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PILLOLE DI PSICOLOGIA ai tempi del Coronavirus. L’intervista al dottor Giuseppe di Rienzo

27 Marzo 2020 - 17:10

CASERTA (P.M.) – La pandemia di coronavirus in cui si dibatte severamente la nazione sta suscitando prove di virtù civiche inusuali. E non parliamo esclusivamente dell’abnegazione estrema che sta dimostrando la sanità, ma di tutta una serie di iniziative di associazioni di volontariato sociale, di categorie professionali e di privati finalizzate ad alleviare i disagi, le difficoltà e talvolta il malessere che la cittadinanza soffre in questi momenti.  All’emergenza medico-sanitaria, si affianca l’ emergenza psicologica. Sempre più persone lamentano ansia e depressione per questo improvviso cambiamento di vita, di questa clausura imposta. In molti si trovano ad affrontare il contagio di un parente affetto dal Covid-19, spesso figli trasferitisi al Nord per ragioni di studio o di lavoro.

In tale scenario, alcuni psicologi del casertano si sono offerti, meritoriamente ed in maniera del tutto gratuita, di fornire il loro sostegno terapeutico alle persone che in questo periodo stanno soffrendo di un qualche disagio psichico, il numero delle quali, com’è intuitivo, è destinato ad aumentare di giorno in giorno, quanto più a lungo durerà la condizione generalizzata di isolamento.

Per saperne di più, incontriamo oggi uno di questi psicologi, il dott. Giuseppe Di Rienzo, con studio in Santa Maria C.V., comune di cui è originario, che è uno specialista in psicologia clinica e che vanta, benché giovane, un curriculum professionale di tutto riguardo. Laureatosi con pieni voti nell’università di Torino, esercita presso il centro

di salute mentale di Napoli-Secondigliano e presso quello di Villar Perosa, in provincia di Torino. E’ altresì docente di psicologia forense presso l’UniTre di S. Maria C.V. .

Dottor di Rienzo, come si presenta, in queste condizioni di emergenza sanitaria, lo stato psichico delle persone ?

di Rienzo: “ E’ da premettere che i recenti decreti emanati dal Ministero dell’interno e della Salute stanno richiedendo alla popolazione italiana ulteriori sacrifici sul piano sociale. Il Virus Covid-19 aleggia sovrano nelle ormai deserte metropoli regionali e nei piccoli borghi di paese. Politiche di salvaguardia mirano a circoscrivere il numero di contagi emanando nuove misure di sicurezza, limitando di fatto i contatti sociali. Milioni di persone, ad esclusione degli eroi armati di mascherina che operano nel campo sanitario, dei trasporti o alimentare, si sono viste limitare la propria libertà ed attendono nelle loro abitazioni che questo folle periodo passi al più presto.  Oltre alla forzata limitazione nei contatti sociali e alla libertà personale, si aggiungono altre preoccupazioni; le borse mondiali stanno crollando, lo spread italiano è ai massimi livelli, e molti italiani stanno dando fondo agli ultimi risparmi per sopravvivere a questa pandemia”.

Che effetto ha tutto questo sulla nostra psiche?

di Rienzo: “ Un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology e dello Howard Hughes Medical Institute, ha dimostrato, attraverso una serie di esperimenti su dei topi posti in condizione di isolamento per almeno due settimane, che una limitazione dei contatti sociali può determinare delle alterazioni comportamentali orientate ad un incremento dell’aggressività, paura e ipersensibilità alle minacce.  In questo marasma emotivo, trova terreno fertile l’ansia, che camaleontica assume diverse forme, ora difficoltà respiratorie, ora palpitazioni, ora tremori, ora ancora pensieri intrusivi legati alla preoccupazione del domani, del lavoro, della famiglia, della situazione economica.

Sembra essere un trend abbastanza diffuso in questo periodo critico che ha avuto come conseguenza un incremento delle chiamate di urgenza al 118, sovraccaricando i già saturi reparti ospedalieri. La costellazione sintomatica, per certi versi sovrapponibile a quelle di una normale influenza o del temuto virus covid-19 incrementa ulteriormente il ciclo dell’ansia che in breve tempo può trasformarsi in vero e proprio panico.

Come differenziare il panico da altre patologie?

di Rienzo: “L’ansia ha il potere di conformare il proprio “sentirsi” in base alla malattia temuta. Pertanto se il principale timore è quello di aver contratto il covid-19, si tenderà a percepire la propria fronte come molto calda, o avvertire tremori e difficoltà respiratorie, palpitazioni e in alcuni casi anche tosse. L’ansia, nella sua fase acuta però presenta delle peculiarità sintomatiche quali ad esempio parastesie (sensazioni di formicolio), dispnea, dolori al petto, depersonalizzazione e un’intensa paura di morire.

In questi casi risulta di enorme sollievo regolarizzare la saturazione di ossigeno immesso nei nostri polmoni respirando all’interno di un sacchetto, o provando a parlare ad alta voce o cantare, o ancora facendo dei lunghi sbadigli. Si consiglia una breve passeggiata per casa per sciogliere i muscoli tesi. Pensieri intrusivi di malessere potrebbero annidarsi nella nostra mente, provate a contare a ritroso da 100 sottraendo ogni volta tre unità (100 – 97- 94 – 91 – 88…).

Il panico assume una forma sinusoidale in riferimento al tempo e alla qualità del malessere percepito, il cui picco solitamente è intorno al ventesimo minuto, per poi scemare pian piano. Qualora gli episodi di panico si dovessero presentare con una certa frequenza è utile contattare uno specialista della mente”.

Accennavamo alla possibilità di consulti psicologici che lei ed altri suoi colleghi prestate gratuitamente a chi ne avesse bisogno. Con quali modalità è possibile richiederli ?

di Rienzo: “ Per prenotare è sufficiente inviare un messaggio al numero telefonico 327 777 68 64. Si sarà ricontattati per concordare successivi colloqui telefonici od in videochat”.