I NOMI E LE FOTO. RAPINE. Sgominata la banda dei Rolex, fermato il nipote del boss: progettavano agguato

31 Gennaio 2024 - 18:17

Iadonisi, imparentato con l’ergastolano Franco Iadonisi, è ritenuto dagli inquirenti ai vertici del gruppo del rione Lauro

LUSCIANO – Rapina a colpi di pistola, vittime ferite: 5 arresti e un obbligo di firma. Finiscono in carcere Enzo Iadonisi, 40 anni nipote dell’ergastolano Franco Iadonisi, Giuseppe Ciotola, 25 anni e Carlo Siviglia, 35 anni. Ai domiciliari Raffaele Costanzo, 22 anni e Angelo Capuano. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per Aurilio Castellano, 31 anni.

L’operazione all’alba di ieri quando i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Aversa, con l’ausilio di personale della Stazione Carabinieri di Lusciano, all’esito di una minuziosa attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, hanno dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord, che ha disposto la misura della custodia cautelare nei confronti di sei persone (tre in carcere, due agli arresti domiciliari e uno sottoposto all’obbligo della presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria) – tutti cittadini napoletani di età compresa tra i 22 e i 40 anni. Le indagini hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti delle persone sopracitate in ordine alla commissione dei reati di rapina aggravata e lesioni personali aggravate dall’uso delle armi, porto e detenzione abusiva di arma da fuoco e spaccio di sostanze stupefacenti.

La complessa attività investigativa ha trovato la sua genesi nel grave episodio di rapina avvenuto il 5 giugno 2022, commesso in Lusciano ad opera di due persone a bordo di uno scooter nei confronti di una coppia di giovani che si trovavano, al momento dell’episodio criminoso, all’interno della loro auto.

Le successive indagini hanno consentito di acquisire elementi indiziari attraverso l’analisi delle registrazioni e della cronologia dei passaggi dei veicoli ripresi dalle telecamere dei sistemi di videosorveglianza collocati in diversi punti del percorso seguito dalle vittime e la successiva e minuziosa verifica dei movimenti e dell’intestazione dello scooter utilizzato per commettere la rapina. In seguito, si procedeva alla comparazione delle fattezze fisiche dei rapinatori, così come riprese dalle telecamere, con quelle riconducibili ad un giovane che viaggiava come terzo trasportato su un altro scooter che transitava qualche giorno prima della rapina nel territorio di Giugliano insieme con quello utilizzato dai rapinatori.

Le ulteriori attività di indagine – condotte attraverso intercettazioni di conversazioni tra presenti e servizi di osservazione, controllo e pedinamento, concentrate inizialmente sul soggetto che aveva la disponibilità dello scooter su cui era stato individuato il rapinatore e, successivamente, sui soggetti che costantemente avevano rapporti e contatti con lui – consentivano di ricostruire l’allarmante contesto criminale in cui gli stessi operavano, dedito stabilmente alla commissione di rapine di orologi Rolex ed ad attività di spaccio di stupefacenti, nonché il loro coinvolgimento in dinamiche criminali riconducibili alla criminalità organizzata napoletana.

Le indagini, infatti, svelando rapporti di contiguità fra gli indagati con ambienti criminali, ricevevano un ulteriore impulso allorquando dalle conversazioni intercettate emergeva la pianificazione di un omicidio ai danni di un appartenente ad un clan rivale, da eseguirsi con l’uso di armi automatiche clandestinamente detenute Il tempestivo intervento dei Carabinieri della Sezione Operativa di Aversa, sotto la direzione della Procura di Napoli Nord, con l’arresto dei due soggetti intercettati, avvenuto il 2 ottobre 2022, interrompeva il progetto omicidiario e consentiva di acquisire ulteriori elementi utili alla ricostruzione della rapina. Il sequestro di una pistola calibro 38 rinvenuta nella camera d’albergo, in cui i due arrestati soggiornavano stabilmente (risultata, a seguito di accertamenti balistici, la stessa utilizzata per attingere le vittime della rapina e per impossessarsi del rolex e degli oggetti in oro), il rinvenimento nel parcheggio dell’hotel del motociclo e del casco utilizzati dai rapinatori e ripresi dalle telecamere, nonché gli accertamenti informatici svolti sugli smartphone degli indagati.