L’intervista. Luca Romano (Pd): “Welfare regionale, gravi ritardi nella rendicontazione delle risorse”
2 Dicembre 2022 - 19:03
Pubblichiamo l’intervista al dirigente regionale del Pd, Luca Romano, appartenente all’area dell’europarlamentare Andrea Cozzolino.
Lei che è un dirigente regionale del Pd , attento conoscitore delle politiche sociali , nonché assistente di un autorevole europarlamentare del Partito democratico, Andrea Cozzolino, ci aiuta a ricostruire il quadro attuale dello stato del welfare della Regione Campania?
Lo stato attuale del welfare della nostra regione è ben descritto nella nota (del 18/10/2022 ) firmata dal direttore generale Dott.ssa Maria Somma e dall’assessore alle politiche sociali Lucia Fortini inviata ai sindaci ed ai coordinatori /direttori degli ambiti della Regione Campania, che lei direttore ha integralmente riportato nel suo articolo di qualche giorno fa.
Ci può spiegare meglio, nella sostanza a cosa fa riferimento la nota che l’assessore regionale Lucia Fortini invia ai sindaci ed ai coordinatori d’ambito?
L’assessore regionale Lucia Fortini, ha evidenziato le criticità ed i gravi ritardi nella rendicontazione delle risorse stanziate relativamente le misure finanziate dal fondo per la non autosufficienza, in particolar modo per “gli assegni di cura” ed il programma “la vita indipendente” , ma aggiungerei anche altre misure come il “dopo di noi” , che non viene citato nella nota dell’assessore regionale , ma che allo stesso modo presenta notevoli ritardi nella fase di attuazione e pertanto di rendicontazione .
Nella sua nota , l’assessore regionale Lucia Fortini, sembra scaricare l’intera responsabilità sui sindaci e sui coordinatore d’ambito , è proprio cosi, od anche la Regione ha responsabilità in merito questi innumerevoli e costanti ritardi?
Vi è una premessa doverosa da fare, è un tema molto complesso, ed è difficile riuscire a rispondere correttamente in poche righe.
E’ evidente che l’intero quadro normativo nazionale delle politiche sociali andrebbe rivisto, l’intero architrave del nostro sistema di welfare nazionale poggia sostanzialmente su due colonne : la Legge 104/92 è la legge-quadro che definisce una serie di diritti e di agevolazioni per favorire l’assistenza e l’integrazione sociale delle persone diversamente abili e rimane ancora oggi la normativa di riferimento in questo settore; la legge 328/2000 è la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”; praticamente due leggi quadro risalenti a trenta e venti anni fa; secondo lei è ammissibile che un paese come l’Italia, possa permettersi di non legiferare in materia di politiche sociali da oltre venti anni?
E’ evidente di no, quindi la Regione Campania, più specificamente l’assessorato delle politiche sociali non ha responsabilità su questi gravi ritardi di rendicontazione ?
La Regione Campania, non ha responsabilità amministrative dirette sullo stato di quiescenza in cui si trovano gli ambiti sociali, ma ha enormi responsabilità politiche.
Si spieghi meglio, ci aiuti a capire, cosa intende per responsabilità politiche ?
Premesso che l’assessorato alle politiche sociali della Regione Campania in questi anni per quanto riguarda le politiche per le persone con disabilità non ha investito risorse proprie, ma si è limitato a ripartire i fondi provenienti dal governo centrale, e già questa scelta la dice lunga sul grado di attenzione che l’assessore regionale Lucia Fortini ha riposto dal 2015 ad oggi nei confronti dell’assistenza ed integrazione delle persone con disabilità.
E’ vero che la Regione Campania non ha responsabilità amministrative dirette, ed infatti la politica nazionale dovrebbe urgentemente aprire un confronto in parlamento sulla necessità di ridiscutere dei nuovi confini della legge quadro 328/2000, che è palesemente ormai inadeguata soprattutto con l’aggravarsi della carenza di personale qualificato e formato all’interno degli ambiti sociali, ma allo stesso tempo dal 2015 ad oggi, nulla è stato messo in campo per monitorare ed affiancare gli ambiti sociali, se non ultimamente dalla presidente della VI commissione on. Bruna Fiola , un inizio quanto meno di monitoraggio sull’attività degli ambiti sociali, che ha appunto evidenziato i gravi ritardi sulla rendicontazione .
Cosa comporta nei fatti questo stato di quiescenza degli ambiti sociali ed a questo punto questo “silenzio” dell’assessorato regionale alle politiche sociali?
I gravi ritardi nella rendicontazione , oltre ad evidenziare che i soldi del fondo non vengono spesi correttamente, in molti casi i servizi socio-assistenziali vengono erogati con enorme ritardo in altri casi addirittura non vengono per nulla effettuati , comporta il taglio dei fondi da parte del governo centrale per le annualità successive; praticamente dopo “il danno” la “beffa” .
Ma questi soldi dedicati al fondo per la non autosufficienza , se non vengono spesi che fine fanno?
La corte dei conti ha spesso evidenziato la “distrazione di fondi vincolati” ;
è successo in diversi ambiti sociali della nostra provincia che i soldi vincolati per il pagamento degli assegni di cura siano stati utilizzati per pagare altri servizi che nulla hanno a che fare con i servizi socio-sanitari.
L’assessorato alle politiche sociali, pur essendo a conoscenza di tutto ciò , ha sempre assistito in totale silenzio.
Cosa avrebbe potuto fare secondo lei concretamente in questi anni?
Quasi otto anni di assessorato mi sembrano troppi per limitare la propria azione politica ed amministrativa ad una nota indirizzata ai sindaci ed ai coordinatori d’ambito, in cui si evidenzia uno stato attuale dei fatti drammatico.
Mi chiedo come mai l’assessore Lucia Fortini non abbia mai portato la questione in consiglio regionale , e non abbia in primis informato i consiglieri regionali dello stato dei fatti, non so sinceramente nemmeno se il Presidente De Luca sia a conoscenza di questo evidente fallimento della gestione delle politiche sociali da parte del suo assessore.
Si sarebbe potuto e dovuto prevedere una cabina di regia con professionisti ed esperti per avere un reale monitoraggio dell’operato degli ambiti sociali , magari anche coinvolgendo società come Ifel Campania, e chiedendo di destinare risorse per potenziare il monitoraggio sugli ambiti sociali, piuttosto che dare spazio a figure che nulla hanno di professionale.
Mi sembra, che l’assessore regionale abbia spinto in una fase iniziale (dal 2015 al 2016) per l’attivazione delle aziende speciali, ma dopo otto anni, quasi nulla anche in questa direzione , ammesso che sia quella giusta, è stato fatto concretamente.
Lei non ritiene che le aziende speciali possono essere una soluzione?
Come le ho già detto, la soluzione è a monte e non a valle.
La discussione è in primis nazionale, sulla riforma della legge quadro 328/2000 e della 104/92, di cui dovrebbe occuparsi la politica tutta, e discuterne in parlamento e nelle opportune commissione parlamentari.
Le aziende speciali sono al momento un “cerotto” su una ferita aperta e sanguinante che richiede un intervento d’urgenza non più prorogabile e di certo non guaribile con appunto l’applicazione di un cerotto.
Che cosa intende per “figure” che nulla hanno di professionale?
Caro Direttore, come lei ben sa, e come ha ben scritto nei mesi scorsi, sono in corso delicate indagini che coinvolgono figure note del mondo del terzo settore della nostra Regione.
E’ opportuno fare sempre un distinguo, tra professionisti del settore , imprenditori del settore ed associazioni di categoria.
I professionisti , sono figure formate ed esperte in politiche socio-sanitarie, capaci di aiutare gli ambiti sociali sia nella fase di programmazione, di attuazione che di rendicontazione.
Le associazioni di categoria riconosciute, composte da famigliari delle persone con disabilità rappresentano “la voce” delle persone disabili ed un importante strumento di interlocuzione con le istituzioni.
Gli imprenditori del settore, si dividono purtroppo in due categorie : i veri imprenditori, capaci di formare personale altamente qualificato ed offrire servizi di alta qualità e che pagano i propri dipendenti, e gli speculatori, capaci di utilizzare metodi corruttivi e clientelari al fine di aggiudicarsi appalti pubblici, per poi utilizzare personale non formato, retribuendolo male o spesso per nulla, e creando un disservizio a volte parziale altre purtroppo totale.
Per concludere, qual è il suo giudizio sull’operato dell’assessore regionale Lucia Fortini?
Spero , che in futuro , l’assessore possa mettere la stessa grinta e passione che ha nel seguire il Napoli calcio, anche per le politiche sociali della nostra Regione. Lo spero io , ma lo meritano milioni di cittadini della nostra Regione.