AVERSA. L’assessore Innocenti si crede Bassanini e non si rende conto che la risposta a Michele Sabia è minaccia che supera la condotta antisindacale

10 Agosto 2021 - 12:40

Per quel che riguarda Zannini e Di Biasio, va detto che, a proposito del Consorzio Idrico, auspichiamo la loro querela, così la magistratura sarà costretta a occuparsene quando porterò una tonnellata di documenti e almeno 15 testimoni

 

AVERSA (g.g.) – L’assessore Giovanni Innocenti si è costruito una certa esperienza in tema di fabbisogni, di funzionigrammi, di relazione tra l’imput dei fattori umani della produzione e l’output che da questi scaturisce, nel momento in cui si  traduce  in servizi al cittadino, in un rapporto, che è felice e soddisfacente in misura direttamente proporzionale alla cifra econometrica della produttività, all’efficienza di ogni unità lavorativa.

Se l’è costruita al Consorzio Idrico, dove lui è entrato per chiamata diretta, con incarico di staff, sponsorizzato direttamente dal consigliere regionale Giovanni Zannini, il vero padrone dell’ente Idrico, ormai letteralmente depredato, ripulito, rapinato di ogni risorsa e finalmente attenzionato (meglio tardi che mai) dalla Corte dei Conti, i cui magistrati, probabilmente, hanno avuto la ventura di leggere la terrificante relazione dell’ex capo dei revisori dei conti, di cui solo Casertace fornì, a suo tempo, dettagliata narrazione.

Oggi, Innocenti, insieme ad altri protetti della scuderia – Zannini, chiedono di essere assunti a tempo indeterminato, con un concorso, diciamo così, light, come abbiamo scritto nei giorni scorsi in un articolo rispetto al quale, finalmente, il presidente dell’Idrico Pasquale

Di Biasio ha detto di voler presentar querela, per la nostra gioia, visto e considerato che nella sede in cui la magistratura inquirente dovrà svolgere l’azione penale, istruendo un fascicolo nei confronti del sottoscritto, sarà costretta a leggere le migliaia e migliaia di pagine, che abbiamo intenzione di presentare, e ad ascoltare almeno una 50ina di testimoni, a partire proprio dall’ex capo dei revisori dei conti, che intendiamo fermamente citare.

In attesa di questo showdown (vediamo se avete il coraggio di presentarla questa querela, cari De Biasio e Zannini, vi aspetto a pie’ fermo con una mezza dozzina di avvocati volontari e pronto a rovesciare il tavolo, presentando io una querela per calunnia contro di voi), intanto, le uova nel paniere gliele abbiamo rotte, ritardando l’iter del concorso – macchietta. E allora, Innocenti potrà studiare ancora di più i metodi attraverso cui si stabiliscono i posti di una pianta organica in un equilibrato organico rapporto tra costi e benefici.

E già, perché il nostro è esperto soprattutto in somme urgenze e in affidamenti sotto soglia per l’edilizia scolastica, mentre sconta ancora una carenza di conoscenze e di cognizioni in tema di personale.

Se non stessimo parlando del simpatico Giovanni Innocenti che, in tutta evidenza, non sa cosa dice quando rilascia certe dichiarazioni, staremmo qui a stigmatizzare l’atteggiamento minaccioso, che lambisce e forse valica, supera il confine del comportamento antisindacale, nel momento in cui replica a Michele Sabia, maliziando sulla ragion d’essere della sua presa di posizione assunta sulle gravi, ormai vergognose carenze che hanno abbassato il livello dei servizi erogati ai suoi cittadini dal comune di Aversa, ad un livello inferiore a quelli della Somalia al tempo in cui impazzavano le bande dei cosiddetti signori della guerra. Innocenti, uno estraneo alla relazione tra interessi personali e affiliazione politica, cosa che risulta indiscutibilmente chiara dal modo con cui è entrato nel consorzio idrico, prova a depotenziare le parole di Sabia, accusandolo di parlare da politico.

Peraltro, nell’articolo in questione, scritto da un giornalista che possiede anni e anni di esperienza, soprattutto nelle cronache sindacali, la sortita di Sabia era stata correttamente presentata come la posizione espressa da un sindacalista della Cisl- Funzione pubblica. Insomma, se Sabia parla è perché, evidentemente, ne ha titolo e perché, probabilmente, è anche un rappresentante, un Rsu nel Comune di Aversa.

Dunque, non solo ha il diritto, ma ha il dovere di porre certe questioni, di denunciare, ad esempio, che di qui a pochi mesi l’ufficio dello Stato civile rimarrà senza dipendenti perché andranno in pensione gli ultimi sopravvissuti e che dunque l’interfaccia più importante di relazione diretta tra un Comune e i suoi cittadini, crollerà definitivamente, azzerandosi allo stato comatoso in cui già versa da molto tempo, così come ci è stato raccontato da più aversani, tornati a mani vuote dall’avventura della richiesta di un certificato e, soprattutto, con un diavolo per capello, respinti da una situazione che, al confronto, gli anni 50 post bellici erano una sorta di paradiso dell’efficienza.

Additare in quel modo un sindacalista che fa il suo dovere, meriterebbe una reazione durissima. Poi, pensiamo al Consorzio idrico, a come Innocenti c’è arrivato, al suo sposalizio politico con Giovanni Zannini, ai suoi due ribaltoni, fatti il primo con De Cristofaro, il secondo con Alfonso Golia; poi pensiamo ancora agli staffisti di Di Biasio, della cui cerchia Innocenti fa parte grazie a un  chiamata diretta totalmente discrezionale, e, allora ci rendiamo conto che è perfettamente inutile entrare nel merito giuridico e tecnico-amministrativo su ciò che Innocenti ha dichiarato (si fa per dire), promettendo destini luminosi e progressivi e l’avvento, con lui in giunta, di  una sorta dell’età dell’oro, in cui tanti talenti, due nuovi dirigenti, due nuove categorie D e 10 lavoratori a tempo determinato, mandati, come dice questo erede di Bassanini, dal Governo nazionale, trasformeranno, in pratica, il Comune di Aversa in un Comune svizzero.

Per quanto riguarda, poi, la chiamata in responsabilità delle precedenti Amministrazioni, che non avrebbero fronteggiato, quando bisognava farlo, il depauperamento degli organici, ci chiediamo dove stesse Innocenti negli ultimi anni della sindacatura di De Cistofaro. Ce lo chiediamo, ma solo per modo dire, perché lo sappiamo bene: era assessore. Esattamente come oggi.

Vedete, noi non vogliamo accanirci contro questo politico con cui, come capita nel novanta per cento di quelli di cui ci occupiamo, conosciamo solo e solamente in fotografia.

Ma lui Innocenti, è una tentazione troppo forte, perché rappresenta veramente un archetipo, in cui si specchia il declino, la perdizione della politica di questo territorio. Leggendo, infatti, le modalità con cui, grazie alla politica e ad un rapporto estremo con un interprete spregiudicatissimo della stessa, qual è diventato Giovanni Zannini, se non vuoi essere eduro, acustico, considerando l’inconsapevolezza di sé che connota il personaggio, devi concederti almeno la libertà democratica della satira, dell’ironia perculante. Bisogna farlo nel momento in cui l’archetipo, ciò che Innocenti rappresenta, al di là della sua persona, che non ci permettiamo di discutere, possa esercitare una potestà, da cui dipende la vita e la qualità dei servizi per decine di migliaia di cittadini aversani, che pagano tasse salatissime per sentir pronunciare queste, vabbe’ chiamiamole amenità, dall’assessore per grazia ricevuta, a Giovanni Innocenti.