GOMORRA 5. Mario Pagano e la Sace, Bove e Santonicola: le grandi firme dell’imprenditoria casertana taglieggiate dai Letizia e da ‘o ceneraiuolo

15 Giugno 2019 - 20:02

MARCIANISE(g.g.) Sono 4 i passaggi che abbiamo scelto di pubblicare stasera nella prima trattazione sulle ricostruzioni, fatte a suo tempo, al cospetto dei magistrati della dda, dal collaboratore di Giuseppe Pettrone, uno che ha rischiato di essere ucciso dai Belforte, in quanto considerato troppo legato a Biagio Letizia.

Il primo di questi passaggi riguarda proprio l’omicidio di quest’ultimo. Mentre gli altri collaboratori di giustizia, diversi anni dopo rispetto a queste dichiarazioni di Pettrone hanno detto che Biagio Letizia fu ammazzato in quanto si rifiutò di eliminare la moglie Giovanna Breda, la quale avrebbe avuto una relazione con un maresciallo dei carabinieri di cui era diventata stretta confidente, Pettrone dà un’altra versione: Biagio Letizia, a cui i Belforte avevano lasciato una piccolissima porzione di sopravvivenza, precisamente due prelievi estorsivi, riguardanti l’imprenditore Bove e Autoprogress, avrebbe provato ad allargarsi e per questo sarebbe stato punito.

Successivamente Pettrone aderì a pieno titolo alla fazione Piccolo-Letizia e fu catturato mentre, insieme a Giovanni D’Addio stava andando a San Marco Evangelista per uccidere Peppe ‘o Popolo.

Il secodno passaggio riguarda le estorsioni, riuscite e realizzate, secondo Pettrone, ai danni dell’imprenditore Pagano, impegnato nella raccolta dei rifiuti nella città di Caserta. Siccome il pentito fa riferimento all’anno 2003 e ad una riscossione da lui stesso effettuata a Natale, quel Pagano

non può che essere Mario Pagano Granata, al tempo patron della Sace, titolare del servizio di raccolta.

Tre rate da 10 mila euro l’una nelle canoniche scadenze di Pasqua, Ferragosto e Natale: questo era l’accordo con Pagano.

Pettrone racconta di essere occupato anche di riscuotere l’estorsione presso gli uffici del noto imprenditore di Caserta Bove, in quel di via Ferrarecce. Dovrebbe trattarsi di un congiunto dell’attuale consigliere comunale di Caserta Enzo Bove.

Infine, l’estorsione a San Nicola La Strada, ai danni dell’imprenditore Santonicola. Gli fu bruciata una pala meccanica nel periodo in cui era impegnato nei lavori per il nuovo mercato di Marcianise. Ma l’estorsione non andò avanti, perchè i sannicolesi, capizona dei Belforte, cioè Gerardi e Aveta, entrambi pentiti successivamente, reagirono duramente recandosi da Gaetano Piccolo o ceneraiuolo che al tempo era anche diventato l’uomo di riferimento di Pettrone, e lo minacciarono, estendendo l’avvertimento anche ai Letizia.

 

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLO STRALCIO DELL’ORDINANZA