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La Cassazione respinge il ricorso: “No all’arresto dell’avvocato…”

7 Aprile 2019 - 17:19

SANTA MARIA CAPUA VETERE – La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura contro la decisione del tribunale del Riesame che aveva annullato le accuse a carico di Raffaele Scirè, avvocato di Santa Maria Capua Vetere e di altri indagati (tra cui l’assessore al Bilancio del comune di Pontinia, provincia di Latina), accusati di corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraene, falso ideologico, truiffa ai danni dello stato, per la gara di affidamento del servizio riscossione tributi.

La procura, dopo l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare che aveva portato all’arresto di 6 persone, si è rivolta alla Cassazione. Gli indagati, secondo l’accusa, avrebbero pilotato la gara per il servizio riscossione tributi per favorire una ben precisa società, in cambio di favori, tra cui l’assunzione della figlia di un funzionario e l’affidamento a Scirè che si stava occupando di predisporre gli atti amministrativi,dell’incarico di consulente per la gestione del contenzioso legale.

Il punto decisivo sul quale il Tribunale ha escluso la configurabilità della ipotesi delittuosa provvisoriamente contestata – e che il ricorso ha inteso contrastare con mere affermazioni di fatto – riguardava la messa in pericolo concreto della correttezza del procedimento di predisposizione della gara. Va al riguardo osservato che perché possa rilevare il turbamento sanzionato dall’art. 353-bis codice penale è pur sempre necessario che vi sia un procedimento amministrativo volto all’approvazione del bando di gara, posto che altrimenti la tutela offerta dal legislatore attraverso tale norma verrebbe a perdere della sua specificità in funzione di una tutela generalizzata della correttezza dell’attività della pubblica amministrazione, che, a determinate condizioni, può ricadere sotto la previsione di altre disposizioni del codice. In tale prospettiva, il Tribunale ha rilevato che un procedimento a tal fine non era stato neppure avviato dalla pubblica amministrazione, risultando le delibere in bozza predisposte dagli indagati meri atti generici prodromici all’avvio del procedimento e il cui contenuto era neutrale rispetto alla futura indizione della gara“,

hanno scritto gli ermellini.