IL VIDEO E LE FOTO. Settembre al borgo, Capossela fa il pienone, sorprende l’Arciconfraternita di SESSA AURUNCA

7 Settembre 2018 - 18:00

Caserta – (pm) Martedì sera a Casertavecchia, sotto i migliori auspici di tanto pubblico e della piacevolezza del clima, si è aperta la 46^ edizione del festival Settembre al Borgo, con l’intervento introduttivo del suo direttore artistico, Enzo Avitabile.

Lo spettacolo di esordio, dal titolo Leitourghia-Servizio di Canto Pubblico, tenuto dal conosciutissimo cantautore Vinicio Capossela, ha segnato il tutto esaurito al teatro della Torre medievale, ad ingresso libero. La notorietà dell’artista, nato in Germania ma di origini irpine, musicista di raro eclettismo al punto che solo pochi, nel panorama della canzone non solo italiana, possono stargli alla pari, ha comportato che alcune centinaia di persone rimanessero fuori dell’ingresso per mancanza di posti. Le quali non hanno mancato di protestare con cori che invocavano uno speranzoso “ Vinicio, facci entrare” e con urla, fino a che non si sono allontanate quando hanno capito che non c’era niente da fare, anche per ragioni di sicurezza legate alla capienza massima della platea. A questo riguardo la formula di ingresso deve essere evidentemente perfezionata poiché inconvenienti del genere sono destinati a ripetersi, specie in casi come questo, con interpreti di forte richiamo. Non è un mistero che Capossela ai suoi concerti è capace di richiamare anche oltre i ventimila spettatori.

Sul fronte logistico si deve poi segnalare che per ben due volte durante l’esibizione è mancata l’elettricità della illuminazione e della strumentazione, costringendo i concertisti ad una pausa forzata, la seconda volta superata da Capossela con una delle sue applaudite invenzioni istrioniche (…scusate le spalle …e scusate la faccia…) . Lo affiancava sulla scena una formazione di cinque musicisti di talento, assolutamente da citare, composta da Peppe Frana ai liuti, Giovannangelo de Gennaro alla viella, Peppe Leone ai tamburi a cornice ed alle percussioni, il quale si è esibito in un a solo di tamburello di vero virtuosismo applauditissimo, il beneventano Raffaele Tiseo al violino ed al violoncello da braccio, Glauco Zuppiroli al contrabbasso. Vinicio Capossela, come usa fare, nella esecuzione delle sue canzoni si è accompagnato direttamente quando con il pianoforte, quando con la chitarra, oppure con l’armonio.

Il senso della rappresentazione proposta, articolata in vari momenti, che vedevano il protagonista della serata indossare cappelli, maschere e costumi di scena del mito greco e latino sempre diversi, era nel suo stesso titolo, in quanto il termine Leitourghia nella Grecia antica indicava un servizio pubblico istituito dalla Polis e finanziato dai membri più eminenti della comunità in base al principio secondo cui la ricchezza personale è posseduta solamente per il tramite della città. Nella breve clip che proponiamo, Capossela illustra proprio tale concetto con riguardo agli intenti di Settembre al Borgo.

Un momento della esibizione dell’Arciconfraternita sessana.

Molto riuscito e suggestivo l’innesto nel corso del concerto, quando si è affrontato il tema della morte accanto a quello dell’amore, della memoria o del destino, dell’Arciconfraternita del SS.Crocifisso e Monte dei Morti della chiesa sessana.

Facendo ingresso in corteo penitenziale in saio e cappuccio neri, preceduti da un crocifisso processionale in argento di pregevole fattura, gli oltre venti confratelli intervenuti eseguivano alcuni canti quaresimali ed un commovente compianto in latino, della più antica tradizione cattolica e popolare, capace di toccare le corde più profonde di chiunque, anche per la capacità interpretativa del solista.

Che Capossela fosse una garanzia di successo della serata era scontato e dunque la vera rivelazione sono stati i confratelli cantori del sodalizio religioso, il quale conta addirittura una storia ultrasecolare.

Per il valore spirituale ed indubbiamente artistico della sua attività, esso sarebbe da valorizzare risolutamente ed in modo capillare, più di quanto non venga già fatto.

Ci auguriamo che chi dei politici ha in mano queste leve, affrancandosi dalle visioni anguste ed interessate che generalmente li condizionano, ne capisca l’importanza.

Intanto, al termine dello spettacolo, lo stesso Capossela ha ringraziato e lodato pubblicamente i componenti della congrega di Sessa Aurunca, che hanno suscitato la viva simpatia degli spettatori. E questa è sempre una bella soddisfazione.