nello specifico settore, che vede la provincia di Caserta spiccare a livello
nazionale per numero di domande accolte rispetto al numero di residenti, testimoniano
l’approccio multidisciplinare dell’attività di servizio svolta nei vari settori operativi che
costituiscono la missione istituzionale del Corpo e la grande attenzione di tutte le articolazioni
della Guardia di Finanza sul territorio affinché il sussidio pubblico in parola sia concesso a chi
effettivamente ne ha bisogno e diritto, posto che l’indebito accesso a benefici assistenziali da
parte di chi non ne avrebbe titolo aggrava l’iniquità sociale e genera un danno per la casse
pubbliche, drenando risorse che potrebbero essere impiegate per altri fini di utilità sociale.