MARCIANISE. Oplà: Velardi ha prorogato (dubbia legittimità) l’ingegnere di Lastella. Ecco cos’ha in testa per ottenere il condono della sua casa abusiva

12 Ottobre 2020 - 17:13

MARCIANISE – “Mazza e panella”, “prima il bastone e poi la carota”.

Se lo sente meravigliosamente addosso il sindaco Velardi, il ruolo del papà evangelico pronto a perdonare, previo atto di sottomissione il figliolo scavezzacollo, prodigo nel suo cammino di riconoscimento degli errori compiuti.

Quando Velardi ha fatto irruzione, pardon, è salito al Comune la prima volta martedì scorso, all’indomani dello scrutinio mozzafiato di quella vittoria, ha guardato con non malcelato disprezzo il povero ingegnere De Cicco, che il viceprefetto Michele Lastella aveva fatto arrivare a Marcianise utilizzando lo strumento dell’articolo 110 del Tuel, che per le volte di cui abbiamo scritto, riteniamo sia conosciuto dalla maggior parte dei nostri lettori.

Si pensò: De Cicco viene considerato da Velardi una sorta di braccio armati di Lastella, ma soprattutto il custode dell’autodenuncia di fatto che lo stesso Velardi è stato costretto a presentare all’Ufficio Tecnico, riconoscendo l’abuso edilizio (molto grave, aggiungiamo noi) per il quale è anche indagato dalla Procura della Repubblica di S.Maria C.V.

Senza pietà, avrebbe cantato Anna Oxa. Eppure, come abbiamo scritto nei mesi scorsi, De Cicco se l’è tenuta in mano quella pratica, a cui forse avrebbe potuto dare già compiutezza, aprendo la strada alla demolizione, cioè esattamente a ciò che Velardi, da sindaco, ha fatto negli anni scorsi con più immobili, tra squilli di tromba, applausi e rullar di tamburi.

Evidentemente, dopo quel rimbrotto malmostosissimo, i due hanno parlato. Si sa che a Velardi piaccioni gli atti di sottomissione a cui fa seguire la pratica evangelica adottata con il figliol prodigo.

Indulto, amnistia e riscatto con arruolamento nelle proprie truppe.

Perché la notizia del giorno è proprio questa. Sarà stato per necessità o per un feeling sbocciato in questi ultimi giorni, fatto sta che il sindaco ha firmato l’atto di proroga all’ingegnere De Cicco.

Conoscendo un po’ di cose del diritto amministrativo e della procedura a questo sottesa, questa proroga non ci convince affatto.

Non si potrebbe fare, a meno che non ti chiami Antonello Velardi e sei il sindaco di Marcianise, dove vige un sistema di leggi fai-da-te.

Il contratto di De Cicco è, infatti, scaduto lo scorso 5 ottobre e, dunque, sarebbe stato necessario rinnovarlo il 6 ottobre. Cosa che sarebbe stata possibilissima visto che nella data che il calendario cristiano dedica a San Bruno, è avvenuta la seconda incoronazione o insediamento che dir si voglia del Velardi, da quel giorno dotato della pienezza dei suoi poteri.

Ma un contratto ex art.110, già di per sé costituito sulla provvisorietà su tempo determinato, non può essere prorogato piuttosto semplicemente rifatto. Men che meno, puoi prorogare il 12 ottobre un contratto ex art.110 scaduto il 5 ottobre.

O, naturalmente questo vale in tutti gli altri Comuni d’Italia, non a Marcianise.

Proviamo a immaginare cosa succederà alla casa abusiva di Velardi. Il nostro pronostico è il seguente.

Il condono arriverà, perché Velardi affermerà che lui non è coinvolto direttamente nella responsabilità di quel procedimento, in quanto il tecnico è stato scelto dal commissario. La discendenza di De Cicco dal commissario eviterebbe, secondo la tesi che Velardi sicuramente porterà avanti, l’incompatibilità, come se l’atto di proroga rispetto al contratto fatto firmare a De Cicco dal viceprefetto Lastella e scaduto il 5 ottobre, non contasse nulla e non ponesse Velardi in una relazione funzionale di tipo amministrativo, collegata ad un atto di potestà, cioè la proroga, al sempre più sballottolato ingegnere De Cicco.