S.MARIA C.V. Se i soldi del ristoro rete idrica e fogne sono arrivati tardi, ciò è dovuto a Mirra. Per amor di verità

13 Maggio 2019 - 11:38

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) Per amor di verità, chi, come il sottoscritto, e chi, come questo giornale, non ha fatto sconti, nemmeno uno, anzi, con lui è stato particolarmente duro contribuendo pesantemente alla sua caduta politica, non può ora astenersi dall’utilizzare lo stesso metro, anzi, a dire il vero, con l’amministrazione Mirra siamo sin troppo indulgenti, quando la nostra esperienza ventennale di cose riguardanti la città di Santa Maria Capua Vetere, rispetto alla quale ne sappiamo molto più di Mirra, quando incrociamo dichiarazioni come quelle contenute nell’ultimo comunicato stampa che, saggiamente, il primo cittadino non ci fa spedire, temendo, e fa bene a temerlo, che il setaccio, il filtro della nostra conoscenza storica, smascheri le solite parole vuote della politica.

Vuote e, in questo caso, fuorvianti e artificiose. Abbiamo recuperato questo comunicato stampa di cui ci hanno parlato in questi giorni e leggiamo che l’amministrazione comunale di Santa Maria afferma di essere stata eroicamente in grado di ottenere finalmente i soldi del cosiddetto ristoro immondezzaio, cioè quel finanziamento del governo assegnato a tutte le città, a tutti i comuni che hanno di ospitare, come l’allora sindaco Enzo Iodice accettò, un impianto impattante per la lavorazione e la riduzione dei rifiuti solidi urbani.

Il Cdr oggi Stir, diventa più dolce, secondo Mirra, perchè lui, dopo 17 anni in cui, così è scritto testualmente nel comunicato, quei documenti “sono stati chiusi in un cassetto” è riuscito dove tutti gli altri suoi predecessori avrebbero fallito.

Procediamo con ordine. Intanto, di che cosa stiamo parlando. Si tratta di interventi che rientrano nell’accordo di “Programma Strategico per le compensazioni ambientali nella Regione Campania” del 18 luglio 2008 e stipulato sulla base di quanto disposto dall’art. 11 comma 12 della Legge n. 123/2008 “Misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella Regione Campania“, tra la stessa Regione Campania, il Ministero dell ‘Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio e il Commissario Delegato ex OPCM n. 3654/2008.

Questa intesa forniva alla Regione Campania un ruolo di protagonista attivo nella ripartizione di finanziamenti già stanziati qualche anno prima dal governo. Nell’anno 2009, l’accordo fu modificato per la revisione dei capitoli di spesa e la necessaria costituzione di un “Comitato di Indirizzo e Controllo“.

Nel 2011, cioè 8 anni fa, quando nessun comune era riuscito nemmeno lontanamente ad incassare un solo euro a titolo di ristoro, il Comitato deliberò che al fine di consentire l’immediato avvio delle iniziative previste, le funzioni di Soggetto Attuatore detenute dal Ministero e dalla Regione, di cui all’art. 8, comma 2 dell’AdP, siano delegate integralmente alla Sogesid S.p.A. (che aveva l’onere della progettazione) ed al Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche Campania/Molise.

Ci siamo capiti, sindaco Mirra? Andiamo appresso, perchè mentre noi a quel tempo ci occupavamo di queste cose che ci risulta semplice trovare nei nostri archivi, Lei faceva l’avvocato e ipotizzava un suo impegno diretto in politica solo nel caso che, da vero unto del Signore, da persona a cui non manca l’autostima, le avessero offerto su un piatto d’argento la candidatura a sindaco sgombrandole anche ogni ostacolo, in modo da non dover sopportare nemmeno il minimo rischio di una contesa elettorale incerta.

Nel 2013, la definizione dei lavori avvenne in un incontro tecnico presso il Comune di Santa Maria Capua Vetere. La Sogesid, con buona pace dell’obiettivo per cui era nata, cioè quello di velocizzare le procedure per arrivare ad erogare realmente i finanziamenti, si degnò solo nell’anno 2014, di effettuare i sopralluoghi.

Poi dovette pensare un altro annetto e solo nel giugno 2015, senza che il comune di Santa Maria Capua Vetere potesse interferire in nessun modo, in quella procedura ad altissimo inquinamento burocratico, inviò al comune la progettazione preliminare.

Ad ottobre 2015, dunque solo 3 mesi dopo, questa progettazione fu approvata con delibera di giunta comunale n.193.

A questo punto, bisognerà fare solo una preghiera e sperare che il burosauro si sbrigasse. Quando, dopo un anno e mezzo, sembrava che i soldi stessero veramente per arrivare, il comune, cioè l’amministrazione comunale guidata da Antonio Mirra, inviò a Sogesid la comunicazione di necessarie variazioni e implementazione degli interventi. Per carità, atto assolutamente legittimo perchè un’amministrazione comunale nuova può avere una visione diversa dell’amministrazione comunale che l’ha preceduta. Ma se i tempi si sono allungati ulteriormente di altri due anni, ciò è frutto solo e solamente di quella richiesta di revisione datata, ripetiamo, maggio 2017.

Due mesi dopo, cioè a luglio, la giunta comunale formalizzò questa modifica votando una delibera ad hoc.

Il 3 maggio 2018, cioè dopo un anno trascorso perchè il comune aveva chiesto di modificare gli interventi e non per altro, la Sogesid invió la progettazione esecutiva dei citati interventi. Emersero però “delle incongruenze emersero delle incongruenze sullo stato dei luoghi con i conseguenti sfasamenti delle previsioni progettuali“.

A quel punto, l’amministrazione comunale, che non si era fatta trovar pronta, si impegnò ad effettuare le modifiche necessarie per adeguare i luoghi agli interventi previsti dalla progettazione esecutiva.

Solo a fine 2018, il Rup ha validato la progettazione esecutiva trasmessa da Sogesid spa. Insomma, dal 2015, quando già era stata approvata dalla stessa, la Sogesid, per effetto di decisioni dell’amministrazione in carica, e anche per effetto di una carenza di adattamento al progetto esecutivo, ha dovuto spedire quest’ultimo per altre due volte, fino ad arrivare al via libera definitivo di questi giorni.