IL CASO. Impiegata del comune di CASERTA positiva al covid ma non lo sapeva. Fatto gravissimo e vi spieghiamo il perchè

10 Gennaio 2022 - 13:43

Averlo saputo dai propri colleghi significa che per 5, 6 giorni ha potuto avere contatti con più persone. Domanda: chi le ha fatto il tampone? Una struttura accreditata o per caso il solito punto-prelievi?

 

CASERTA – L’episodio capitato stamattina nell’uffico Anagrafe del comune di Caserta, localizzato nella caserma Sacchi in via San Gennaro, non può essere sottovalutato o esprimere considerazioni limitate solamente al fatto specifico. Se un’impiegata del Comune di Caserta, sottoposta a tampone a metà della settimana scorsa, stamattina si è recata al lavoro, venendo a sapere solo in ufficio, una volta seduta dietro alla sua scrivania, di essere risultata positiva a quei tamponi, la questione non può essere liquidata con un’alzata di spalle o con una valutazione rituale sul “solito” comune di Caserta iper-sgangherato, disorganizzato, una vera e propria Armata Brancaleone, che però evidentemente piace ai casertani, se è vero com’è vero che la gran parte di essi ha ritenuto di disertare le urne alle ultime elezioni comunali, riconsegnando così in pratica l’amministrazione a chi sta facendo precipitare la città della Reggia in una sorta di inferno della ragione e della morale.

Però, noi di CasertaCe altro non sappiamo fare se non il nostro dovere. E allora, anche all’episodio di stamattina bisogna dare il giusto peso: e allora dobbiamo dirla tutta e dobbiamo usare una parola proporzionata alla dimensione di questo episodio: scandaloso.

E’ scandaloso, infatti, che chi pratica un tampone, per giunta ad un lavoratore del settore pubblico, non ne comunichi l’esito immediatamente attraverso l’apposita piattaforma. Non è un optional. Lo deve fare per legge. E per legge il Comune di Caserta dovrebbe avere in ogni ufficio un responsabile che diviene custode della legittimità, della liceità della procedura. Aver consentito alla dipendente di venire in ufficio, ma anche di avere contatti con familiari e conviventi, è reato.

Poi, si può discutere sulla dolosità o colposità dello stesso. Ma il responsabile deve venire fuori. E si deve capire anche come sia organizzato il Comune per i tamponi. Si serve di un laboratorio accreditato dalla Regione Campania o magari utilizza un punto-prelievi il quale a sua volta deve collegarsi ad una struttura accreditata, creando dunque le condizioni per disservizi e per dimenticanze come questa?

Funziona così: quando un paziente risulta positivo, l’esito, come abbiamo già scritto prima, deve essere immediatamente inserito in piattaforma. Successivamente entro pochi minuti, viene comunicata al paziente il suo stato di salute con contestuale invito ad osservare le prescrizioni di auto isolamento. Successivamente, entro poche ore, massimo un giorno, l’Asl lo contatterà direttamente per sottoporlo al tampone molecolare di conferma. Dopo di che seguirà la quarantena per 10 giorni in modo da verificare l’insorgenza eventuale di sintomi. A conclusione di questo periodo sottoporrà il paziente ad un altro tampone molecolare finalizzato a stabilire se sia o meno subentrata una negativizzazione.

Tutta questa procedura incide anche sul green pass e, oggi, sul super green pass, visto che questo viene immediatamente sospeso nell’istante esatto in cui sulla piattaforma dell’Asl compare la positività.

Se all’impiegata del Comune non è stato comunicata la positività, vuol dire che non le è stato sospeso il green pass. E comunque il green pass rappresenta il riscontro sicuro per capire se la procedura sia stata o meno attivata dal datore di lavoro.

Siamo di fronte, insomma, ad una grave carenza. Chi è abituato a raccontare le cose del comune di Caserta non se ne stupisce affatto.