PASTICCERIE DI CAMORRA. Conti, depositi, polizze, 5 auto: il tesoro delle sfogliatelle d’oro targate Giuseppe Santoro

9 Maggio 2019 - 12:38

CASAPESENNA – E’ un compendio fondamentale, quello contenuto in uno degli ultimi stralci dell’ordinanza sulle pasticcerie di camorra, targate Giuseppe Santoro e Pasquale Fontana. Il giudice D’Ancona tira le somme e, ribadendo dettagliatamente le richieste formulate dalla dda, relativamente ai beni immobili e mobili di proprietà di Santoro, della moglie Rosanna Fontana e del figlio Antonio, elenca, al netto, le cose che decide di sequestrate e quelle per le quali l’istanza dei magistrati dell’antimafia non è accettabile.

E così accade che, con le motivazioni che potrete leggere dettagliatamente nello stralcio che pubblichiamo in calce, Antonio Santoro, figlio di Giuseppe Santoro, subisce il sequestro di una Mercedes classe A e un autoveicolo isotermico Iveco e 5 conti correnti, localizzati a Poste Italiane e nelle banche Nazionale del Lavoro, Popolare del Mediterraneo, Deutsche Bank e Popolare di Vicenza.

Rigettata invece la richiesta di sequestro della quota di un terzo della proprietà di 7 immobili, ubicati in Corso Europa a Casapesenna. Per le case, osserva il giudice, “Tali cespiti risultano acquisiti in epoca anteriore al 2009 o in epoca imprecisata, ragion per cui non c’è alcun elemento da cui desumere che detti beni potranno essere oggetto di confisca ex art.416 bis c.p. non emergendo un nesso di pertinenzialità dei beni con l’attività criminosa del Santoro; nè si può affermare che i cespiti potranno essere oggetto di confisca ex art. 240bis c.p. in quanto l’epoca della loro acquisizione è di molto anteriore al momento in cui, secondo gli elementi indiziari finora raccolti, si è registrata l’impennata del giro di affari del Santoro.”

Questa motivazione è un utile punto di riferimento per capire anche perchè ci sono altri beni che vengono, invece, sequestrati. Il loro acquisto nei periodi in cui la dda riesce a convincere il giudice della intraneità di Giuseppe Santoro nel clan dei casalesi e della presenza economica di Michele Zagaria nelle sue attività imprenditoriali, segnalano una condizione esattamente opposta a quella dei cespiti precedentemente entrati a far parte della proprietà, nel caso degli immobili di Casapesenna, del figlio di Santoro.

Questi ragionamenti molto interessanti li potrete leggere meglio e dettagliatamente nello stralcio con cui documentiamo questo articolo. In termini più sintetici, possiamo dire che Giuseppe Santoro, la moglie, il figlio, e, seppur in misura inferiore la figlia, Maria Rosaria Santoro, è finito sotto chiave un piccolo tesoro: 16 tra conti correnti bancari, conti e depositi postali; 2 polizze assicurative intestate alla moglie, mentre Santoro ne salva altre 5, sottoscritte in epoca antecedente a quella in cui Zagaria entra come socio di fatto; 4 autovetture, un furgone e un ciclomotore.

Sui punti vendita, è utile dedicare un focus specifico. In questa sede, vi diciamo che il giudice ha ragionato esattamente allo stesso modo con cui ha ragionato con i cespiti, introducendo e utilizzando come bussola discriminatoria, l’elemento temporale. Alcune pasticcerie, dunque, si sono salvate e possono rimanere anche aperte, diverse altre, al contrario, sono state sequestrate.

Vi daremo l’elenco dettagliato nella prossima puntata del focus.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA