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MARCIANISE. Che stangata: la Regione presenta il conto. Quasi 7 milioni di euro perché il Consorzio Idrico di G.B. Valentino e Velardi si è pappato i soldi dei cittadini e non li ha mandati a Napoli

15 Gennaio 2021 - 16:41

Ed è solo l’inizio perché tra poco la Regione, sempre per lo stesso motivo, chiederà al Comune altri 20 milioni di euro “di bollette dell’acqua” che, seppur pagate regolarmente dai marcianisani, non risultano mai arrivati nelle casse di via Santa Lucia

 

 

 

 

MARCIANISE – La Regione Campania, tramite una delle sue società, la Sma, ha formalmente chiesto, nei giorni scorsi, al Comune di Marcianise, in solido con il Consorzio Idrico Terra di Lavoro, di cui Marcianise possiede il 21% delle quote, il pagamento di ben 6 milioni e mezzo di euro, relativi ai mancati versamenti – dall’anno 2011 all’anno 2018 – delle tariffe per le acque reflue.

Per evitare di creare incertezza su questa notizia, chiariamo che il Comune di Marcianise, insieme ad altri, è socio – ma anche ricettore di servizi, del Consorzio Idrico.

Oltre a quello della erogazione idrica, che in questo caso non c’entra, c’è l’attività relativa allo sversamento in fogna e successivamente nei depuratori, della rispettabile cacca e ancor più rispettabile pipì erogate dai cittadini residenti.

Questi canoni, nel caso specifico di Marcianise, che questo servizio lo fa in proprio, senza esternalizzazioni, sono stati riscossi dall’ufficio del Comune preposto.

Successivamente, lo stesso Comune ha provveduto a trasferirli sul conto del Consorzio Idrico, il quale, essendo un pozzo senza fondo e dovendo pagare 800mila euro l’anno di compensi e prebende agli amministratori e a tutti gli altri accoliti, non li ha trasferiti alla Regione per la parte stabilita attraverso una convenzione che considerare carta straccia è poco.

Com’è noto, le Regioni hanno competenza esclusiva sul ciclo delle acque, dunque sono il primo riscossore delle tariffe collegate agli impianti di questo tipo.

Siccome il Comune di Marcianise è, come abbiamo detto, anche socio del Consorzio, che non è una roba a responsabilità limitata, ma che in casi come questo, per capirci, vive come una società di persone, Marcianise è styata chiamata a rispondere in solido, cioè con soldi propri, a questa inadempienza.

In poche parole, il Consorzio Idrico ha incassato questi importi ma non li ha versati alla Regione, che ovviamente e legittimamente ora chiama in causa il Comune.

Ed è solo la prima parte di questa vera e propria stangata, parola che, se usata come deve essere usata, cioè come lascito del famosissimo e omonimo film degli anni ’70 non Paul Newman, non può non associare l’elemento del salasso economico a quello della truffa.

A breve, infatti, il Comune di Marcianise sarà di nuovo chiamato in causa dalla Regione anche per il pagamento dell’altro servizio di cui abbiamo parlato, cioè quello relativo all’erogazione dell’acqua.

Non ci sono ancora cifre ufficiali ma a quanto filtra da ambienti regionali, si parla di una cifra superiore ai 20 milioni di euro. Anche in questo caso i marcianisani o una buona parte di essi hanno pagato regolarmente l’acqua, ma alla regione Campania non risulta, perché i signorini del Consorzio Idrico invece di corrispondere alle casse regionali il dovuto corrispettivo, se lo sono trattenuto.

Cornuti e mazziati. Non solo i marcianisani hanno pagato l’acqua e la tariffa della depurazione, ma ora la Regione li umilia trattandoli come morosi e spedendogli un conto che vent’anni fa, ai tempi della lira, sarebbe stato di ben 50 miliardi.

Tutti i nodi vengono al pettine e allora la domanda, seppur retorica, diventa obbligatoria: a chi giova il fatto che Marcianise abbia il 21% delle quote nel Consorzio Idrico, ente che devasta le casse comunali?

E a chi se non all’ineffabile Giovan Battista Valentino e alla sua consorte Rachele Barbarano, che continua indisturbata a fare l’avvocato solo spedendo fatture al Consorzio Idrico?

Del tal Crispino, consigliere di amministrazione, che parliamo a fare? Di uno che si è candidato al consiglio comunale usando il potere contrattuale derivatogli dalla sua posizione di componente del Cda dell’Idrico e che poi, ottenuto il seggio in consiglio, ha lasciato il posto ad un altro dimostrando, senza vergogna, che la poltrona da lui occupata nel Consorzio Idrico è funzionale agli interessi politici ed economici di due persone: il sindaco Velardi e il già citato Valentino.