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Il mistero della pen drive sparita nel bunker di Zagaria: il poliziotto Vesevo difeso dai suoi colleghi della Mobile

14 Marzo 2023 - 17:29

Stamattina esame del pubblico ministero Maurizio Giordano, che, in occasione della prossima udienza, pronuncerà la sua requisitoria

CASAL DI PRINCIPE – (gv) Parola questa mattina ai testi della difesa al processo in svolgimento davanti a uno dei collegi del tribunale di Aversa – Napoli Nord, imputato il poliziotto Oscar Vesevo, assistito dall’avvocato Giovanni Cantelli. Com’è noto da anni alle cronache, Vedevo è accusato di aver fatto sparire una pen drive dal covo del boss Michele Zagaria di via Mascagni, a Casapesenna, durante il blitz del.7 dicembre del 2011, con il quale gli uomini della squadra mobile di Napoli, comandata al tempo dal dirigente Vittorio Pisani, scrissero la parola fine alla lunghissima latitanza del capoclan dei Casalesi.

I testimoni, nel corso dell’esame del pm Giordano, al cospetto del collegio presieduto dal giudice Nigro, hanno risposto alle domande dell’accusa, raccontando le fasi del blitz di via Mascagni e indicando i nomi di chi vi partecipò.
“Non notammo nulla di anomalo per la pen drive e per la banca dati” hanno spiegato Raimondo e Lamparelli, funzionari della Squadra Mobile di Napoli all’epoca dei fatti.
Una testimonianza che si allinea in pratica a quello che ha sempre sostenuto Vesevo, secondo cui la pen drive sarebbe stata fatta sparire da componenti della famiglia Inquieto, proprietaria della casa, tra l’altro demolita recentemente

(CLIKKA, VEDI E LEGGI) da cui era stato ricavato il bunker. Il poliziotto – imputati ha sempre affermato che, senza il suo contributo, Michele Zagaria non sarebbe stato arrestato. Nella prossima udienza è attesa la requisitoria, con eventuale richiesta di condanna, da parte del pubblico ministero Maurizio Giordano.