LE FOTO. 19enne casertano tifoso del Napoli picchiato dagli ultras del Frosinone. IL RACCONTO CHOC

25 Agosto 2023 - 17:08

CASERTA – Due tifosi del Frosinone calcio sono stati denunciati per rapina e lesioni a danno di tifosi del Napoli e il questore della citta’ ciociara, Domenico Condello, con un provvedimento d’urgenza, in corso di convalida da parte del gip del tribunale, ha anche emesso a loro carico un provvedimento di Daspo penale.

Un provvedimento che si è reso necessario in vista della partita di domani tra i giallazzurri e l’Atalanta e per scongiurare il ripetersi di analoghi episodi.

Si tratta di un disoccupato di 43anni e di un operaio di 42 anni, entrambi con precedenti penali che per cinque anni non
potranno presenziare o assistere ad alcuna manifestazione sportiva. Sono ritenuti responsabili di due episodi avvenuti a danno di due giovani tifose del Napoli, residenti in provincia di Frosinone. Tutto e’ successo il 19 agosto scorso allo stadio ‘Benito Stirpe’ quando il 43enne ha avvicinato due donne, che indossavano la maglia del Napoli Calcio, intimando loro di toglierle.

Una scena cui erano presenti altri esagitati. Le giovani spaventatissime hanno cercato di difendersi, in loro
aiuto e’ intervenuto un amico costretto a togliersi la t-shirt per farla indossare a una delle ragazze. Il 43enne,
evidentemente non contento, ha preso il ragazzo a schiaffi e pugni, fino a rompergli il setto nasale.

La seconda aggressione ha visto finire in ospedale un tifoso di 19 anni residente in provincia di Caserta, anche lui costretto all’uscita dallo stadio a togliersi la maglia del Napoli Calcio che gli è stata di fatto rapinata. Anche in questo caso, il 19enne ha ricevuto sul volto una violenta gomitata che lo ha costretto al ricovero in ospedale.

LA FOTO E IL RACCONTO DEL GIOVANE TIFOSO SU INSTAGRAM

“Ho avuto la fortuna di ricevere dei biglietti in Tribuna per questa gara “speciale”, la prima in Serie A da Campioni d’Italia. Prima dell’inizio del match apro lo zaino e poso la Polo, indosso finalmente la maglia azzurra, adesso con il Tricolore. A fine gara aspettiamo i giocatori per un saluto prima che lascino il campo. Tutto perfetto. Cos’è che non va?

Usciti dal settore ci dirigiamo verso il Parcheggio, indossando sempre la maglia del Napoli. Non avevamo pensato che bisognava passare verso la curva della squadra locale. Iniziano i primi insulti. Si avvicinano intimano di toglierci la maglietta. Circondati da 5/6 individui palesemente pericolosi vengo improvvisamente aggredito. Ricevo uno sputo in faccia e subito dopo un pugno che mi stordisce completamente; intanto, resto da solo e non vedo più il mio amico. Senza maglia e con la faccia sporca di sputo, con un dolore al collo e con il labbro che man mano si gonfia, mi dirigo verso l’Ambulanza. Il collo mi causava dolori e accertata con una TAC la contusione, mi dicono tenere il collare per 4 giorni.

Di questa partita mi resteranno diverse immagini. Non m’importa della maglia sottratta, la “N” ce l’ho incisa nel cuore. Mi resterà l’affetto degli infermieri e soprattutto le scuse di un ragazzo con la maglietta del Frosinone che fuori l’ospedale mi ha teso la mano dopo aver saputo dell’accaduto. Mi resterà soprattutto un grande senso di smarrimento e frustrazione. Perché nel 2023 non posso godermi la mia passione. Perché quel pallone che tanto amo continua ad essere “sporcato” da persone che non cercano altro che uno sfogo per la propria rabbia. Gli stadi trasudano razzismo, etnico e territoriale. Le strade ad essi circostanti sono ancora piene di violenza.

Ho 19 anni e seguirei i miei colori fino in capo al mondo, eppure mi trovo costretto a dare ragione alle ansie di mio padre che non si fida nel lasciarmi girare gli stadi. Perché ad oggi il tifo è uno sport pericoloso. Spero che le società facciano il possibile per ripulire gli stadi da questa feccia che da troppo tempo li abita. Tornato a casa alle 01:00 indosso un’altra maglia azzurra, della fede tanto non possono spogliarmi”.