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LA NOTA CASERTA. Enzo Bove si è dimesso da consigliere comunale. Il caso Cicala e la cazzimma, l’intrallazzo politico che non devono essere atti costitutivi delle proprie ambizioni

29 Gennaio 2021 - 12:22

In calce alla nostra riflessione, il testo integrale della lettera con cui l’esponente di Città Futura ha annunciato l’addio al suo seggio 

 

CASERTA(g.g.) Vincenzo Bove, per gli amici Enzo, è una brava persona. Anzi, citando la famosa canzone divenuta goliardica dopo essere stata però, in prima battuta, legata ad un evento storico culminato in uno sfottò reciproco tra francesi e inglesi, Enzo Bove “è un bravo ragazzo e nessun lo può negar” (GUARDA IL VIDEO).

Ma Enzo Bove, oltre ad essere un bravo ragazzo, “è un bravo ragazzo casertano“, cioè con quello stigma impresso nel proprio dna, di un malinteso senso di pragmatismo, di praticità, che in realtà sono misere forme di coltivare piccoli interessi individuali, che poi rappresenta il virus storico politico che azzera ogni minima passione, facendo totalmente scomparire, come discrimine delle scelte politiche, l’adesione ad un’idea reale vissuta in una dimensione collettiva, del mondo, del nostro paese e soprattutto della propria città.

Enzo Bove, la volta scorsa, volle fortissimamente candidarsi a sindaco. Non riuscì a costruirsi una coalizione forte, importante ma schierò un candidato cioè il sottufficiale dell’aeronautica Marco Cicala, elemento stimato e rappresentativo anche perchè svolge la funzione di sindacalista nel Cocer. Il Cicala prese tanti voti. Evidentemente non aveva capito bene come avrebbero funzionato le cose. Se è vero infatti che la legge elettorale, fa scattare il seggio in base al risultato della lista e non in base a quello del candidato sindaco, è anche vero che nel momento in cui questo seggio scatta, non va al più votato della lista, bensì proprio al candidato sindaco.

Fu la lista di Città Futura, ma soprattutto i voti personali raccolti da Marco Cicala, a consentire dunque ad Enzo Bove di entrare in consiglio comunale dove ha dato, se si eccettua qualche caso sporadico, scarsissima notizia di sè in questi 5 anni, sprecando l’occasione e anche quel piccolo gioco di abilità consumato nei confronti dell’esponente dell’Arma Azzurra. Cicala rimase fuori con il proverbiale pugno di mosche in mano. Non sappiamo se sperasse in un apparentamento al ballottaggio o nella promessa di Bove di dimettersi dopo un breve periodo temporale, in modo da rendere anche giustizia al consenso significativo che aveva raccolto. Fatto sta che il sottufficiale è rimasto fuori dal consiglio comunale e si avvia a rientrarci adesso quando, diciamocela tutta, non conta veramente un tubo farne parte, dato che mancano tre mesi al termine della consiliatura.

Uno scrupolo postumo? Un esame di coscienza a scoppio ritardato, quello di Enzo Bove? “Perchè è un bravo ragazzo“, dunque potrebbe anche essere. Però in tanti ci dicono che questo pallino di fare il sindaco, non se lo sia tolto dalla testa. Noi, 5 anni fa, non lo conoscevamo bene. Per cui seguimmo anche con un certo interesse la sua campagna elettorale, quella di un imprenditore, in verità, più che altro la campagna elettorale del figlio di un imprenditore, che proponeva le sue ricette per il futuro di Caserta. In questi 5 anni, l’abbiamo conosciuto meglio. Per cui, in prima battuta, ci siamo persuasi del fatto che si tratti sicuramente di un bravo ragazzo, ma abbiamo contestualizzato questa nostra idea all’aggettivo utilizzato all’inizio di questo articolo: Enzo Bove è un bravo ragazzo casertano, per cui pur avendo nella testa, così come sta dimostrando in queste settimane, di ricandidarsi a sindaco e pur sapendo che Carlo Marino a sua volta si sarebbe ripresentato, non ha svolto nessuna attività reale e realmente visibile di opposizione, di un’opposizione magari costruttiva e costantemente tesa, alla maniera anglosassone, a costruire per l’appunto, su ogni tema dell’attualità politico e amministrativa, una sua posizione alternativa, compostamente antagonistica.

Per farvela breve, se Enzo Bove avesse svolto il suo mandato di consigliere di minoranza affrontando un centesimo, ma solo un centesimo dei temi che CasertaCe ha messo a fuoco in maniera dettagliata, con decine e decine di inchieste giornalistiche sempre documentate fino all’ultimo dettaglio e con larga profusione di atti, messi a disposizione dei nostri lettori a suffragio di quello che scrivevamo, Enzo Bove avrebbe, ai nostri occhi, per quello che conta, piena legittimità nel riproporre se stesso a candidato sindaco.

Noi siamo fatti così. Siamo ancora dell’idea che la politica debba essere una cosa seria e ad ognuno tocca il suo. Lo testimoniamo ogni giorno nel peggiore posto che esista al mondo per portare avanti un discorso del genere, cioè quello della buona politica. Siamo convinti pure che una persona, la quale ritiene di proiettare se stessa alla carica più importante della sua città, debba far capire ogni giorno ai suoi concittadini di essere dentro alle questioni, dentro ai problemi, ma soprattutto, se sta in consiglio comunale, deve operare in modo da rispettare alla lettera il segno del mandato popolare ricevuto, fornendo una ulteriore e ancora più decisiva dimostrazione: rischiare in proprio, metterci la faccia e accettare tutti i disagi sicuramente determinati dallo svolgere un’attività politica all’opposizione e non nelle comodità di una maggioranza.

Perchè è troppo comodo, ogni 5 anni, candidarsi a sindaco. Ma il candidarti non è e non può essere un punto di partenza di una trama politica ma deve essere, soprattutto quando uno in consiglio comunale ci sta, il completamento, il coronamento naturale di un percorso di lotta testimoniale, unica cornice in cui può essere iscritta una proposta di alternativa di governo. 

Enzo Bove dunque doveva essere un consigliere di opposizione in prima linea, proprio perchè si era candidato a sindaco 5 anni fa e proprio perchè aveva intenzione di farlo ancora oggi, ma di lui, invece, non si è accorto nessuno o quasi nessuno. Un’ultima osservazione che poi è una domanda, in realtà più retorica che fattuale: essendo lui “un bravo ragazzo…” casertano, non è che in qualche circostanza, ha ceduto alla tentazione, tipicamente autoctona, di piazzare consociativamente qualche impresa a lui vicina, in qualche lavoro pubblico, che so, dentro alle procedure di quell’altro scandalo di cui nessuno più parla, relativo alle opere dello stadio Pinto, finanziate con i soldi delle Universiadi e che sicuramente non sono state realizzate nei tempi previsti dai capitolati, dalle norme e dai contratti?

Oggi, dunque, Enzo Bove si dimette per far entrare in consiglio Marco Cicala. Questi, a nostro avviso, fa molto bene ad entrarci, munito però, della memoria di quello che gli è capitato subito dopo le elezioni comunali del 2016.

 

QUI SOTTO LA LETTERA DI DIMISSIONI DI ENZO BOVE