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LA NOTA. Mah, Salvini si intende di Ato, c’entra il prefetto Piantedosi? Velardi unico colpevole

15 Novembre 2018 - 18:07

MARCIANISE(Gianluigi Guarino) Farebbe bene il ministro Matteo Salvini ad informarsi correttamente prima di affrontare la delicatissima questione degli Ato rifiuti delle province di Napoli e Caserta.

Molto stupiti siamo rimasti, pur conoscendo il vigore ancora giovanile del ministro e la conseguente possibilità di introitare in poco tempo tantissime nozioni e tantissime informazioni, sul fatto che stamattina in Prefettura, a Napoli, abbia parlato con tanta apparente cognizione di causa degli Ato rifiuti, considerandoli, aggiungiamo noi, giustamente, almeno in linea di principio, degli inutili carrozzoni in cui si registra l’incapacità tout court degli amministratori locali di questo territorio.

Siccome, il capo di gabinetto del ministro è il prefetto Matteo Piantedosi, non è improbabile che sia stato proprio lui a informare il capo del Viminale. Il problema è che questo Piantedosi, da quando il sindaco di Marcianise Antonello Velardi si è felicitato con lui per la nomina ricevuta, è diventato uomo al… di sotto di ogni sospetto. Problema colposo, e non doloso, fino a prova contraria, nessuno dubita, infatti, della sua integrità morale.

Ma Piantedosi non conosce a fondo la vita e le opere, soprattutto quelle recenti, di Antonello Velardi. Per cui, è portato a credervi, a considerarlo capace di contributi liberali, ispirati cioè dalla libertà e dall’indipendenza di un professionista prestato alla politica, così come Velardi si auto dipinge e non come un politico, quale è sempre stato, invece, sin da piccolo il nostro, prestato al giornalismo e al professionismo.

E siccome i politici più spregiudicati sanno riciclarsi, ora che il Pd non va più di moda e a Velardi non serve più a nulla, lisciare il pelo a Salvini, magari facendogli propinare, attraverso Piantedosi, una versione di fatto sugli Ato deformata e tendenziosa, può essere un’idea per il futuro, dato che Velardi pensa in grande e addirittura, ritenendosi un primissimo della classe sogna ora di candidarsi a presidente della Regione.

Al leader della Lega e ministro degli interni le cose vanno, invece, spiegate bene, a partire dal fatto che già più di un anno fa il consigliere regionale Gianpiero Zinzi, a quel tempo militante in Forza Italia, presentava un’interrogazione per chiedere il commissariamento dell’Ato di Caserta. E lo faceva denunciando l’obiettiva, inconfutabile inerzia del presidente di allora, il cui nome, chissà se Piantedosi ha cognizione di ciò, era proprio quello di Antonello Velardi, che per 527 giorni ha creato un danno anche economico, ma soprattutto di prospettiva rispetto ai gravi problemi di Terra dei Fuochi, che hanno reso necessaria, stamattina, la visita di Salvini nella Prefettura partenopea.

Se nulla è stato fatto in questa provincia per rideterminare, rivoluzionare il sistema dei rifiuti, l’unico colpevole, dunque, per questi motivi ampiamente argomentati e ampiamente documentabili, si chiama Antonello Velardi.

Già immaginiamo la confutazione: quei cattivoni, quei corrotti, insomma quelli là, i vari Marino, Mirra, Munno e compagnia non mi avrebbero mai permesso di realizzare una politica di vera innovazione. Ma chi potrebbe credere a questa spiegazione? Noi no, di sicuro. Perchè, conosciamo bene la tempra incontinente, incontenibile, spesso furiosa del sindaco di Marcianise, pronto a riempire i social della sua tipica prosa densa di luoghi comuni, anche se piscia l’uccello.

Per cui, se veramente fosse stato bloccato dai presunti sindaci tresconi, avrebbe potuto tranquillamente proporre delle deliberazioni dirompenti e, di fronte alla bocciatura dei biechi conservatori dello status quo, avrebbe potuto convocare 250 conferenze stampa e auto smarchettarsi in 100 interviste domenicali nel giornale che tanto lo soccorre e che per lui sta facendo cose che probabilmente non ha mai fatto in 126 anni di storia, anche grazie, evidentemente, alle ampie rimesse che il popolo di Marcianise corrisponde, mensilmente, alle casse di questo giornale.

Per cui, siccome Velardi non è mai intervenuto sull’Ato se non quando, per mera vanità e per una semplice espressione di lesa maestà, ha incrociato l’atto di sfiducia degli altri sindaci che compongono l’assemblea, significa che lui è stato semplicemente inerte, tecnicamente incapace e, come tale, incrocia perfettamente la valutazione netta, tranciante che Salvini ha fatto sull’operato dei sindaci di questa provincia.