Marcello Iovino e Pippo D’Auria “si auto segano” per evitare il rischio del carcere. Ma anche Carlo Marino dovrebbe dimettersi e vi spieghiamo il perchè

16 Novembre 2018 - 10:33

CASERTA – (g.g.) Già immaginiamo il ragionamento, applicato nel comune di Caserta, ai tempi in cui Carmine Sorbo sfiorò la galera e non la incrociò neppure quando violò in maniera sfrontata l’obbligo di non salire negli uffici municipali da cui l’autorità giudiziaria l’aveva sospeso, entrando una sessantina di volte e rimediando, magnanimamente, solo un divieto di dimora nella città di Caserta.

Il concetto è il seguente: se abbandoni la carica che ricopri, cessano almeno due, per la terza il rischio è molto più remoto, ragioni alla base di una eventuale ordinanza di arresto: la reiterazione del reato e l’inquinamento delle prove, ammesso e non concesso che il comune di Caserta sia una roba seria e non consenta, così come consentì a Carmine Sorbo al tempo, ingressi impropri all’interno degli uffici.

Ecco perchè Marcello Iovino e Pippo D’Auria, un vero e proprio moto perpetuo, quest’ultimo, nel meccanismo relazionale con il pianeta-Carlo Savoia, sono scomparsi da ieri pomeriggio dall’elenco dei dipendenti e dei collaboratori del comune di Caserta. Marcello Iovino si è dimesso, Pippo D’Auria è stato trasferito.

Ma se è valido il ragionamento di base di queste decisioni, il medesimo dovrebbe valere anche per il sindaco Carlo Marino, il quale, invece, continua a stare nelle stanze del comune e se per la Dda il suo modo di agire non è legale, al contrario, è valutato come pienamente intraneo e solidale con quel un meccanismo di danari che lo ha portato ad incrociare il suo antico amico di partito, Carlo Savoia che con lui condivise e si giovò di molti dei fasti della Forza Italia cosentiniana, dicevamo, se la premessa è questa, allora anche Carlo Marino, così come abbiamo scritto già ieri, dovrebbe rassegnare le sue dimissioni.

Perchè uno se ritiene di essere innocente e se ritiene che l’intero impianto accusatorio della dda sua fasullo, ha il diritto, anzi il dovere di rimanere al proprio posto. Ma se un paio di pezzi sostanziali dell’indagine, cioè Marcello Iovino e D’Auria, lasciano il comune, allora, senza voler esagerare, parlando di una mezza ammissione di colpevolezza, il metodo non può riguardare solo loro, ma anche chi, nell’assunto ipotetico dei magistrati antimafia, li ha eterodiretti.

Vedete, questa storia ha scritto solamente il 20% di quello che il meccanismo che si è mosso in questi mesi sotto al grande affare dei rifiuti della città di Caserta. E ve ne accorgerete nelle prossime ore.