ELEZIONI. Per la Commissione Antimafia una candidata di Lavanga e uno di Forza Italia per Pagliaro, processati per corruzione e riciclaggio, sono IMPRESENTABILI

11 Giugno 2022 - 00:45

MONDRAGONE – Chiariamo subito che il codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia è più restrittivo rispetto alle leggi vigenti in tema di ineleggibilità e di motivi di decadenza dalla carica elettiva.

Per cui, se Patrizia Barbato, candidata della lista Città Futura, in appoggio al candidato sindaco Lavanga, e Antonio Valenza, candidato della lista di Forza Italia, in appoggio al candidato sindaco Alessandro Pagliaro fossero eletti non avrebbero nessun obbligo di dimettersi, né decadrebbero, in quanto entrambi sono stati “solo” rinviati a giudizio e si trovano ora sotto processo, mentre, come si sa, la Severino prevede la sospensione dopo la condanna di primo grado e la decadenza dopo la sentenza definitiva.

Ritornando alle determinazioni odierne della Commissione Antimafia, presieduta dal deputato di Cinque Stelle Morra, a carico di Patrizia Barbato è stata sancita la violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera b), del Codice di Autoregolamentazione. Nei confronti della Barbato, avvocato civilista, risulta emesso un decreto che dispone il giudizio dal GUP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in data 24 aprile 2019 per il reato di cui all’art. 319 cp. (corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio). Nel processo è in corso il dibattimento.

Per quanto riguarda Antonio Valenza risulta, invece, violato l’articolo 1, comma 1, lettera f), del Codice di Autoregolamentazione. Nei confronti di Valenza, risulta emesso un decreto che dispone il giudizio dal GUP del Tribunale di Napoli in data 4 novembre 2019, per il reato di cui all’art. 648 bis cp. (riciclaggio). Anche qui è in corso il dibattimento.