LA NOTA. Pazzesco, altro che centro storico. Domani mancherà l’acqua per 12 ore per almeno 60 mila casertani. Una città sempre più invisibile

9 Gennaio 2019 - 21:07

CASERTA – (Gianluigi Guarino) Un vero e proprio disastro. Alle 8 e mezza di sera, quasi disfatti dopo aver raccontato, per una giornata intera, le malefatte che si consumano nelle stanze del comune capoluogo, siamo costretti a lavorare ancora su queste incredibili nefandezze. Incredibili, perchè onestamente neanche ad applicarsi, con postura luciferina, si riuscirebbe a far di peggio.

Nel corso della giornata abbiamo inserito, pensando che si trattasse di roba di routine, un paio di comunicati sull’interruzione dell’erogazione idrica nella città di Caserta. Avendo letto che questo sarebbe accaduto nel centro storico e pur considerando la serietà e la delicatezza dell’evento, visto che 12 ore senz’acqua sono difficili da gestire, soprattutto per anziani, commercianti, studi medici, abbiamo deciso di non infliggerci un supplemento di lavoro esplicativo, dentro ad una giornata che, ripetiamo, ha ospitato articoli tanto duri, quanto argomentati e documentati, sull’ormai assurda e incommentabile gestione della città di Caserta.

Illusi: alle 8 e mezza, ci tocca lavorare ancora. Non c’eravamo accorti, infatti, che nell’elenco delle scuole, chiuse per questo disservizio, ce ne sono diverse che col centro storico non c’azzeccano proprio nulla: Viale Beneduce, Viale Cappiello, via GM Bosco, Corso Giannone, via Ruggiero, via Roma, Viale Medaglie D’Oro, via Renella, via Sant’Antida, via Tanucci, via Ferrara, via De Gasperi, via Settembrini, Viale Michelangelo e via Ceccano.

E questo sarebbe il centro storico? Abbiamo riletto il comunicato e il centro della città diventa anche rione Acquaviva, via Ferrarecce e viale Lincoln. Arteria, quest’ultima, che per la sua particolare topografia, definirla “centro della città” o centro storico, rappresenta una sorta di delirio da sindrome del decentramento.

Risultato: la confusione, dovuta al fatto che l’ultimo pensiero che pervade la testa del sindaco Carlo Marino e dei suoi dirigenti, è quello relativo al bene della città e dei casertani. Nessuno sa bene dove mancherà l’acqua. Quelli che hanno tentato di chiamare, dopo le 16, gli uffici di Italgas, hanno dovuto arrendersi alla dura legge di una segreteria telefonica. E il vano e ingenuo tentativo di chiedere, poi, semmai, lumi ai vigili urbani è andato miseramente a vuoto, visto che dalle parti della ex Saint Gobain, nulla hanno detto di sapere.

Guardando la mappa delle strade e delle aree, si capisce che saranno poche, pochissime quelle esenti. Tant’è vero che gli unici uffici comunali che rimarranno aperti saranno quelli, in verità fondamentali, si fa per dire, del Belvedere, quelli dei vigili, nella già citata zona ex Saint Gobain, e i cimiteri. Il resto, tutto chiuso. Chiusa un’intera città per 12 ore, con un pesantissimo disagio per decine di migliaia di abitanti, visto che l’operazione non è affatto circoscritta, così com’era sembrato che fosse in un primo momento.

Ma è questo il modo di comunicare un evento del genere? Ma i vari Carlo Marino, Biondi, Natale, De Michele, Sparago e compagnia si rendono conto cosa significhino 12 ore, non 12 minuti, 12 ore senz’acqua per un intero apparato commerciale, per un intero apparato di servizi fondamentali resi alla persona, per i tanti anziani e i tanti disabili che la mattina non escono e sono aggrappati ad un sistema di vita che spesso è solamente un sistema di sopravvivenza?

Vedete, cari casertani, quando qualcuno, ancora oggi, afferma, mentendo e sapendo di mentire, che noi di CasertaCe, pur di attaccare, ci aggrappiamo a tutto, costruendo storie artificiose, dovreste riflettere su cosa significhi governare una città, un sistema di convivenza organizzato che si esplica in migliaia e migliaia di azioni professionali, ma non solo, quotidiane.

Se un’amministrazione comunale si ricorda, solo il giorno prima, che forse è utile informare la gente che l’acqua mancherà per l’intero arco della giornata successiva, vuol dire che siamo ad un tratto di incapacità patologica ed irreversibile o di insensibilità matricolata da parte di gente che la mattina al comune ci va solo e solamente per imbrogliare gare d’appalto, per dare incarichi a figli e parenti, per far favori a questa e a quell’altra persona, non considerando le medesime dei cittadini, ma rubricandoli solo come elettori, in quanto portatori di voti.

Una città del genere è destinata a morire nell’aretratezza. Perchè non aprire un contenzioso polemico con chi l’amministra, non farsi sentire come società civile, di fronte a fatti come questi, significa non esistere, significa che Caserta è una locandina, un’insegna peraltro spiegazzata e ingiallita e non una comunità orgogliosa di essere tale e desiderosa di crescere insieme.

 

QUI SOTTO L’ELENCO COMPLETO DELLE SCUOLE CHE RESTERANNO CHIUSE

Scuola Materna Comunale – Viale Beneduce –

Asilo Nido Comunale – Viale Cappiello

Istituto Comprensivo “Ruggiero” Via Montale e via Trento (Scuola Media)

IV Circolo Didattico Lorenzini – Viale Cappiello e Via G.M. Bosco

Istituto Comprensivo “De Amicis – Da Vinci” – Corso Giannone e Via E.Ruggiero (Scuola media)

Istituto Comprensivo “Giannone” – Corso Giannone (Scuole Medie) e “Radice” – Via Roma

Scuola Media “Alighieri” – Via Medaglie d’Oro

 

ISTITUTI PARITARI

Istituto S.Anna – Via Renella

Istituto Salesiani – Via Roma

Scuola Sant’Antida – Via Sant’Antida

Scuola il Girotondo – Via E. Ruggiero

Istituto Suore Riparatrici – Via Tanucci

 

ISTITUTI SUPERIORI

Istituto “Diaz” – Via Ferrara

Istituto “Manzoni” – Via De Gasperi

Istituto “Mattei” – Via Settembrini

Istituto “Giordani” – Via Laviano

Istituto “Buonarroti” – Viale Michelangelo

Istituto “Giannone” – Corso Giannone

Istituto “Terra di Lavoro” – Via Ceccano