La Procura Generale impugna il permesso premio per il capozona dei Casalesi. La Cassazione: “Ricorso inammissibile. Permesso già goduto dal detenuto”

2 Luglio 2024 - 15:19

 Respinto il ricorso presentato dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello de L’Aquila

LUSCIANO – Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello de L’Aquila ha presentato ricorso dinanzi alla prima sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Filippo Casa, per il beneficio concesso dal tribunale di sorveglianza aquilano, a Luigi Costanzo, 58enne capozona per conto del clan dei Casalesi, a Lusciano

Il ricorso proposto poggiava sul presupposto che il magistrato di sorveglianza non aveva adeguatamente valutato i rapporti criminali di Luigi Costanzo con il clan. Tesi, quella del sostituto procuratore generale, avvalorata dai rapporti della Dna e Dda di Cagliari, dai quali emergeva che Costanzo avesse ancora potere anche dal carcere Per tali motivi a parere del Procuratore non poteva essere concesso il permesso premio

Per gli ermellini, però, il ricorso è inammissibile perchè “il permesso premio è stato già goduto dal detenuto. Tale circostanza fa venir meno l’interesse del ricorrente a una decisione di merito sulla legittimità del provvedimento impugnato in quanto l’eventuale accoglimento del ricorso proposto non porterebbe alcuna concreta conseguenza”.