MARCIANISE ZONA ROSSA. La sostanza non cambia: ma come sempre l’asl di CASERTA sfoggia la sua incompetenza, estraendo dati che non contano un tubo

26 Ottobre 2020 - 13:10

Al contrario di quello che è scritto dal Dipartimento di Prevenzione che calcola un 448% di incremento ma sugli attualmente positivi, numero “contaminato” da quello dei guariti, ciò che conta è l’incremento dei nuovi positivi dalla data del 2 ottobre a quella del 24 ottobre

 

MARCIANISE(g.g.) Non è che alla luce del concetto basilare del grave allarme sanitario, che giustifica il provvedimento di zona rossa per la città di Marcianise, conti più di tanto questa cosa che andiamo a segnalare. Ma giusto per precisione, il presupposto utilizzato dal Dipartimento di Prevenzione dell’asl di Caserta per proporre la zona rossa alla Regione, che l’ha “ordinata” dopo essersi consultata col Ministero della Salute, non è affatto precisa, anzi, diciamocela tutta, è sbagliata.

Il Dipartimento, infatti, fa riferimento ai dati dei cosiddetti “attualmente positivi“, un numero (non sappiamo se il responsabile di questa area dell’asl di Caserta abbia introitato il concetto a quasi 8 mesi dall’inizio della pandemia), che non è formato solamente dai dati del contagio, o meglio, dai dati in entrata del contagio, ma anche dai quelli in uscita, da quello fausto dei guariti e da quello infausto dei deceduti.

Ora è vero che complessivamente da quando è iniziata, nel marzo scorso, questa storia, sono morte, a Marcianise, 7 persone e ancor di meno ne sono morte tra l’inizio di ottobre e oggi, per cui questo dato incide in maniera quasi irrilevante nella determinazione degli attualmente positivi, ma è anche vero che dal 2 ottobre al 24 ottobre, i guariti sono passati da 42 a 71. Niente di che: un aumento di 29 unità, comunque funzionale al volume del contagio verificatosi da marzo all’inizio di questo mese.

Con la crescita dei casi, insomma, sono cresciuti anche i guariti, perchè i 29 registrati tra il 2 e il 24 ottobre, rappresentano il 40,8% di tutti i guariti. In poche parole, in 23 giorni, sono guarite quasi la metà del numero complessivo di questo cluster, così come esso si configura da marzo ad oggi.

Insomma, quando il Dipartimento di Prevenzione scrive che dal 2 ottobre al 24 ottobre, quelli che definisce, in maniera piuttosto stravagante, “casi positivi” sono aumentati del 448%, passando da 52 (a dire il vero, dalla tabella ufficiale asl di quel giorno ne risultano 50, va bè, facciamo finta di niente) a 233, finisce per contaminare questo numero che, ripetiamo, si forma anche grazie al concorso del sottoinsieme dei guariti. Per la sostanza della decisione presa riguardo a Marcianise, forse non è questo errore un elemento determinante, ma comunque la cifra di 233 a nostro avviso erroneamente utilizzata, diventando fattore decisivo per l’ordinanza di De Luca, va esaminata, segnalata per quello che è, cioè un valore al contrario irrilevante, e soprattutto va precisato che quel cluster si chiama non a caso, attualmente positivi e non “casi positivi”, così come lo definisce il Dipartimento di Prevenzione (siamo freschi allora se questi fanno la prevenzione) dell’asl di Caserta.

Il conto, invece, noi lo facciamo con un altro livello di competenza. Perchè, scusate se ogni tanto ci lodiamo da soli, ma, a questo punto, è lecito chiedersi, quanto costano alla Regione Campania e dunque a tutti i contribuenti, ogni mese, gli stipendi, i contributi e le tasse erogate a favore del dirigente e dei dipendenti del Dipartimento asl di Caserta, che certe volte dimostrano di non comprendere cose tanto semplici che pure un bambino di 3 anni ci arriverebbe?

Il nostro ragionamento non può considerare seriamente, come elemento da cui far scaturire gravi conclusioni epidemiologiche, il cluster degli attualmente positivi. Perchè, quello è un parametro che già appartiene al passato. A un passato più remoto e, gradualmente, anche ad un passato sempre più prossimo, fino a poche ore fa, per arrivare ad uno scarto temporale comunque non inferiore alle 24 ore. Un valore che non potrà mai indicare, per quelli che sono i tratti identitari con cui è stato creato dalla statistica epidemiologica, una dinamica di prospettiva.

Questa va cercata, invece, non perchè lo diciamo noi, ma perchè così è stata strutturata da chi le tabelle ha formato, nella progressione del numero dei nuovi positivi. Questo perchè la cifra non è contaminata, condizionata, alterata dai guariti. Indica invece ciò che è, nell’espressione di un valore semplice, formato da una sola componente, cioè il numero di quelli che sono risultati positivi, nell’istante dato rispetto a quello che era ieri, l’altro ieri, un mese fa.

Non ci vogliamo nemmeno informare su chi sia il dirigente del Dipartimento Prevenzione dell’asl di Caserta. Ci basta sapere che il direttore generale è quel Ferdinando Russo che grazie al metodo della politica, diciamo così, con molta generosità eufemistica, dello spoil system, si dà pure le arie da manager, per spiegare tutto ciò.

Allora, elaborando leggermente il discorso affrontato nel focus di ieri (CLIKKA QUI PER LEGGERE

), spostiamo l’analisi facendola partire dal numero delle diagnosi di positività al coronavirus così come certificate il giorno 2 ottobre, per quanto riguarda la città di Marcianise. 98, riporta l’asl, anche se il numero, avendolo scritto Russo e i suoi, va preso con il beneficio dell’inventario perchè anche quello degli attualmente positivi è sbagliato, nel senso che nel report per la zona rossa viene scritto 52, nella tabella ufficiale diramata il 2 ottobre, 50. Da questi 98 si arriva, sabato 24 ottobre, pubblicazione ore 14, ai 311 nuovi positivi complessivamente registrati da marzo ad oggi.

L’incremento per questo cluster è del 317%, frutto della progressione numerica che dai 98 casi del 2 ottobre, approda ai 311 del 24. Ripetiamo, non cambia la sostanza. Ma siamo comunque di fronte ad una percentuale inferiore rispetto a quella stratosferica del 448% tarata sul dato fuorviante degli attualmente positivi che per misteriosi motivi l’asl di Caserta definisce casi positivi. Tra le due percentuali, c’è infatti un differenziale è del 131%, che poi è la differenza tra 448% di incremento degli attualmente positivi e il 317% dell’incremento dei “nuovi positivi”.

Va modificato dunque anche l’indice di incidenza sulla popolazione. Nel senso che quello sicuramente reale, non errato, ma semplicemente inutile per quello a cui serve, pubblicato dall’asl e che trasforma il 448% di incremento in un indice di 5 casi virgola 90 per ogni mille abitanti, in pratica lo 0,58% della popolazione, va rivisto, riformulato in quello che è il numero che conta realmente, cioè in 5,32 casi per ogni mille abitanti, che equivalgono allo 0,53%, frutto del rapporto tra l’incremento netto di nuovi positivi pari a 203, avvenuto tra il 2 e il 24 ottobre e la popolazione residente di 40.000 abitanti.