PIZZO NEL CUORE DI AVERSA. Un imprenditore delle mozzarelle tramite tra il costruttore vittima di estorsione e gli uomini del clan dei Casalesi

6 Agosto 2023 - 11:16

CASAL DI PRINCIPE/AVERSA – Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dalla squadra mobile della questura di Caserta, Nicola Pezzella, 60 anni ex genero del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, morto nel 2015, cugino di Francesco Schiavone SandokanGiuseppe Diana, di San Cipriano d’Aversa. Antonio Barbato, 47 anni, di Carinaro, avrebbero compiuto un’estorsione dal valore di circa 20 mila euro a un imprenditore di Quarto, operante nel settore edile e al lavoro ad Aversa, via Giotto, su un cantiere residenziale nella città normanna.

C’è anche, poi, il titolare di un caseificio di Aversa a fare da tramite con il costruttore, mettendo in piedi un appuntamento tra gli estorsori e l’imprenditore in un bar a Casal di Principe.

Dopo il primo incontro con un collaboratore, avvenuto proprio in via Giotto, ci fui poi il meeting al bar per provare a far calare la quota dai 20 mila euro a circa 8 mila euro, essendo lui non titolare dell’appalto, ma lavorando in regime di subappalto.

Una richiesta economica per “mettersi ‘appost” che l’imprenditore di Quarto ha pagato, consegnando in due occasioni a distanza di 15 giorni la somma.

Nelle prossime ore, il giudice D’Angelo del tribunale di Aversa Napoli Nord dovrà decidere se convalidare il fermo di Pezzella, Barbato e Diana, sottoposti al decreto firmato dal pm Maurizio Giordano e, con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso, tradotti in carcere (Barbato era già recluso per altra vicenda).