MONDRAGONE. Che intreccio d’amore tra la moglie di Tiberio La Torre che si invaghisce di Donato Pagliuca e nell’intimità gli racconta tutto dei colloqui in carcere con Augusto

14 Giugno 2018 - 18:38

MONDRAGONE – Nelle vicende della camorra mondragonese, e sono queste che la rendono diversa dalle camorre di ceppo casalese e marcianisano, spesso e volentieri capita che fatti privati, relazioni forse improprie determinino eventi imprevedibili.

Sicuramente utile all’attività degli inquirenti della dda è stata la relazione amorosa intessuta tra Donato Pagliuca, nipote del boss uscito, e M.A., moglie, a un certo punto separata, di Francesco Tiberio La Torre, figlio del “comandante in capo” Augusto La Torre. Utile perché oggi Donato Pagliuca, essendo diventato collaboratore di giustizia, può fornire alla dda elementi molto preziosi per la costruzione di un’accusa credibile ai danni di Francesco Tiberil, ma anche di Augusto La Torre.

La relazione tra i due inizia con ogni probabilità nei primi mesi del 2012. Ed inizia, sempre molto probabilmente, quando il matrimonio tra Tiberio La Torre e M.A. è già sfiorito, tant’è vero che in una conversazione con Donato Pagliuca, la ragazza fa riferimento esplicito ad una separazione già realizzata.

Le confidenze pesanti, importanti, M.A., invece, le fa a Donato Pagliuca quando lo va a trovare in provincia di Viterbo, precisamente a Viglianello, dove Pagliuca si trova agli arresti domiciliari. La ragazza viene prelevata alla stazione da un amico o da un condomino dell’arrestato e condotta nell’appartamento di quest’ultimo. Lì, nell’intimità M.A. racconta a Donato Pagliuca che poi lo racconta alla dda nell’interrogatorio del 16 maggio 2016, un cui stralcio pubblichiamo in calce, di aver ascoltato con le sue orecchie in carcere, durante i colloqui ai quali accompagnava l’allora marito Tiberio La Torre, dicevamo, racconta di aver sentito Augusto esortare il figlio a rientrare a Mondragone e ad andare da quelle famiglie, naturalmente si parla di famiglie di camorra, che lui, Augusto, non aveva tirato in ballo negli interrogatori di proposito.

Andare lì per chiedere, non certo col capo chino, un rientro dei La Torre nel vivo delle attività criminali della camorra mondragonese.

 

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLO STRALCIO DELL’ORDINANZA