MARCIANISE ALLE ELEZIONI. Ma quale centrodestra: Magliocca controlla la Lega con il suo dipendente Mastroianni e Fdi con il padrino di suo figlio Marco Cerreto. Domanderemo alla Meloni cosa pensa dei carichi pendenti di Antonello Velardi

8 Febbraio 2023 - 13:39

A quanto ci dicono, l’altra sera questo tavolo molto arditamente definito dei leader del centrodestra avrebbe dato il via libera all’appoggio ad Antonello Velardi non considerando la posizione di Gianpiero Zinzi e anche gli esponenti marcianisani di Forza Italia, che hanno scritto un documento, totalmente contrati a questa operazione

MARCIANISE (g.g.) – Non c’è da aggiungere più di tanto all’articolo pubblicato l’altro giorno sul fidanzamento perfettamente comprensibile e ciclico tra il presidente della Provincia Giorgio Magliocca e l’ex sindaco di Marcianise Antonello Velardi.

Le prassi della loro gestione del potere hanno manifestato un tratto di formidabile affinità tra chi oggi sciorina un incarico dietro l’altro a imprese direttamente (CLICCA E LEGGI) o indirettamente correlate al mondo delle grandi firme dei fiduciari di ieri e di sempre del Clan dei Casalesi e chi, cioè Velardi, è accusato dalla Procura di Santa Maria non già del reato di diffamazione a mezzo stampa, ma di quelli di falso e truffa compiuti espletando le funzioni di sindaco i nell’arcinota vicenda dei rimborsi esorbitanti, appioppati alle tasche dei marcianisani, in funzione di permessi presi a “Il Mattino” e giustificati il più delle volte con atti farlocchi e taroccati materialmente da Onofrio Tartaglione, già da qualche mese sotto processo per gli stessi reati, probabilmente la vittima delle vittime di Velardi, che lo volle segretario comunale, dopo averne saggiato i talenti da compagno di classe ai tempi del Quercia. insomma due come Magliocca e Velardi sono nati per state insieme.

Il primo ha promesso al secondo di fargli fare ancora il sindaco di Marcianise, il secondo ha promesso al primo pieno appoggio e un profluvio di voti alle prossime elezioni regionali che rappresentano il chiodo fisso del presidente della Provincia. Quanto possano essere reciprocamente affidabili gli impegni presi, lo lasciamo all’agevole deduzione di chi Magliocca e Velardi conosce bene. La novità sarebbe che u tavolo dei leader del centrodestra avrebbe dato il via libera a Velardi con tanto di simboli ufficiali. E questa sarebbe la novità? Ma perché in provincia di Caserta esiste un centrodestra strutturato politicamente? Ma daiiii: Forza Italia ce l’ha in mano Magliocca che ci ha messo Peppe Guida.

Vogliamo essere bravi e rispettosi e allora diteci voi, cari lettori, cosa si può scrivere del rapporto tra i due, puntellato dall’inamovibilità di Guida al vertice dell’Agis, cioè l’agenzia dell’amministrazione provinciale che gestisce importanti impianti sportivi quali la piscina olimpica di via Laviano e il ristrutturato palazzetto dello Sport di via Medaglie d’Oro, alimentato da una sorta di gemellaggio tra i due Comuni di cui sono sindaci, cioè Pignataro Maggiore e Arienzo, che scherzosamente abbiamo riunito in “Pignarienzo”, articolato su operazioni a dir poco dubbie, come quella che ha portato il fratello del presidente del consiglio comunale di Arienzo a capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Pignataro, peraltro attraverso la gestione a dir poco stravagante dell’articolo 110 del Tuel, e l’attuale vicesindaco di Pignataro, a vincere a mani basse, rispettando tutti i pronostici da noi fatti alla vigilia, il concorso (per modo di dire) bandito dal Comune di Arienzo, dove oggi il vicesindaco e fedelissimo di Giorgio Magliocca “ha preso il posto fisso” e coordina, così ci pare, il locale corpo dei Vigili Urbani.

Ora, di fronte a una situazione del genere, il sindaco Guida ci perdonerà, ma non possiamo non dire che lui è solamente un prestanome politicio del presidente della Provincia.

Da anni offriamo ad entrambi ampio diritto di replica, naturalmente senza riscontro.

A quel tavolo di centrodestra siede poi il buon Salvatore Mastroianni, nella veste di coordinatore o commissario provinciale della Lega Salvini.

Mastroianni ha vinto le elezioni comunali di sei anni fa a S.Maria C.V. associando ad Antonio Mirra un simbolo civico costituito al tempo da Paolo Romano, presso la cui segreteria di presidente del consiglio regionale Mastroianni ha lavorato, passando poi a quella dell’altro consigliere regionale, il nipote di Ciriaco De Mita, sempre attraverso i buoni uffici di Romano.

Successivamente Mastroianni è entrato a far parte della famigerata prima commissione del consiglio comunale di S.Maria C.V.

Famigerata perché si tratta di uno strumento di decantazione delle possibili tensioni interne alla maggioranza.

In pratica, Antonio Mirra se non ha potuto darti l’assessorato ti mette lì e tu, alla fine di ogni mese, con 25-26 sedute attestate ma produttive del nulla totale, porti a casa 1000 o anche 1100 euro che sono soldi da posto fisso e che Mastroianni ha continuato a riscotere anche quando Antonio Mirra è diventato un esponente del Pd, partito per il quale si è candidato a fine 2021 a presidente della provincia, e Mastroianni coordinatore provinciale della Lega.

Manco si trattasse del rapporto tra due anonimi gregari politici e non della relazione nuova tra il coordinatore provinciale di uno dei maggiori partiti del centrodestra e un sindaco di una città importante, che entrando nel Pd ne è diventato automaticamente uno dei leader, Mastroianni ha sempre affermato che una cosa era la sua posizione al Comune di S.Maria C.V, che magari considerava extraterritoriale rispetto all’Italia, altra cosa la sua posizione di leader formale della Lega.

Per cui ha intascato i suoi 1100 euro al mese fino alla scadenza della consiliatura.

Successivamente, rinverdendo i fasti della vecchia alleanza nazionale, si è avvicinato a Magliocca e per puro caso un mese fa è risultato tra i vincitori di uno dei concorsi banditi dalla Provincia.

Dunque, posto fisso per lui.

E qui riformuliamo la domanda ai lettori: siccome noi siamo stufi di fare sempre i cattivi della situazione, ci dite voi, ci illuminate con una vostra valutazione relativa al grado di indipendenza che la Lega della provincia di Caserta deve avere nei confronti del presidente della Provincia? A nostro avviso, e lo capiamo pure, Mastroianni fa gli interessi di Magliocca e non della Lega. E si presta senza problemi ad avallare situazioni surreali, visto e considerato che della Lega fa parte anche Gianpiero Zinzi, il quale ha portato almeno un 3% di voti suoi al mulino di Salvini, in occasione delle ultime politiche, e su Marcianise qualche parola la può dire, in considerazione del fatto che suo padre lì è nato e lì ha cominciato a far politica.

Nel momento in cui Mastroianni si siede ed avalla l’appoggio ad Antonello Velardi, non è certo stupido da non capire che quella è una manovra ostile e provocatoria, quanto tutto sommato inutile, considerati i rapporti di forza elettorali tra lui e Grant da un lato e Zinzi dall’altro.

Ma la attua lo stesso, perché sa bene che oggi l’unica cosa che ha in mano di concreto è il posto fisso avuto alla Provincia.

Fin quando potrà, confondendo le acque con ipotetici patti elettorali tra Magliocca che lo sta promettendo a tutti e Grant, utilizzerà la Lega, screditandola ampiamente, per fare tutto quello che gli dice di fare il proprio datore di lavoro.

Ultimo della serie, Fratelli d’Italia, il cui commissario provinciale è Marco Cerreto, che è stato testimone o padrino di battesimo (non fa differenza) di un figlio di Magliocca, al quale è sempre stato legato a doppio filo.

Quando Domenico Moriello è stato collocato in Fratelli d’Italia, si è capito subito dove volevano andare a parare, visto che Moriello è un arci-fedele di Velardi.

Naturalmente soggetti come Clemente Golino, che mette a disposizione sue proprietà per le riunioni di Fdi a Caserta, giocano un ruolo di avallo su questa operazione in quanto legati a Cerreto e con il nulla osta dell’altro deputato Gimmi Cangiano.

Domanda. Il fatto che Fratelli d’Itala sia diventato il primo partito della nazione e che oggi maneggi il potere a Roma e in diverse regioni, manda in soffitta il suo rigore morale, che lo ha portato a rendere obbligatorio il rilascio dei certificati del casellario giudiziale, ma soprattutto quello dei carichi pendenti e a volte finanche quello rilasciato dalle Procure ai sensi dell’articolo 335 del C.P.P. in modo da controllare se un aspirante candidato sa indagato e perché?

Perché se è così ce lo facciano sapere, visto che Antonello Velardi, come amiamo scrivere spessissimo, non è sotto processo per il reato di diffamazione a mezzo stampa, ma per quelli di falso e truffa, compiuti – secondo la Procura della Repubblica di S.Maria C.V. – nell’esercizio delle sue funzioni di sindaco.

Non sarà facile, per noi, chiedere un’intervista a Giorgia Meloni, visti i suoi impegni di premier.

Ma chi ci conosce sa che siamo tenaci e che quindi questa domanda, alla fine, gliela porremo, in quanto lei è sempre il presidente nazionale del partito.

Vediamo cosa ci risponderà.