REGGIA DI CASERTA. La terrificante relazione degli ispettori del Ministero. Ora Felicori, se ha un briciolo di dignità istituzionale, deve dimettersi

3 Agosto 2018 - 13:01

CASERTA (G. G.) – Se il Ministero dei Beni Culturali desse sviluppo concreto e coerente a quanto i suoi ispettori hanno messo nero su bianco nel lavoro di analisi e di indagine amministrativa, compiuto per appurare i motivi del clamoroso crollo avvenuto il 10 dicembre scorso di vaste sezioni della Sala delle Dame, in una domenica mattina in cui avemmo la fortuna e perché no, anche la bravura accoppiata alla follia di lavorare sempre, di raccontare in diretta con fotografie e video ciò che stava succedendo, dicevamo, se ciò che leggerete qui sotto è la convinzione degli ispettori, Mauro Felicori dovrebbe già lasciare, ora, e non a Marzo, cioè a fine contratto, la Direzione della Reggia di Caserta.
Annunciamo che come abbiamo fatto per l’Ospedale Civile, rispetto al quale ultimamente siamo molto aperti al dialogo ed alla comprensione con il Direttore Generale Mario Ferrante, perché i poteri forti che hanno leccato il culo a tutti i criminali che alla guida di quel nosocomio sono stati, ora attaccano il nuovo DG perché forse criminale non è, anche per la questione Felicori, quando lo avremo buttato, quando lo avremo precipitato nella polvere in cui merita di stare per come ha scelleratamente amministrato il massimo monumento dell’Italia meridionale, gli faremo scudo e lo difenderemo anche, riappacificandoci con la nostra cultura liberale e radicale. E dovremo farlo per forza, perché dopo, a quel tempo, tutti quelli e quelle che gli hanno leccato i piedi ed anche le palle, saranno lì a narrarlo come l’uomo più spregevole del mondo, come il dirigente più incapace e più ignorante, buono al più a fare un po’ di ‘ammuina’ su Facebook in puro stile renziano, di quel Renzi

che una mattina si svegliò e come un novello Caligola decise che il Direttore del Cimitero di Bologna sarebbe diventato il Direttore della Reggia edificata da Luigi Vanvitelli.
Ti difenderemo, Felicori. Ma non perché meriterai una considerazione maggiore allora rispetto a quella che meriti oggi (solo l’atto delle dimissioni potrebbe riabilitarti), ma perché i leccatori e le leccatrici di palle sono stati, in questi anni, sicuramente peggiori di te, rappresentando la peggiore espressione di una pseudo sedicente borghesia della ragione, della competenza, che ha applaudito ad ogni puttanata che tu, Felicori, come un’imitazione di Cetto La Qualunque propinavi.
Ti applaudivano non perché non avevano capito tu chi fossi, ma perché la Reggia è stata sempre una formidabile mangiatoia, una gallina dalle uova d’oro per organizzatori di eventi, per organizzatori di mostre, cioè per tutto quel mondo di superficie che con il suo modo di fare scomposto ed ignorante riesce a coprire le miserie più miserabili, le onte più vergognose, com’è senz’altro quella che si va profilando sul destino di quella che era la mostra più prestigiosa, il vero fiore all’occhiella, quella ‘Terraemotus’ che ormai si pensa di spostare altrove dopo i tanti oltraggi ed i tanti danni subiti. Materiali e morali, come è accaduto per esempio quando nella rappresentazione teatrale degli studenti del Liceo Manzoni (oplà, ucci ucci sento odor di Adele Vairo, degna componente della comunità dei leccatori di cui sopra) che hanno usato come quinta teatrale l’opera del grande artista sannita di sicura fama mondiale Mimmo Paladino.
Chi ha retto bordone in questi anni, non già a Felicori, ma al suo metodo cialtronesco (il metodo, non Felicori) è sicuramente più colpevole del crapulo bolognese. Ecco perchè all’indice e all’inferno devono andare quei casertani che stanno distruggendo la propria città e la propria identità continuando ad esprimersi attraverso una subalternità acritica ed acefala nei confronti del padrone di turno in cambio di qualche piccolo contributo economico e di qualche biglietto omaggio.
Per il resto il motivo per cui Felicori dovrebbe essere rimosso domattina, anzi il motivo per cui Felicori dovrebbe dimettersi subito lo potrete leggere negli stralci della ‘terrificante’ relazione degli ispettori ministeriali.
Roba che, al confronto, quelle di Guarino sono mielose ninna nanna.

La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ha ravvisato già “… allo stato gli elementi costitutivi della fattispecie di reato di cui all’articolo 677 comma 3 del Codice Penale”, l’Ispettorato Mibact ha messo nero su bianco le sue risultanze affermando che i fatti accertati “si prestano, stante la gravità della situazione accertata e delle omissioni elencate, a configurare possibili responsabilità penali a carico dei soggetti responsabili”.

“Fatte salve le misure che questa Amministrazione intenderà adottare in ordine alle responsabilità della direzione della Reggia per le manchevolezze/omissioni richiamate, risulta improcrastinabile l’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza e di restauro di tutti gli ambienti dell’Appartamento, da iniziarsi entro il termine di un mese dall’avvenuto dissequestro degli ambienti da parte della Procura della Repubblica, tenuto conto che l’Istituto Reggia di Caserta, come affermato dallo stesso Direttore, ha a disposizione, da tempo, finanziamenti utilizzabili a tale scopo”.

E, stando alla relazione degli ispettori, l’omissione è totale:

– Non ottemperanza degli obblighi in capo al datore di lavoro ai sensi e per gli effetti del D.Lgs 81/08 “Testo unico sulla sicurezza sul lavoro”. E’ assente, infatti, nel documento di valutazione del rischio, sia del 2015 che del 2017, qualsiasi riferimento ai rischi presenti negli ambienti museali, pure aperti al pubblico, della Sala delle Dame e dell’intero Appartamento Reale, con conseguente esposizione al pericolo sia dei visitatori che dei dipendenti che lì prestano la loro attività lavorativa;

– Non effettuazione, negli anni e fino al crollo di cui è ispezione, sia di un monitoraggio strumentale sia di un rilievo grafico e fotografico dell’ambiente interessato dal crollo e di quelli adiacenti (i responsabili del settore hanno affermato che le uniche operazioni di controllo/monitoraggio degli ambienti per la sicurezza di visitatori e dipendenti si limitavano a passaggi occasionali e verifiche “a vista“ dell’insieme degli ambienti, a fronte dei quali non è mai stato redatto alcun documento e mai è stata operata alcuna verifica puntuale, fosse anche di semplice “bussatura” sugli intonaci né di quella sala né di quelle adiacenti che pure presentavano lesioni e micro-lesioni);

– Mancata predisposizione di richieste di finanziamento degli interventi ordinari, pure urgenti, finalizzati al consolidamento ed al restauro degli ambienti interessati da un diffuso quadro fessurativo;

– Mancata interdizione della Sala delle Dame e dei vari ambienti dell’Appartamento Reale, dove già a vista risultavano, da tempo, evidenti fenomeni fessurativi alle volte e alle piattabande delle finestre e dissesti alla pavimentazione, lasciati aperti al pubblico ed alla attività del personale di vigilanza.