MAZZETTE E REGALI all’ASL. L’Azienda Sanitaria casertana, inchiodata dai pm, si dimostra un comitato d’affari. NOMI e relazioni dell’associazione a delinquere

24 Febbraio 2021 - 12:59

In calce all’articolo, potrete leggere la versione integrale del primo capo di imputazione provvisorio che coinvolge 10 persone, di cui 9 sono dipendenti, a vario titolo e con varie qualifiche, della maggiore azienda di questa provincia per numero di dipendenti. Ritroviamo una nostra vecchia conoscenza, cioè Raffaele Ferrantino e vi spieghiamo ancora perchè, anche da candidato alle elezioni comunali, è stato uno degli anelli di collegamento nel rapporto impuro tra Carizzone, cioè l’Asl, e il sindacato Fials di Salvatore Stabile, il cui figlio è stato a sua volta arrestato

 

AVERSA – (g.g.) Sono 1.024 pagine di interesse assoluto che per noi diventa addirittura vorace, trattandosi di una delle poche espressioni della potestà giudiziaria che definisce un focus, centrato sul malaffare sistematico e sistemico che ha dominato e, aggiungiamo noi, domina ancora, la gestione della sanità da parte dell’Asl di Caserta. Questa indagine non può non stimolare ogni nostro estro, visto e considerato che quello che viene svelato riproduce concretamente tutto ciò che abbiamo scritto e denunciato negli anni su queste persone e su queste situazioni. Di qui, la voracità con cui ne affrontiamo la lettura e l’approfondimento.

L’ultima indagine che aveva coltivato e realizzato l’ambizione di mettere a nudo “il sistema”, risale al 6 novembre 2013 quando la Dda, sulla scorta di un nostro articolo che dava notizia di una incredibile liquidazione di una fattura superiore a 700mila euro, effettuata dall’Asl a favore dell’impresa di pulizie di Angelo Grillo,

fece scattare un blitz memorabile in cui, oltre a Grillo, furono arrestati anche dirigenti dell’Azienda sanitaria locale e pure un pezzo da 90 della politica casertana, cioè Angelo Polverino.

Possiamo dire che, da una prima lettura, l’ordinanza, chiesta (ed ottenuta) dalla procura della repubblica al tribunale di Aversa, è ancora più strutturata, più articolata. Non sappiamo se le accuse più importanti reggeranno al vaglio del tribunale della libertà, mentre sappiamo che i pm di Aversa hanno maturato la convinzione che all’interno dell’asl, nel caso specifico, nell’importantissimo dipartimento della salute mentale, agisse una banda criminale, definibile in questa maniera, in quanto elaboratrice, pianificatrice ed esecutrice di un progetto criminale non estemporaneo, bensì durevole e con campi di intervento ben delineati. 

Insomma, una vera e propria associazione a delinquere, leggiamo nel capo 1 della citata ordinanza, finalizzata a “gestire illecitamente l’affidamento di lavori pubblici presso strutture dell’Asl“, l'”affidamento clientelare di pazienti psichiatrici a strutture private, con onesre a carico del SSN, in cambio di somme di danaro ed altri benefici”. E ancora, “la gestione occulta di strutture private per l’accoglienza di malati psichiatrici, l’appropriazione per utilizzo privatistico di beni aziendali, l’emissione di false certificazioni mediche, la creazione di progetti finalizzati utilizzanti fondi pubblici al solo scopo di elargire indebitamente somme di danaro ai vari dipendenti dell’Asl senza partecipare ad alcuna attività socioriabilitativa rivolta a pazienti psichiatrici.”

Una vera e propria “carrettata” di reati retti dall’architrave dell’imputazione principale e più grave, la già citata associazione a delinquere. Su 10 indagati, se si esclude  Patrizia Rampone, segretaria di Carizzone, gli altri rappresentano una sorta di coniugazione completa di tutti i livelli professionali dell’Asl di Caserta: si va dal presunto capo dell’associazione, cioè il direttore del Dipartimento di Salute Mentale, il già iper-citato Luigi Carizzone, al suo direttore amministrativo Federico Iorizzi, passando per gli altri due dirigenti territoriali dello stesso dipartimento Nicola Bonacci, dirigente della Salute Mentale nel Distretto numero 14 di Teano e Vincenzo Letizia, neuropsichiatra in servizio presso l’UOSM del distretto 23 di Mondragone.

Poi ci sono i sottufficiali e finanche i soldati semplici. Incrociando alcune espressioni formulate nel capo 1, sembra di leggere tanti passi degli articoli di CasertaCe. Ecco perchè abbiamo sostenuto, già a partire da lunedì mattina, cioè dal momento in cui l’ordinanza è stata eseguita, che i nostri lettori sono già molto avanti nella conoscenza di fatti, personaggi e circostanze. Sanno per esempio, chi è Raffaele Ferrantino, dipendente Asl, collaboratore professionale infermieristico ma soprattutto, per effetto di una posizione organizzativa su cui abbiamo scritto al tempo almeno tre articoli, coordinatore infermieristico presso il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura di Aversa.

Probabilmente oltre ai nostri lettori, lo sanno anche i magistrati, ma siccome non era attinente, almeno nel contesto del capo 1, non ne hanno fatto menzione. Noi, invece, che non facciamo i magistrati e certe cose le abbiamo scritte bene a suo tempo, cogliamo l’occasione per ricordarle ai nostri: Raffaele Ferrantino è l’esempio vivente della relazione, del collegamento che, volente o nolente, Luigi Carizzone, cioè l’Asl di Caserta ai suoi massimi livelli, ha avuto o ha dovuto avere con il sindacato Fials e con il suo dominatore assoluto Salvatore Stabile, il cui figliolo Antonio, peraltro a sua volta arrestato, pienamente inserito, come pure sanno i nostri lettori, con un’assunzione co.co.co. proprio nell’ufficio di Carizzone.

Raffaele Ferrantino si candida, infatti, alle elezioni comunali della città normanna, tenute nel maggio 2016. Ovviamente, entra in una delle liste che sostengono la candidatura a sindaco di Peppe Stabile, fratello di Salvatore e a sua volta dentro ad una serie di meccanismi politico-sindacal-clientelari che noi denunciamo da una vita, pur dovendo incrociare pazientemente le buffe declinazioni dello Stabile, il quale afferma in pratica che CasertaCe lo ha sempre stalkerizzato con i suoi articoli.

Questi i nomi principali, poi, come si diceva, ci sono quelli di retroguardia, cioè i soldati semplici: Antonio D’Angelo, un impiegato amministrativo con contratto a tempo indeterminato all’interno del DSM che, come pure sanno i nostri lettori (e sono tre) non si trova a Caserta, ma proprio ad Aversa. Il che sarebbe anche giusto, positivo se certe scelte fossero avvenute in nome di un decentramento che non può non considerare le necessità e il prestigio della seconda città di questa provincia.

Il fatto, che diventa problema, anzi problemone, è che il DSM “è stato messo” ad Aversa per le ragioni esposte non in una, non in 10, non in cento e neppure in mille pagine, bensì nelle 1.024 pagine di questa ordinanza.

Infine, l’amante di Carizzone, cioè Patrizia Rampone: alcune cose le abbiamo già scritte su di lei. Oggi aggiungiamo quello che la riguarda all’interno del capo di imputazione provvisorio su certe partecipazioni non ufficiali, scrivono i giudici, “da socio occulto“, di questa donna, in strutture private di accoglienza dei pazienti, in modo da operare in quel traghettamento di vere e proprie galline dalle uova d’oro, visto e considerato che ognuno di quei pazienti, ricoverato in queste strutture, ne determinava il successo economico, la ricchezza naturalmente grazie alle prestazioni convenzionate e dunque elargite dal servizio sanitario nazionale attraverso la Regione Campania. 

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA