NICOLA FERRARO, case, conti correnti e auto. Confisca definitiva per 2,5 milioni di euro

16 Febbraio 2023 - 10:12

Com’è noto, l’ex imprenditore del settore rifiuti, che fu anche consigliere regionale Udeur dal 2005 al 2010, è stato processato e condannato per collusione con il clan dei Casalesi


CASAL DI PRINCIPE –
La Polizia di Stato e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta, in
esecuzione di apposito decreto della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa
Maria Capua Vetere, emesso su proposta del Questore di Caserta, hanno sottoposto a confisca
in via definitiva, in Campania e nel Lazio, beni, partecipazioni societarie, rapporti finanziari
e bancari, nonché indennità e somme derivanti dal vitalizio consiliare per un valore pari a
circa 2,5 milioni di euro, riconducibili ad un ex Consigliere della Regione Campania, già
attivo nel settore imprenditoriale dei rifiuti, condannato dalla Corte di Appello di Napoli per
concorso esterno in associazione mafiosa, con sentenza passata in giudicato.


L’odierno provvedimento di confisca in via definitiva rappresenta l’epilogo di una complessa
ed articolata indagine svolta dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Caserta e
dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta che ha
permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità – diretta ed
indiretta (anche tramite i suoi familiari) – dell’ex politico, acquisiti con i proventi derivanti
delle attività illecite, commesse nel tempo, nell’esercizio della propria attività
imprenditoriale.
Il

prevenuto, riconosciuto dal Giudice Penale come imprenditore e politico colluso con i
reggenti del Clan dei Casalesi – Fazioni Schiavone e Bidognetti, almeno dal 2000 in poi e
comunque già prima della sua elezione al Consiglio Regionale della Regione Campania
(avvenuta nel 2005), ha asservito sia la propria attività imprenditoriale nel settore dei rifiuti
sia quella politica alle esigenze camorristiche, ricevendo in cambio un appoggio determinante
per la sua stessa affermazione imprenditoriale ed un decisivo sostegno elettorale.
Le indagini di polizia giudiziaria hanno dato riscontro alle dichiarazioni di molteplici
collaboratori di giustizia, permettendo di accertare che l’imprenditore ed ex Consigliere abbia
fornito la sua continua disponibilità a porsi come intermediario tra gli amministratori degli
Enti locali e le organizzazioni criminali di riferimento, per drenare a favore di queste ultime
appalti e contributi pubblici, riuscendo quasi a monopolizzare il redditizio settore economico
della raccolta e smaltimento dei rifiuti, anche oltre i confini del territorio casertano,
determinandone di fatto la sua pericolosità sociale.
Al fine, poi, di disvelare l’origine del rilevante patrimonio del proposto e dei suoi conviventi
è stata acquisita, con riferimento all’ultimo ventennio, copiosa documentazione, tra cui i
contratti di compravendita dei beni e delle quote societarie nonché numerosi altri atti pubblici
che hanno interessato nel tempo l’intero nucleo familiare, verificando poi, per ogni
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transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria
provvista economica.
I successivi approfondimenti hanno consentito di acclarare come gran parte delle attività e dei
beni entrati nella disponibilità del proposto e dei suoi più stretti congiunti fossero stati
effettivamente rilevati con i profitti ottenuti grazie alla stretta contiguità con il Clan dei
casalesi.
Sono stati così sottoposti a confisca – divenuta definitiva n. 7 fabbricati, dislocati tra i Comuni
di Caserta (CE), Casal di Principe (CE), Arienzo (CE), Gaeta (LT) e Formia (LT), quote
societarie riconducibili a n. 2 imprese attive nel settore immobiliare e nel campo
dell’ingegneria integrata, n. 1 autovettura e n.1 motociclo, gli emolumenti e le indennità
percepite (inerenti l’intero periodo di consiliatura), per un valore pari a Euro 834.226,46,
e il maturando vitalizio consiliare (per il periodo postumo dal raggiungimento del
sessantesimo anno di età, da quantificare) in seno alla Regione Campania, per un valore
complessivo di circa 2,5 milioni di euro