Il nuovo BIODIGESTORE. Legittima l’idea della Progest, ma GRICIGNANO non può diventare la Monnezza city della Campania

25 Novembre 2020 - 13:37

Non sbaglia l’opposizione consiliare a valutare come assurda l’idea della costruzione di questo tipo di dispositivo in un’area già pesantemente costellata di altri impianti e in cui la Progest della famiglia Capece è già protagonista

 

GRICIGNANO D’AVERSA(g.g.) La famiglia Capece che da anni opera nel settore del trattamento dei rifiuti con la sua Progest, società che ha visto incrementare il suo fatturato grazie soprattutto ad impianti di trattamento di alcune frazioni di RSU e di altre di origine industriale, localizzato nella zona Asi di Gricignano d’Aversa, sta coltivando, attraverso l’attivazione della procedura amministrativa prevista dalla legge, l’obiettivo di costruire e naturalmente di gestire un impianto per il trattamento di biometano da forsu, cioè prodotto dalla frazione umida dei rifiuti.

Questo giornale non si è mai posto, per la cultura che storicamente lo ispira, in maniera confessionale, fondamentalista rispetto al tema degli impianti di smaltimento dei rifiuti. Non abbiamo infatti, mai condiviso la cultura del no ad ogni costo, attraverso la quale, associazioni o sedicenti associazioni ambientaliste si sono costruite una reputazione e anche, diciamocela tutta, delle amicizie sulle quali hanno innescato, molto spesso, un cammino di revisione (gratuita?) della intransigenza mostrata, ostentata e digrignata di fronte ad ogni progetto di costruzione di impianti de resto presenti in tutto il mondo e che dunque anche la provincia di Caserta deve avere, a maggior ragione in un posto in cui l’inciviltà delle istituzioni è un tutt’uno con l’inciviltà della genti, rende la raccolta

differenziata, roba per amministrazioni pubbliche e cittadini per bene, una grande assente, divenuta chimera.

Fatta la premessa, non si può disconoscere ad un imprenditore privato di questo settore, il diritto di presentare un progetto industriale, collocato nel perimetro del comparto Asi di Aversa nord, dove, allo stato, con gli strumenti di regolamentazione urbanistica vigenti, quell’impianto si può costruire, rispettando una serie di parametri previsti dalla legge.

Una volta accesa la nostra consueta e doverosa candela laica davanti all’altare del liberalismo e di un liberismo ragionato, non si può, per gli stessi motivi, non considerare il grado di densità di impianti connessi al trattamento dei rifiuti e, dunque, in quanto così numerosi, ad alto impatto ambientale, già presenti nel territorio del comune di Gricignano, proprio a partire, giusto per formulare un esempio, da quello già citato, pure contenente il marchio Progest.

E allora, tutti i ragionamenti che si fanno sul progresso scientifico e tecnologico che avrebbero garantito come forse effettivamente hanno garantito, a tali impianti di essere sicuri e non nocivi per la salute umana, vanno ragionevolmente ridimensionati e rivalutati alla luce di questa densità, la quale fa in pratica di Gricignano d’Aversa, una sorta di “Monnezza city”, che diventerebbe una vera e propria metropoli se agli impianti esistenti andasse ad aggiungere quello che, per semplicità, definiremo da ora in poi, biodigestore, del quale, come abbiamo scritto tantissime volte in questo giornale, non preoccupa tanto il funzionamento dei suoi apparati elettromeccanici finalizzati alla dissipazione di quella che è sicuramente la frazione più pericolosa, più ammorbante dei rifiuti, bensì tutto quello che c’è e gira intorno al citato impianto.

Al riguardo, recatevi un attimo, anche in questi giorni, davanti allo Stir di Santa Maria Capua Vetere e osservate, se ve ne daranno la possibilità, quanta merda, pardon, percolato fuoriesce dai camion che sulla carta dovrebbero portare, in quel sito, solo le frazioni inorganiche degli Rsu raccolti nei comuni della provincia di Caserta.

Come ben sanno ancora i nostri lettori, in quella frazione teoricamente inorganica è stata sempre riscontrata una percentuale non inferiore al 30% di residui (si fa per dire, dato che si tratta di una quantità superiore a un quarto dell’intero peso) organici, frutto di una pessima raccolta differenziata e delle scelleratezze di molti operatori ecologici, spesse volte provenienti da ambienti criminali o para-criminali, i quali, ad un certo punto, dopo aver lavorato 20 minuti, si stancano e nel loro compattatore gettano tutti i rifiuti mescolati, creando un mix infernale, come spesso abbiamo mostrato con la pubblicazione di video assolutamente inoppugnabili.

E se succede quello che succede davanti allo Stir, con il 30% di umido incastrato nell’inorganico, figuriamoci un pò cosa succede quando i camion trasportano il 100% di materiale organico. E allora, non possiamo dar torto, anzi la riteniamo una posizione fondata e che allo stato delle cose merita di essere sostenuta, assunta dalla minoranza del consiglio comunale di Gricignano. Il documento che reca come prima firma quella del capogruppo Vittorio Lettieri, riassume proprio questi temi e chiede al sindaco Santagata, all’amministrazione comunale, di agire immediatamente, utilizzando l’arma del Puc e, nello specifico, delle norme tecniche di attuazione, per rendere impossibile la costruzione dell’impianto nella zona Asi prescelta.

Questo è un articolo che segna l’inizio di una nostra particolare attenzione su una vicenda che ha coinvolto, come vedremo, anche il comune di Marcianise. Con calma, come sempre, vi informeremo, infondendo nei successivi articoli, lo stesso spirito che abbiamo utilizzato per questo di oggi.