MONDRAGONE. Indagine della Dda su eventuali episodi di voto di scambio alle ultime elezioni. Ascoltati, come testimoni e non come indagati, la più votata Maria Tramonti e il marito Alfredo Campoli. Quelle code alla pompa di benzina

2 Luglio 2022 - 12:30

Si tratta di un atto dovuto, di un fascicolo aperto dopo le diverse denunce arrivate ai carabinieri e che davano riscontro ad alcuni video, in cui di vedono le modalità con cui vengono erogati i rifornimenti di carburante nei giorni e nelle ore immediatamente precedenti (e anche durante) alle operazioni elettorali

 

 

MONDRAGONE – (g.g.) Su quello che è successo nel perimetro del distributore di carburanti di proprietà dell’imprenditore Alfredo Campoli e, indirettamente, ma fino ad un certo punto, di sua moglie Maria Tramonti, super assessore alle attività produttive e autrice di una incredibile performance elettorale che ha consentito di essere la più votata in assoluto alle ultime elezioni comunali di Mondragone, non ci siamo pronunciati fino ad ora.

Abbiamo a disposizione filmati, testimonianze e altro ancora. Però vogliamo osservare con la cognizione di chi, da 10 anni si occupa delle cose di questa città e che ne ha viste veramente di tutti i colori. Non possiamo certo sostenere, e infatti non lo sosteniamo, ciò che, però, legittimamente sostengono gli avversari politici di Alfredo Campoli e cioè che tanto carburante, tanta benzina, tanto gasolio è stato erogato da quelle pompe proprio nei giorni e nelle ore precedenti alle elezioni. D’altronde le code lunghissime che ben si colgono dalle immagini video di cui abbiamo avuto disponibilità dalla nostra giornalista e corrispondente Maria Assunta Cavallo, raccontano di una densità che non può essere certo spiegata dal caro benzina e dal caro energia, registratosi in quei giorni, trovato nell’impianto di Campoli.

Diciamo Alfredo Campoli, perchè qui bisogna finirla con le raffigurazioni taroccate: il vero assessore, il vero uomo forte dell’amministrazione comunale è lui, un vero e proprio numero due, sopra al quale c’è solo il consigliere regionale Giovanni Zannini, sindaco di fatto e ormai da anni in fraterna amicizia, in strettissimo sodalizio con il Campoli con il quale ha anche consumato delle vacanze estive in qualche capitale europea.

Comunque, per il momento non vogliamo occuparcene con grande frequenza, anche perchè desideriamo metterci per una volta in poltrona per capire le prospettive delle indagini già partite e frutto sicuramente delle denunce politiche e forse anche di altro genere, piovute nei comandi dei carabinieri e che hanno comportato già qualche intervento in loco da parte della Guardia di Finanza.

Alfredo Campoli e la moglie Maria Tramonti non sono indagati. O quantomeno, a noi non risulta che siano indagati. Questo va scritto in maniera forte e chiara. E se i due sono stati convocati e magari ascoltati nei giorni scorsi dai magistrati della direzione distrettuale antimafia, ciò appartiene alla normalità dei doveri di cittadinanza, che obbligano materialmente e moralmente ogni persona che viene chiamata come potenzialmente informata dei fatti, dunque come testimone, senza avvocato al seguito, da chi è deputato a farlo, in base al diritto costituzionale, prim’ancora che al diritto penale e alla procedura penale.

Stiamo a guardare, ovviamente continuando ad introitare informazioni, a garanzia dello stesso Campoli e della stessa moglie, che, se ritengono di aver vissuto gli ultimi 5 anni con rettitudine, compresi i mesi dell’ultima campagna elettorale, con un’interpretazione del ruolo istituzionale ricoperto, sempre rivolta al bene comune e sempre attenta a rimanere all’interno di ciò che le leggi consentono, non hanno assolutamente nulla da temere.