IL PENTITO. Ecco la verità sul giro di estorsioni a cui l’imprenditore Pasquale Sparaco è stato sottoposto, “palleggiato” tra i fratelli Primo e Salvatore Letizia e i Piccolo-Quaqquaroni. LE CIFRE

12 Aprile 2022 - 12:40

Lo stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo oggi va a completare l’articolo da noi pubblicato 24 ore fa. Le perplessità sull’incongruenza fra le dichiarazioni del titolare della Splash e le intercettazioni, sono in qualche modo rafforzate dalle dichiarazioni di Primo Letizia. Il rapporto iniciò nel 2013 con la riassunzione dopo il licenziamento della suocera dell’aspirante boss

 

MARCIANISE – (g.g.) Quando ieri abbiamo colto la contraddizione tra le dichiarazioni fatte dall’imprenditore del settore delle pulizie Pasquale Sparaco, in sede di interrogatorio di testimonianza e la dinamica delle intercettazioni a cui sono stati sottoposti i vari Francesco Piccolo, Gaetano Monica e solo in minima parte Ottaviano Antonio Sorbo, sapevamo già che nella stessa ordinanza, sarebbe saltata fuori al testimonianza di un collaboratore di giustizia indubbiamente importante, qual è Primo Letizia, che ormai abbiamo presentato in decine di occasioni ai nostri lettori, trattandosi del figlio del famoso Biagio Letizia e di Giovanna Breda, uccisi dal clan Belforte per motivi che veramente è inutile riproporre per quante volte l’abbiamo raccontata questa storia.

Ed effettivamente Primo Letizia ricostruisce il rapporto estorsivo, direttamente costituito da lui, con Pasquale Sparaco. Correva l’anno 2013 e Primo Letizia incontra Sparaco presso l’abitazione di quest’ultimo, sita vicino a quella di Tonino Froncillo, fratello del molto più noto Michele Froncillo. L’incontro verte sulla possibilità che poi diventa realtà, di una riassunzione di

Anna Laudato, suocera di Primo Letizia, che già aveva lavorato per le imprese di pulizie di Sparaco, prima di essere licenziata.

Passò un pò di tempo e Sparaco fu letteralmente abbordato da Salvatore Letizia, il quale, insieme ad altri due esponenti del clan Giovanni Pontillo e Pasquale Regino ordinarono all’interno di un bar di via Novelli, a Marcianise, all’imprenditore di recarsi a casa di Primo, per concordare il piano estorsivo e le soluzioni di pagamento.

Da quel momento in poi, il rapporto si sviluppa ulteriormente e nel 2015, così racconta Primo Letizia, si raggiunse un accordo con l’imprenditore affinchè quest’ultimo versasse 6mila euro, suddivisi nelle canoniche tra tranches.

Primo Letizia spiega anche una vicenda specifica e ricorda che Pasquale Sparaco fu costretto ad anticipare la rata di Pasqua e per quel motivo fu Salvatore Letizia, fratello di Primo, a recarsi presso l’azienda dell’imprenditore delle pulizie, riteniamo già allora la Splash con sede a San Nicola.

Le vicissitudini dei due fratelli li portarono ad uscire, almeno temporaneamente dalla scena, dato che Primo Letizia fu arrestato nel 2016 e fino ad allora dovette utilizzare altri esponenti del suo gruppo per la ricossione del pizzo dato che il fratello Salvatore, com’è ampiamente noto alle cronache del tempo, era stato arrestato in Albania.

Il ruolo di esattore era al riguardo svolto da Pasquale Regino e da Gennaro Musto, anche loro in trasferta presso la sede dell’azienda di Sparaco.

Stante questa situazione, quando abbiamo colto l’incongruenza tra l’affermazione di Sparaco che dice di aver consegnato ad Ottaviano Antonio Sorbo la cifra di 2.500 da consegnare a Francesco Piccolo, il quale aveva messo in chiaro che la sua era un’estorsione legata alla necessità dei Quaqquaroni in particolare e le intecettazioni dentro alle quali lo stesso Piccolo parla di soli 1000 euro consegnatigli da Sorbo, siamo rimasti un pò perplessi.

Ma qui, per capirci qualcosa sul serio, occorrerebbe anche comprendere cosa sia capitato dal 2016 in poi, cioè dal commento in cui Primo Letizia è stato arrestato, parimenti al fratello Salvatore.

Magari il resto dell’ordinanza ci illuminerà in proposito.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA