LA VIDEO LITE. I soldi che la legge assegna a Roberto Vitale. La violenza di Lusini e De Rosa e il danno per i cittadini
19 Dicembre 2024 - 11:17
Questo è successo martedì in Consiglio comunale. ORA VI SPIEGHIAMO PERCHÉ VITALE È DIVENTATO NOSTRO AMICO È NOSTRO PARTNER
TEVEROLA (g.g.) – Fino a pochi anni fa noi di Casertace non avevamo neppure remota contezza di chi fosse Roberto Vitale. Sapete chi ci ha presentato questo imprenditore di Teverola?
Ce l’hanno presentato Biagio Lusini e Raffaele De Rosa, Lello per gli amici.
Una notizia clamorosa che qualcuno potrebbe immediatamente bollare, alla fantozzi-maniera, come “una boiata pazzesca.” E invece no.
Vitale ci è stato presentato proprio da Lusini e De Rosa. Magari non direttamente, ma indirettamente. Insomma, la matrice di questo evento non si può assolutamente discutere e neppure emendare.
Se, infatti, non fosse stata attivata una macchina della persecuzione senza precedenti che per tanto tempo abbiamo fatto fatica a riscattare dalla categoria dell’incredulità e, conseguentemente, da quella della diffidenza, noi non avremmo mai conosciuto Vitale e oggi questo nome non ci direbbe nulla, esattamente come nulla ci diceva fino a qualche anno fa.
Lui si rivolse a CasertaCe, perché riconobbe al nostro giornale l’indipendenza quale marchio evidente del nostro lavoro, per come questo si dipanava nella valutazione dei fatti e nella formulazione dei successivi giudizi, sempre impermeabili a ogni forma di sollecitazione esterna.
Noi leggemmo a lungo quei documenti e, pur essendo abituati a scrivere di ogni forma di nefandezze e di schifezza consumatesi nei nostri territori, li rileggemmo più volte. Troppo grande era quello che trasmettevano. Sembrava il racconto di un luogo in cui era insediato un sistema con tegole da latifondo messicano pre-zapatista e forse non siamo mai più tornati negli anni sulla stessa pagina con la medesima scansione ripetitiva con cui tornammo su quelle consegnateci da Roberto Vitale.
Naturalmente, prima di scrivere l’articolo, facemmo mille riscontri e dovemmo, infine, dopo aver recitato, per decine di volte, la parte dell’avvocato del diavolo, con cui riverniciamo ogni mattina la nostra caratura di liberali, dare atto a Vitale che quel suo racconto, seppur pazzesco, seppur paradossale, al limite del metafisico, costituiva una narrazione drammaticamente autentica.
Lui possedeva il titolo e tutti i diritti, giuridicamente riconosciuti, per esercitare la funzione di concessionario del Comune di Teverola per la gestione del servizio della pubblica illuminazione, ma, nonostante questo, subiva un sistematica azione, organica e organizzata, di stalkeraggio e di mobbing.
Per carità, mai sia detto che CasertaCe sia uno sputasentenze e siccome ci rendiamo ben conto che stiamo producendo delle asserzioni, che invitano, in pratica, chi legge, a fidarsi della nostra parola, invitiamo chi dovesse nutrire legittimamente, anzi, giustamente, la riserva dell’ “unica campana”, di scrivere nella riga di ricerca di Google “Roberto Vitale Casertace”. Troverete articoli, alcuni dei quali lunghissimi, suddivisi in paragrafi ma soprattutto corredati da documenti originali, dai quali non potrete non trarre la conclusione, derivabile da un semplice esercizio di onestà intellettuale, che Vitale è stato un perseguitato.
I DUE VIGLIACCHI ATTENTATI
È stata una coincidenza – purtroppo dispiace che l’autorità giudiziaria non sia stata in grado di venirne a capo – il seguito drammatico di quegli articoli, che noi riteniamo rappresenti, almeno in parte, il portato degli stessi: Roberto Vitale ha subito prima la devastazione sacrilega, oltraggiosa, delle tombe di famiglia, della tomba di suo padre e di sua madre nel cimitero di Teverola. Successivamente una mano di camorra ha incendiato parte dei suoi uffici.
A quel punto, gli chiedemmo se fosse opportuno fermare il racconto nonostante questo fosse sostenuto da argomentazioni adamantine. Lui ci disse di no; di continuare perché si riteneva disponibile a rischiare anche la vita per attestare un principio e per non darla vinta al sopruso.
Ed è così che è proseguito il nostro rapporto, non nato tra Casertace e un individuo, perché questo individuo si chiama Roberto Vitale, ma nato tra Casertace e un individuo che si fosse chiamato Mario Bianchi o Mario Rossi avrebbe rappresentato per noi un riferimento di cui informare la nostra trattazione giornalistica.
Erano i fatti, i documenti, la storia, le cose che ci inducevano a intervenire, non l’identità della vittima.
GENNARO CASERTA, RUOTA DI SCORTA DI LUSINI ED ELETTO CON I VOTI DELLA CAMORRA
Questo dovrebbe sapere il deludentissimo sindaco Gennaro Caserta che oggi amministra (si fa per dire) Teverola, grazie ai quasi 500 voti di preferenza conquistati dalla nipote diretta del boss Di Martino, sostenuta dal suo reggente De Santis, schierato e probabilmente anche armato davanti ai seggi nelle giornate elettorali. Diventa difficile, per ogni persona che crede nella giustizia, sopportare che questo sindaco e questa amministrazione restino in carica rappresentando la Repubblica Italiana grazie ai voti della camorra, dato che ciò noi lo affermiamo dopo che la Dda ha messo nero su bianco, nell’ordinanza Picca-Di Martino-De Santis, la vicenda delle elezioni e l’evidente inquinamento delle stesse.
L’altroieri sera, durante la seduta del Consiglio comunale, Gennaro Caserta ha perso un’altra buona occasione per prendere le distanze, senza se e senza ma, da Biagio Lusini. Ma, evidentemente non lo può fare, in quanto è sindaco grazie a Lusini e quest’ultimo, pur trovandosi agli arresti domiciliari, guarda il computer e una sortita del genere non l’avrebbe presa bene.
I quasi 750mila euro di debiti fuori bilancio che oggi il Comune di Teverola appioppa sulle spalle dei suoi contribuenti sono frutto dell’arroganza, della protervia e di un atteggiamento feudale e sicuramente inquietante di Lusini e dei suoi adepti nei confronti di Roberto Vitale, il quale ha subito una risoluzione del contratto a firma di Lello De Rosa prima che questi riparasse al Comune di Caserta, considerata illegittima dai giudici, che hanno reso esecutiva la richiesta di quasi 700mila euro, più interessi di mora, di risarcimento, che il Comune dovrà immediatamente corrispondere a Roberto Vitale. Eppure l’altro ieri sera Gennaro Caserta, invece di riconoscere gli errori compiuti dai suoi sostenitori, si è messo a far battute con il consigliere d’opposizione Dario Di Matteo sul computo degli interessi da aggiungere alla cifra, compiendo un altro grave errore giuridico nel momento in cui il Comune ha prima chiesto formalmente a Vitale e al suo avvocato di presentare i conteggi motivati di questi interessi, e poi ha deciso di stravolgere il tutto riducendo di 40mila euro il risarcimento.
Non c’è nulla da fare, Gennaro Caserta è insalvabile. Però, lui e i suoi “compari” un regalo ce l’hanno fatto: in questi anni ci hanno consentito di conoscere una persona perbene, un coraggioso che ci ha colpiti realmente quando ci ha invitati ad andare avanti nonostante il fatto che la camorra locale gli avesse devastato la cappella di famiglia e incendiato gli uffici, nonostante il fatto che di lì a poco quegli avvertimenti avrebbero potuto anche diventare attacco fisico, forse letale alla persona.
AMICO E PARTNER DI CASERTACE? OK, SE HAI LE STIMMATE DELLA VERA LEGALITÀ
Ecco perché, caro Gennaro Caserta, l’imprenditore Roberto Vitale è diventato un amico del sottoscritto.
Qui da noi a CasertaCe i rapporti si costruiscono prima sui valori, poi su eventuali partnership. Casertace non transige e dialoga, anche imprenditorialmente perché no, solo con persone di cui ha valutato a lungo, prendendosi tutto il tempo occorrente, integrità e valori. Sapeste quanti ne sono passati da noi e da me con le borse piene di banconote e sapeste quanti sono stati messi alla porta o pregati cortesemente a desistere dal tentativo di sponsorizzarci/comprarci.
IL SINDACO, IL GOVERNO AMICO. ORA LA PREFETTURA FACCIA IL SUO DOVERE
Sappiamo bene che Gennaro Caserta non se ne andrà da solo e che spera che il governo amico lo salvi. Ma qui non c’è governo amico che tenga rispetto a quello che è successo a Teverola durante la campagna elettorale. Per cui auspichiamo che di qui a poco questa bruttissima ma purtroppo lunga parentesi politica trovi il suo epilogo e questa cittadina martirizzata dalla camorra e ancor di più dagli atteggiamenti camorristici, possa costituire le basi per conquistare semplicemente una normalità che al momento appare ancora di difficile realizzazione.