LA SENTENZA. Il commerciante Gianni Morico assolto, riduzione di pena per Pasquale Fontana, uscito ieri dal carcere dopo esservi stato per 2 anni in più rispetto a quanto fosse giusto

2 Dicembre 2020 - 10:32

E’ il verdetto della Corte di Appello dove il processo era ritornato a seguito dell’annullamento, da parte della Cassazione, di una prima sentenza in cui entrambi gli imputati erano stati duramente condannati

 

CASAPESENNA/SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) Già da ieri Pasquale Fontana, considerato un esponente di spicco del gruppo di Michele Zagaria e dunque del clan dei casalesi, ha lasciato il carcere di Tolmezzo, riconquistando dopo diversi anni, un pieno status di libertà personale. Effetto della sentenza pronunciata sempre ieri dai giudici della Quinta Sezione penale della Corte di Appello di Napoli, presidente Loredana Acierno, che ha ridotto a 7 anni e 4 mesi la pena di 12 anni inflittagli nel primo processo di secondo grado, quello celebrato, qualche tempo fa, in un’altra sezione della Corte di Appello di Napoli, precisamente la Terza e annullata nell’estate scorsa, dalla Corte di Cassazione che aveva rinviato tutta la documentazione per adeguata revisione ad una sezione di Corte d’Appello differente da quella che aveva formulato il verdetto di condanna a 12 anni.

E così ieri, accogliendo in buona parte le tesi dell’avvocato difensore Giovanni Cantelli, i giudici hanno ridotto il carico afflittivo di quasi 5 anni. Raccontata così sembra una cosa molto lineare, ma il nostro lavoro è quello di rendere il più possibile semplice quello che semplice non è. In Cassazione, infatti, l’avvocato Cantelli c’è andato perché ha ritenuto, e i fatti gli hanno dato ragione, che quella sentenza di condanna a 12 anni fosse sbagliata. Quella pena era venuta fuori da un’applicazione dell’istituto della continuazione cioè del collegamento dei fatti di un’ordinanza a quelli di un’altra ordinanza, evidentemente collegati ai primi. I giudici di secondo grado avevano stabilito che il reato più grave a cui agganciare la continuazione fosse quello di associazione a delinquere di stampo camorristico. Per cui, a farla breve, era venuta fuori in un primo tempo addirittura una condanna a 14 anni anni, poi modificata a 12. La Cassazione invece ha stabilito che il grado di riferimento sia quello di estorsione per effetto del quale nel procedimento giudiziario chiuso relativo alla prima ordinanza, Pasquale Fontana è stato condannato in via definitiva a 5 anni e 4 mesi, tutti scontati. La sentenza di ieri, accogliendo ovviamente il rielievo della Cassazione, ha applicato la continuazione sul reato estorsivo. Si è partiti dunque da 5 anni e 4 mesi e ne sono stati aggiunti 2. Ma siccome Pasquale Fontana dopo aver scontato la pena definitiva suddetta, legata alla prima ordinanza, è stato in carcere per ulteriori quattro anni con misura preventiva legata alla seconda ordinanza, per intenderci quella che come andremo a vedere riguardava una che l’imprenditore del pane Gianni Morico, ciò vuol dire che Pasquale Fontana è stato in carcere due anni in più rispetto a quanto ci dovesse stare, precisamente per 7 anni e 4 mesi come ha sentenziato ieri la Corte di Appello. Ovviamente, essendo stato in cella 9 anni e 4 mesi era il minimo che ieri uscisse dal carcere come effettivamente è accaduto.

In questo processo era presente anche Gianni Morico, originario di Grazzanise ma residente da anni a Santa Maria Capua Vetere, noto commerciante di pane, amico di Pasquale Fontana e anche di molti altri elementi appartenenti al clan dei casalesi. E sull’amicizia non c’è dubbio perchè dall’ordinanza, a suo tempo emessa da un gip del tribunale di Napoli, emersero anche intercettazioni che dimostravano le relazioni tra Morico e i camorristi di Zagaria tra cui Nicola Del Villano. Ma avere rapporti con personaggi della malavita e considerare questi come fine a se stessi o al massimo dentro ad una dialettica relazionale non connotata da fatti criminalmente provabili e comprovabili, attiene alla valutazione morale, peraltro opinabile, mentre c’entra fino a un certo punto con la valutazione giudiziaria.

Ed evidentemente i giudici della Quinta Sezione della Corte di Appello di Napoli hanno ritenuto i rilievi sollevati dalla Corte di Cassazione, fondati al punto da assolvere Morico, il quale ricordiamo in primo grado aveva rimediato una condanna a 6 anni e 8 mesi poi riconfermata dalla Terza Sezione della Corte di Appello e poi come scritto prima, annullata dai giudici della legittimità, leggi Cassazione.