LA CAMORRA DI MADDALONI. L’ordine di Sal d’Albenzio: “Non andare con il fucile, usa il kalashnikov per distruggere la vetrina di quel negozio”

4 Maggio 2020 - 12:01

MADDALONI – “Tu non devi andare con il fucile ma con il kalashnikov, perche’ con un colpo gli spacchi la vetrina“. E’ il consiglio che il boss della camorra Salvatore D’Albenzio da’ al suo braccio destro che di li’ a poco dovra’ andare a far visita ad un commerciante cui chiedere il pizzo. La conversazione, che dimostra la disponibilita’ di armi del clan, e’ stata intercettata dalla Squadra Mobile di Caserta nell’ambito dell’indagine della Dda di Napoli che ha smantellato con nove arresti per reati di associazione camorristica, estorsione e relativi ad armi e droga, la cosca capeggiata dal 49enne D’Albenzio, rampollo di una famiglia di camorristi da almeno tre generazioni; a Maddaloni D’Albenzio imponeva “la sua legge”, obbligando uffici e attivita’ a rimuovere le macchinette per la distribuzione di caffe’, snack e bevande e ad installare quelle facenti capo a societa’ colluse con la cosca.

Il titolare di una di queste ditte pero’, ad un certo punto, si e’ rifiutato di andare ad installare gli apparecchi laddove gia’ c’erano, dissociandosi dal clan. Anche gli spacciatori venivano terrorizzati e costretti a rifornirsi dai D’Albenzio. Nei mesi scorsi, proprio la Squadra Mobile di CASERTA aveva compiuto altre indagini sull’infiltrazione della camorra a Maddaloni, anche durante le elezioni. Indagini che avevano esponenti politici, tra cui lo stesso sindaco attuale Andrea De Filippo, sotto processo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere per voto di scambio con l’aggravante mafiosa.