S.MARIA C.V. E chi è Tony il macho? Il sindaco mette in riga i consiglieri ribelli e fa convocare la commissione per stamattina alle 12. I RETROSCENA POLITICI

20 Luglio 2018 - 11:24

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) C’era una canzoncina un pò demenziale a cavallo degli anni 70 e 80, intonata dall’attore comico Pippo Franco che si intitolava “Che figo“. Ci abbiamo pensato quando siamo venuti a conoscenza, stamattina, che il sindaco Antonio Mirra non vuole rinviare la resa dei conti con i consiglieri comunali della sua maggioranza che si sono insubordinati a lui, cercando di rinviare il momento dell’uscita del comune di Santa Maria Capua Vetere dall’Asi, alla seduta del consiglio comunale del prossimo 27 luglio. La partita va chiusa stamattina e con un atto, appunto, da vero figo, di autentico machismo politico, esercitato ovviamente anche grazie all’interlocutore che aveva di fronte, cioè il presidente della commissione attività produttive Pigrini, brava persona, ma non certo un cuor di leone, ha preteso la convocazione ad horas della commissione alla quale ha detto di voler partecipare.

Ora, va aggiunto che se il sindaco è anche consigliere comunale, non è che può decidere lui o imporre la sua partecipazione a una commissione consiliare. Se questo comune avesse un vero presidente del consiglio comunale e non uno come Feola, il quale, con tutto il rispetto, è un invisibile, che si materializza probabilmente solo quando, sull’onda virtuale del web, si accerta dell’approdo del bonifico che gli tocca ogni mese per la sua carica, sicuramente questa cosa avrebbe determinato una polemica durissima, finalizzata allo scopo di ridare ortodossia statutaria a processi amministrativi che il sindaco sta interpretando un pò a modo suo. E probabilmente il primo cittadino avrebbe dovuto fare marcia indietro, accontentandosi solo di aver persuaso il mansueto Pigrini a riconvocare, per stamattina a mezzogiorno, la commissione. 

Mirra pretende che i tre consiglieri di maggioranza, il citato Pigrini, Gabriella Santillo e il terzo di cui non ricordiamo neppure il nome, ma non è che faccia poi tanta differenza, rivedano la loro posizione e producano un’immediata marcia indietro rispetto a quello che hanno votato l’altro giorno, chiedendo, in pratica, un rinvio di ogni decisione sull’uscita del comune di Santa Maria Capua Vetere dal consorzio delle aree industriali.

Insomma, ai “ribelli” è andata anche peggio di quanto avevamo ipotizzato nell’articolo di ieri (CLICCA QUI PER LEGGERLO).

Per quanto riguarda i motivi di questa forte determinazione di Mirra, è chiaro che nel momento in cui nella sua testa, nel suo bagaglio culturale non esiste l’idea di un modello di sviluppo basato anche sulla promozione delle attività artigianali, di quelle micro e medie industriali, l’Asi diventi una roba inutile. Ed è su questa posizione, a nostro avviso culturalmente involuta e arretrata, determinata dalle spinte lobbistiche e cementificatrici che sicuramente i vari proprietari di terreni, Esposito, ex Italtel, in testa, stanno conducendo sull’amministrazione per riempire di negozi, centri commerciali e supermercati, le aree in questione che si è attestato il sindaco Mirra.

Va pure segnalato che in questa vicenda ci sono anche delle ragioni (si fa per dire) di tipo politico. E’ chiaro che la Santillo ha assunto questa posizione perchè gliel’ha dettata il consigliere regionale Luigi Bosco, suo principale riferimento. I tre moschettieri, senza D’Artagnan, cioè lo stesso Bosco, lo stratega Stefano Graziano (eccezionale la sua operazione di Carinaro dove, candidando alle politiche la sindaca Dell’Aprovitola, ne ha anche determinato la caduta) e Giovanni Zannini temono giustamente di perdere il controllo dell’assemblea dell’Asi. Carinaro è guidata da un commissario che non si presenterà più; a Sant’Arpino si deve capire se il sindaco dimissionario Dell’Aversana confermerà il suo proposito o se si consumerà l’ennesima farsa dei ripensamenti consentiti dalla folle norma dei 20 giorni. Ora, uscendo Santa Maria Capua Vetere ed entrando Maddaloni che ha rieletto, dopo tempo immemorabile, un sindaco e un consiglio comunale, i numeri potrebbero diventare negativi. Ciò darebbe innesco a una fase di scontro tra l’assemblea e il consiglio, fruttod el famoso foedus sceleris tra lo stesso Graziano, Giggino la polpetta e Grimaldi. Un patto che ha portato all’elezione alla presidenza di Raffaella Pignetti, in pratica una propaggine, una protesi politica di Graziano. Magari comincerebbe a venir fuori qualche notizia, qualche altarino su certi investimenti di taluni imprenditori aversan-napoletani. Ma quel che è peggio, vista l’area che tira nel centrosinistra e in prospettiva del turno elettorale del 2019, si potrebbe creare una maggioranza diversa da quella attuale. Ecco perchè la Santillo, Pigrini e l’altro componente, sono stati convinti a cercare, come si suol dire in dialetto, di “tenere in mano“.

La giornata è appena iniziata. Vedremo come andrà a finire questa storia.