MONDRAGONE. Caporalato e sfruttamento nelle campagne. Imprenditore lascia il carcere

24 Giugno 2021 - 20:21

MONDRAGONE – Andrà ai domiciliari Gennaro Bianchino, l’uomo di 63 anni di Mondragone, legale rappresentante della Sviluppo Agricolo Bianchino, ritenuto il capo del gruppo dedito allo sfruttamento dei lavoratori nei campi.

A deciderlo è stato il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha accolto l’istanza dell’avvocato difensore dell’uomo, disponendo così la misura cautelare meno afflittiva.

Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere, che coordinó le indagini svolte dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone, Gennaro Bianchino insieme a Pasquale e Vincenzo Miraglia, fratelli rispettivamente di 42 e 45 anni e titolari di ditte individuali del settore ortofrutticolo, e Francesco Pagliaro, di 53 anni (tutti assistiti dall’avvocato Giovanni Lavanga) avevano creato una stabile organizzazione attraverso la quale assumevano ed impiegavano manodopera reclutata grazie all’attività di intermediazione illecita svolta dai caporali a cui si rivolgevano i lavoratori africani, rumeni e bulgari – perlopiù donne – per essere impiegati nei campi tra i Comuni di Mondragone, Falciano del Massico, Carinola, Castel Volturno, Villa Literno e Grazzanise.

Per gli inquirenti a capo di tale fruttuoso sistema clientelare di sfruttamento della manodopera c’era Gennaro Bianchino. Pasquale Miraglia aveva il ruolo di organizzatore e Vincenzo Miraglia e Francesco Pagliaro rivestivano il ruolo di partecipi.

Secondo le ricostruzioni delle fiamme gialle e gli uomini dell’Arma -operate grazie all’ausilio di appostamenti, pedinamenti e mappature dall’alto grazie ai droni – il reclutamento degli sfruttati era assicurato grazie alla fidelizzazione dei caporali che li raccattavano in punti strategici della Domiziana o in vie di raccordo tra Comuni o piazze all’alba grazie a furgoni strabordanti.