L’alfabeto della Borsa, alla scoperta dell’indice FTSE MIB

22 Febbraio 2020 - 08:00

Quando si fa riferimento al paniere che raccoglie le 40 più importanti aziende italiane quotate in borsa – anche nel caso in cui abbiano sede legale all’estero – stiamo parlando dell’indice TFSE MIB

E’ il principale indice azionario della Borsa Italiana, la cui storia ha avuto inizio nel 1992 con un nome diverso (COMIT 30, con un valore base di 100 punti). Due anni dopo Borsa Italiana ne ha rilevato i diritti, rinominandolo Mìb30. E’ stato poi l’S&P Mib a subentrargli (grazie a una partnership stretta tra Standard&Poor’s e Borsa Italiana), rimanendo quotato dal 2003 fino al maggio 2009 quando fu definitivamente sostituito dall’attuale FTSE MIB. Un passaggio, quest’ultimo, che si deve alla fusione della Borsa Italiana con London Stock Exchange per la creazione del LSE Group.

Sarà utile fare mente locale su un esempio pratico, per comprendere l’importanza e la portata dell’indice italiano: FTSE MIB sta a Borsa Milano come il DAX 30 sta a quella tedesca e il CAC 40 a quella di Parigi. Per capire come funziona e quali sono i suoi movimenti la prima cosa da fare è stabilire una familiarità con il grafico in tempo reale di riferimento, che comprende lo storico. E’ da qui che si comincia per mettere a fuoco un’analisi di tipo tecnico su questo indice così decisivo per Borsa Italiana. Quanto all’acronimo FTSE MIB, sta a indicare ‘Financial times stock exchange Milano indice di borsa’ e – come abbiamo avuto modo di precisare – è divenuto operativo dal 2009, il primo di giugno. Non è sbagliato identificare questo elemento con la Borsa Italiana stessa, dal momento che rappresenta circa l’80% della capitalizzazione del mercato azionario nel Belpaese.

Le
società incluse nel paniere e come si accede

Affinché il FTSE MIB possa rappresentare e rispecchiare correttamente i mercati azionari italiani agli investitori, vengono scelte azioni di un certo tipo e con determinati requisiti. Possono entrare a far parte del paniere quelle che siano negoziate nei mercati MTA e MIV di Borsa Italiana, ad eccezione di quelle di risparmio e quelle privilegiate.

Per quanto riguarda invece le azioni relative a società estere quotate in borsa, potranno avere accesso solo dopo la verifica del rispetto di determinati requisiti da parte di Borsa Italiana. Dunque, la composizione del FTSE MIB è suscettibile di variazioni: nel caso in cui una certa società non rispetti più i requisiti minimi potrà uscire, così come una potrà invece entrare per quella che può essere definita una vera e propria ‘promozione’. Tra i quaranta titoli azionari che oggi fanno parte dell’indice FTSE MIB è possibile indicare ad esempio Eni, Enel, Ferragamo, Ferrari e Pirelli ma solo per citarne alcuni e comprendere la portata finanziaria del paniere stesso.

E’ necessario fare in merito anche una precisazione, relativamente alla composizione dell’indice: il peso più grande al suo interno è quello delle banche (sia per quanto riguarda la capitalizzazione che semplicemente per numero). Tradotto: nel caso in cui le banche vadano ‘in rosso’, in pratica diventa impossibile per il FTSE MIB finire con il segno ‘+’.

Come investire nel FTSE MIB

Relativamente ai migliori metodi da seguire per mettere a segno degli investimenti sul FTSE MIB, il principale e quello più facile ruota attorno ai CFD, ovvero lo strumento finanziario dei ‘Contratti per differenza’ (dall’inglese ‘contract for difference’). In pratica, ricorrendo ad essi verrà realizzato un investimento in relazione a un determinato asset, il quale va a riprodurre proprio l’andamento del FTSE MIB. Per effettuare operazioni di questo tipo è possibile rivolgersi alle molte piattaforme di trading disponibili (i vari indici rappresentano, a tutti gli effetti, degli asset sui quali fare trading online).

Tra le migliori strategie operative è possibile poi indicare la cosiddetta ‘buy&hold’, dove viene fatto un iniziale acquisto e nessuna successiva ulteriore operazione, ma anche il ‘piano di accumulo’ il quale invece si caratterizza per la realizzazione di una serie di acquisti diluiti nel tempo. E’ chiaro che si tratta solo di consigli, sul pianeta della borsa non ci sono regole certe né strategie sicure e vincenti.

Ecco perché è importante imparare a riconoscere e seguire le evoluzioni dei ‘market mover’, cioè quegli elementi che fanno oscillare il mercato. Il FTSE MIB non va inteso, insomma, come un’entità astratta e a sé stante: è ben calato nel contesto nazionale e globale, pronto ad essere influenzato da variabili differenti.