Il nuovo rettorato dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli poteva diventare l’ennesima colata di cemento, invece è un’architettura di ricucitura

10 Agosto 2021 - 11:33

Caserta (pm) – Ad ottobre dello scorso anno, l’università cittadina Luigi Vanvitelli inaugurò la nuova sede del suo rettorato in viale Ellittico.

Nella circostanza, la notizia venne sovrastata dall’annuncio, particolarmente atteso, che dava il rettore dell’epoca, Giuseppe Paolisso, nel corso della stessa cerimonia di inaugurazione, sulla prossima ripresa dei lavori al nuovo policlinico, fermi da metà del 2018.

E, difatti, l’importante aggiornamento fornito sulla struttura ospedaliera in costruzione monopolizzò l’informazione dell’indomani, lasciando in secondo piano la pure rilevante realizzazione dei nuovi uffici dell’Ateneo.

L’articolo sul nuovo rettorato tratto dall’inserto settimanale Terrazzo de Il Foglio

Ci offre l’occasione di tornare sull’argomento Il Foglio di Ferrara e Cerasa con l’inserto settimanale di architettura, design e moda, “Terrazzo”, curato da Michele Misneri, che nell’ultimo numero ha proprio recensito il nuovo edificio dell’università di Caserta, realizzazione dell’affermato architetto napoletano Cherubino Gambardella.

L’opera, come evidenzia il periodico, ha vari profili di interesse. Ma, per la nostra idea dell’urbanistica cittadina, quello più rilevante risiede nel fatto che «…il nuovo rettorato dell’università della Campania Luigi Vanvitelli, che poteva diventare l’ennesima tonitruante colata di cemento, e invece è stata un’occasione abbastanza unica per fare un’architettura di ricucitura. Cherubino Gambardella col suo studio ha preso un vecchio hangar [uno

dei capannoni della vecchia sede postale, ndr] e l’ha creativamente reinpachettato, aggiornandolo alle moderne tecnologie di risparmio energetico e di sicurezza sismica (anche questa è trasformazione verde) e così ha trasformato l’edificio prima sordo e grigio in un avamposto di colori accesi ».

Già l’autore del nuovo rettorato ebbe a chiarire : «…Abbiamo recuperato tutto quello che c’era di buono del vecchio hangar, dalle fondazioni al tetto. L’edificio è stato rimodellato con un leggero decremento di volumetria e facciate completamente nuove. Una scelta sperimentale che ha consentito di risparmiare due milioni e mezzo di euro in demolizioni e smaltimento».

L’architetto Cherubino Gambardella, in un’immagine di repertorio

Ed ancora: «…Nel pensare a come potevo disegnare il nuovo Rettorato di Caserta mi sono trovato davanti a due scelte: quella più convenzionale di rifarlo daccapo, abbattendo l’edificio già esistente, o quella, di certo più economica ed ecologicamente corretta, di salvare l’hangar delle Poste per adattarlo ad una piccola città del sapere. Ha prevalso la seconda scelta: il nostro territorio, già tormentato da sversamenti tossici e abusi deve essere preservato e protetto. Ecco perché abbiamo recuperato questo edificio, facendo in modo che fosse anche bello architettonicamente, capace di confrontarsi con dignità alla Reggia che lo ha proprio di fronte. Un’operazione quasi chirurgica, ma dal forte significato simbolico ».

È singolare che il sindaco Carlo Marino, che presenziò alla cerimonia di inaugurazione e che quindi ebbe modo di ascoltare questi discorsi, non tragga nessuna lezione per Caserta da tali sacrosanti principi di architettura innovativa, considerando che, all’opposto, sta cementificando la città come e più di prima.

Varie immagini,  esterne ed  interne, del Rettorato