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S.MARIA C.V. Lo diciamo senza timore e con piena cognizione di causa: c’è puzza di concorso truccato nell’assunzione di 8 vigili urbani al Comune

19 Ottobre 2020 - 14:00

Forse in questo articolo non troverete elementi probanti per giustificare un titolo così esplicito. In questo articolo, no, però, covid permettendo, il mondo non finisce oggi 19 ottobre. Per cui, se quelli della commissione hanno qualcosa da obiettare, troveranno piena ospitalità in CasertaCe. E ALLA PROSSIMA PUNTATA….

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE(Gianluigi Guarino) Dopo qualche mese ritorniamo a scrivere del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato, ma part time, di 8 vigili urbani da associare all’organico in servizio nel comune di Santa Maria Capua Vetere.

Da quando uno dei vincitori di quel concorso ci ha inviato una lettera accorata in cui ascriveva a noi delle intenzioni mai espresse nell’articolo che dedicammo, al tempo, a quel concorso, abbiamo continuato a cercare essendoci persuasi che di un pò di paglia era costituita la coda che sporgeva in quello scritto, e ad informarci.

Non abbiamo ancora chiuso definitivamente la nostra inchiesta, ma ci siamo molto vicini. Come sapete, a ognuno il suo: da tempo noi sviluppiamo il nostro lavoro di indagine su tanti fatti riguardanti questa terra. Poi, pubblichiamo se riteniamo di aver accertato con chiari riscontri documentali, l’esistenza di procedure dubbie se non addirittura illegali.

A quel punto, ci fermiamo perchè il perimetro della nostra possibilità di analisi e di indagine finisce lì. E avrebbe detto Peppino De Filippo a Totò: “Ho

detto tutto“. Se poi quelle che raccogliamo siano o meno notizie di reato, non lo possiamo certo sacramentare. Abbiamo una opinione molto solida al riguardo. Ma è una opinione, per l’appunto.

Su questo solco ci muoviamo anche relativamente al concorso di cui abbiamo scritto all’inizio. Il suo bando è stato pubblicato il 28 novembre 2018. Vi hanno partecipato diverse decine di concorrenti e alla fine ne sono sopravvissuti solo 8. Fatto già di per sè anomalo perchè di solito i vincitori vengono anche seguiti negli elenchi da chi vincitore non è, ma che possiede una posizione in una graduatoria che poi eventualmente potrà essere utilizzata, come si dice, a scorrimento.

Però, diamo per buono il verdetto della commissione e diciamo che solamente questi 8 erano preparati, mentre tutti gli altri concorrenti erano passati lì per caso e non avendo un cavolo da fare, erano entrati nel Salone degli Specchi del Teatro Garibaldi per ingannare un poco il tempo.

Ma andiamo per ordine: le prove erano tre. Due scritte, tenute nello stesso giorno e senza soluzione di continuità, cioè una seguente all’altra e, infine, gli ammessi, cioè quelli che avevano superato gli scritti, sostenevano, come effettivamente poi hanno sostenuto, la prova orale.

Senza girarci troppo intorno, dalle reazioni durissime di alcuni degli esclusi che hanno presentato esposti di vario genere dopo aver effettuato l’accesso agli atti e ottenuto molta documentazione tra cui il dischetto contenente le audio registrazioni dei colloqui orali, ci accorgiamo che effettivamente certe cose non tornano. Prima questione: gli elaborati delle prove scritte contengono dei segni, stile Codice da Vinci, che nulla c’entrano con il contenuto della prova. Li abbiamo visti e vi diciamo che se si fosse trattato di schede elettorali, sarebbero state sicuramente annullate, per una chiara evidenza di voto segnalato.

Ma su questo potremo discutere ancora nei prossimi giorni perchè noi non siamo abituati a vendere le notizie a scatola chiusa, dunque, a sostenere una tesi da ingerire in quanto da noi portata avanti e senza che la stessa abbia un fondamento documentale. Tante stranezze, dicevamo: rimanendo infatti agli elaborati degli scritti e citando di nuovo quella che è una insidia tipica dei concorsi pubblici, gli appena citati segni distintivi che sono tassativamente vietati, tutto il meccanismo della raccolta degli elaborati, andrebbe valutato per capire se la procedura di legge sia stata o meno rispettata. Il concorrente ha un bustone e poi anche una busta più piccola con un cartoncino. Nel bustone inserisce il suo elaborato scritto, nella busta più piccola inserisce il talloncino contenente le sue generalità.

Questa busta piccola può essere aperta solo a conclusione di tutta la procedura di correzione degli elaborati scritti, dunque è sarebbe assolutamente vietato correggere un compito scritto avendo già aperto la busta più piccola delle generalità. Aggiungiamo noi che questa è un’altra grande ipocrisia all’italiana, perchè queste procedure possono andare bene in Norvegia, in Svezia. In poche parole, ci dovrebbero essere dei testimoni che assistono alla correzione degli scritti e che verificano se, magai sbadatamente, un commissario abbia o meno aperto anche la busta piccola contemporaneamente alla grande.

Per la cronaca, nel concorso di Santa Maria Capua Vetere, erano arrivati, avendo, secondo la commissione, una volta superati gli scritti, 17 concorrenti. A proposito, nel bustone grande bisogna stare attenti affinchè non ci finisca dentro più di una busta piccola. Magari, qualche distrazione, non si sa mai.

Dunque, ricapitoliamo, segni distintivi che magari potrebbero sempre servire se la questione busta grande e busta piccola non si elabora bene. Ma non uno, bensì parecchi. Abbiamo controllato, verificato e arriverà il momento (molto presto) in cui pubblicheremo le immagini che lo dimostrano in tutta evidenza e che dimostrano anche il fatto che nessuna alterazione postuma sia stata applicata a quelle immagini, tecnicamente non “photoshoppabili”.

Questo è solo il punto di partenza di un concorso la cui regolarità, ripetiamo, non ci convince affatto. La commissione era formata dall’allora dirigente nonchè comandante dei vigili urbani di Santa Maria Capua Vetere, Salvatore Schiavone, in passato dirigente anche a Maddaloni e ora in servizio presso il Ministero delle Risorse Agricole, con 3 anni di aspettativa, che pure occorre per ottenerne così tanti, una significativa capacità in termini di competenza sulle norme e sulle procedure contrattuali che sicuramente Schiavone, persona di rara intelligenza e di rara abilità, conosce a menadito. Il presidente della commissione era l’ufficiale dell’Esercito in pensione Lucio Molinari, recentemente candidato nella lista del Pd alle elezioni regionali. Molinari ha presieduto in quanto ha svolto, durante la sua carriera professionale, la funzione di magistrato militare. Il terzo componente è stata la segretaria del comune di San Tammaro Stefania Pignetti. Il quarto, Giuseppe Aulicino, segretario della commissione e oggi comandante facente funzioni dei vigili urbani di Santa Maria Capua Vetere.

Nella prossima puntata chiariremo prima di tutto quali siano i criteri che la legge impone di utilizzare nella valutazione dei concorrenti ad un concorso pubblico, soffermandoci anche sulla tempistica e sui vincoli che regolano l’attribuzione del voto alle diverse prove previste. Un’operazione delicatissima, questa, anzi, decisiva perchè dall’attribuzione di un punteggio in più o voto in meno, può dipendere la vittoria o la non idoneità in un concorso.

Questa procedura è esposta ad un’altra storica citazione di Peppino De Filippo e di Totò, cioè a quella della “somma che fa il totale.” Non puoi invece esporre, esplicitare una media delle varie prove effettuate, dando la sensazione che non sia la somma a fare il totale, ma il totale la somma. E onestamente abbiamo la sensazione che qualcosa del genere sia successa. Magari non abbiamo inteso bene, ma non siamo nati ieri e la sensazione, ripetiamo, è quella.

Rimaniamo a disposizione qualora i componenti della commissione giudicatrice o eventualmente anche il sindaco Antonio Mirra, volessero esprimere le proprie tesi, il proprio punto di vista su questo primo articolo.