ESCLUSIVA. Il figlio del governatore De Luca nel super business dei forni crematori autorizzati dalla Regione

18 Settembre 2018 - 10:30

CASERTA (G.G.) – E’ vero che i figli “so piezz’ e core”, come affermava Mario Merola, però a questo punto il governatore della Campania Vincenzo De Luca sta un po’ esagerando.Caserta,

Passi per la candidatura, caricata, manco a dirlo, su Caserta, del figliolo Piero, oggi deputato della Repubblica che non ci sembra fino ad oggi essere intervenuto su un solo tema riguardante il territorio che lo ha innalzato al rango di parlamentare, visto e considerato che se fosse dipeso da Salerno, dov’è stato battuto nettamente nel collegio uninominale maggioritario, sarebbe rimasto a casa;

Passiamo sopra anche all’incidente, chiamiamolo così, che ha coinvolto l’altro figlio Roberto, che prima delle politiche fu coinvolto nella vicenda dell’agente provocatore spedito nel suo ufficio da un quotidiano napoletano, a proporre un affare sullo smaltimento dei fanghi biologici.

Ma non si può passare su questo ultimo fatto, che Casertace è riuscito a scoprire dopo essere venuto in possesso di un documento inoppugnabile nella sua evidenza.

Si tratta della relazione di asseverazione del piano economico-finanziario/Proposta di project financing per l’intervento di progettazione, costruzione e gestione di un tempio crematorio.

Definizione che permette di evitare quella reale, cioè forno crematorio, che evoca direttamente tempi tra i più tristi della storia dell’uomo, quelli del genocidio degli ebrei.

Questa asseverazione reca la firma in calce di Roberto De Luca, amministratore della Core Finance, società di revisione, la cui proprietà è suddivisa tra lo stesso Roberto De Luca e un certo Carlo De Luca che sicuramente è parente, anche se al momento questo nome ci prende un po’ alla sprovvista, visto che noi tutto siamo fuorchè dei biografi della genealogia del governatore.

E allora come non pensare alla grande disponibilità, all’impulso fornito da questo governo regionale all’insediamento di questi ponderosi, pesantissimi e costosi impianti? La Regione non ci mette i soldi, ma i processi autorizzativi, amministrativi a partire dal Piano Cimiteriale dipendono direttamente da essa. La Regione Campania, inspiegabilmente, non ottempera alla delega della legge 130, che la obbliga a stendere un piano dentro al quale vengano indicate le aree dove questi impianti si possono fare e dove no.

Senza andare troppo per le lunghe, se la Regione non vuole, il forno crematorio di questo o quel Comune non si fa.

Già immaginiamo la confutazione: mio figlio fa le relazioni che asseverano la bontà del progetto ma non c’entra con i lavori, con la gestione. E poi non è garantito che la società assistita da Roberto De Luca vinca la gara.

Ovviamente questa è una favoletta, perchè a quanto ci risulta questo studio salernitano si muove in grande stile, proponendo una sorta di kit a certi Comuni. In questa offerta c’è anche la società che dovrà progettare, costruire e gestire.

Nel caso specifico si tratta di un progetto che sposa, manco a dirlo, un’intenzione del Comune di Dragoni, il quale è amministrato dal “mitico” Silvio Lavornia, ex presidente della Provincia.

La società che ha presentato il progetto è la Ser.Cim. Srl di Alvignano, di cui è amministratore unico Amelio Esposito e di cui sono soci lo stesso Esposito e Maria Ferraro.

Per il momento ci fermiamo qui. Per il momento.