LA FOTO S.MARIA C.V. Sbagliato ridere su questo stallo di sosta che divora le strisce pedonali. Antonio Mirra vincerà a mani basse perchè il suo zero non sarà valutato da una opinione pubblica, ormai inesistente

20 Settembre 2021 - 12:19

Da qualche giorno c’è stata spedita questa foto che effettivamente è buffa in considerazione della grossolana violazione del codice della strada, compiuta nella relazione tra lo stallo e le strisce pedonali. Ma questa immagine, a pensarci bene, fa capire tante cose dell’attuale città che nonostante sia regredita pesantemente negli ultimi 5 anni…

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE – (g.g.) Quanto e in cosa è migliorata Santa Maria Capua Vetere negli ultimi cinque anni? Ora, è anche probabile che l’impossibilità di dedicarci, con la stessa intensità del passato, al racconto, al nostro tipo di racconto, di questa città bella e abbandonata, soprattutto negli ultimi due anni, ci abbia impedito di vedere cose prodigiose, cogliendo un’inerzia positiva che, dal chiuso della nostra redazione, non siamo riusciti a cogliere e non riusciamo a cogliere nemmeno nel presente.

Ma se questa ipotesi non si può scartare, lo stesso discorso bisogna farlo con quella opposta che implicherebbe, invece, una nostra corretta comprensione delle cose sammaritane dell’ultimo lustro. Dunque può darsi anche che oggi ciò che vediamo o percepiamo nelle occasioni in cui ci siamo passati e ci passiamo o quando, comunque ci siano occupati, seppur più saltuariamente, di essa, rappresenti l’autentico e disastroso stato delle cose.

Perché se è vero che non abbiamo avuto la possibilità di dedicarci alla sua cura giornalistica così come avrebbe meritato, è anche vero che per circa vent’anni, il sottoscritto ha redatto articoli in continuità e in quantità copiosissime sin dai tempi della prima Gazzetta di Caserta, per poi proseguire con il Giornale di Caserta, con i 5 anni della mia direzione del Corriere di Caserta fino a giungere all’esperienza in corso di Casertace. Per cui ci basta guardarla in faccia la vecchia Capua per capirla al volo o quasi. Insomma, se oggi affermiamo che a nostro avviso Santa Maria non è progredita di un millimetro, anzi è regredita in ognuno dei fondamentali che definiscono la qualità della vita di una città di target simile al suo, questo giudizio non è sicuramente attinto dal Vangelo, ma riteniamo che alla luce di quanto scritto prima, si fondi su una sostanziosa e solida cognizione di causa.

Progetti di sviluppo contenenti una visione, una missione, una vocazione, un’identità, zero. Solite operazioni palazzinare al grido auto assolutorio “così fan tutti” e noi, che fessi non siamo, non ci tiriamo certo indietro nel mettere le mani in pasta. Questa roba non ha nulla a che vedere con una visione, con un progetto che integri le attitudini, le vocazioni, gli estri.

Seconda osservazione: il percorso della vivibilità ha imboccato una discesa vertiginosissima e si attende l’ineluttabile ed inevitabile “morto da movida” per darsi la mano con Caserta, dove il morto c’è già stato.

Terza osservazione: Santa Maria Capua Vetere, città della cultura. Va buo’, che ne parliamo a fare. C’è una questione emblematica che rende inutile affrontare tutte le altre: l’anfiteatro romano trasformato in monumento cafonal, buono per spararci i fuochi d’ artificio allegati alle finissime festicciole organizzate nel trash ristorante Amico Bio, a cui è stato consentito di tutto e di più, in una corsa al brutto a cui hanno pesantemente contribuito le due Sovrintendenze, dalla famigerata canna fumaria in poi. Vogliamo parlare poi di legalità? Magari vi ripubblichiamo tutti gli audio del concorso chiaramente taroccato e ovviamente impunito per l’assunzione di alcuni vigili urbani, così evitiamo di aggiungere inutili parole.

Vabbe’, su questi fronti si è fatto zero, ma quantomeno sono state catturate risorse regionali, statali ed europee. Zero. Anzi, ad un certo punto, l’Amministrazione Mirra – Leone ha dato l’impressione di farlo apposta nel fallire gli appuntamenti con i finanziamenti come hanno dimostrato anche gli ultimi elenchi dei Comuni beneficiari di quattrini regionali per la manutenzione delle scuole. Un’impressione che abbiamo ricavato dallo sconcerto scaturito dalla perdita di questi fondi in rapporto all’estrema semplicità, alla elementarità delle procedure istruttorie di richiesta. Noi siamo arci-sicuri che, se lanciassimo un sondaggio, domandando ai sammaritani se la città, negli ultimi cinque anni, sia andata avanti oppure indietro, una schiacciante maggioranza risponderebbe che è regredita.

E allora perché Antonio Mirra si avvia a vincere in scioltezza le prossime elezioni, che servono sostanzialmente solo ad alimentare le sue non modeste ambizioni che lo proiettano verso le prossime elezioni per il presidente della Provincia, trampolino di lancio per concorrere poi alle prossime Politiche o in alternativa alle Regionali, se non addirittura alle Europee? C’è un’immagine emblematica che circola in rete in questi giorni. Ve la mostriamo nella foto in evidenza.

Sarebbe troppo comodo, sarebbe un miope e iper-riduttivo esercizio valutativo farsi quattro risate e confezionare qualche battuta allusiva sull’assessore Luigi Simonelli, che, ci dicono, possiede la delega alla mobilità cittadina. Simonelli è il meno colpevole di tutti. Quelle strisce, quello stallo destinato al parcheggio a pagamento che invade e travolge il passaggio pedonale, prendendo a calci in culo, nemmeno poi tanto simbolicamente, norme elementari e cardinali del codice della strada, ha un significato forte e chiaro, che non va banalizzato: nessuna dinamica di questa città legherà il voto del 3 e 4 ottobre alla costituzione di una vera opinione, marchio di fabbrica di ogni cittadinanza, non attiva, per carità, significherebbe chiedere troppo, ma quanto meno cosciente, appena pensante.

Anche perché chi dovrebbero essere quelli che attrezzati per aiutare i sammaritani a pensare? La Santillo? Aveta? Per carità, brave persone, ma inadeguate e improponibili come incarnato di un progetto alternativo, di autentico riscatto, di autentica ripresa di questa città. E allora, il voto del 3 e del 4 non conterà un tubo. Chi andrà al seggio, lo farà per riconoscere una cortesia all’amico, al parente, all’affine, al conoscente o a chi ti pagherà la bolletta, se sei un poverocristo. Nessuna di queste motivazioni ha a che fare, neppure lontanamente, con la speranza di un progresso possibile di Santa Maria Capua Vetere e della sua comunità.