Sindaco bruciato vivo nell’auto. Saranno riascoltati tutti i testimoni. L’ingegnere Esposito Acanfora trema ancora

9 Maggio 2019 - 12:50

CERVINO  – Un delitto fondamentalmente ancora senza colpevoli. Efferato, visto che se è raro che un sindaco in carica venga ammazzato, non ricordiamo che ciò sia avvenuto con modalità tanto atroci (legato in auto e bruciato vivo) come quelle che furono utilizzate per ammazzare Giovanni Piscitelli.

Oggi avrebbe dovuto cominciare il processo d’appello. Ma l’astensione degli avvocati penalisti che dovrebbe durare tutta la settimana, ha fatto slittare l’udienza al 30 maggio. Per quel delitto è stato assolto in primo grado Pietro Esposito Acanfora, dirigente dell’ufficio tecnico al tempo di Piscitelli, ma anche oggi e sarà proprio Esposito Acanfora a comparire da imputato davanti ai giudici della Corte di Appello, in funzione del ricorso, contro quella sentenza presentato dai magistrati dell’accusa, cioè, in questo caso della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Non sarà un processo d’appello di tipo, diciamo così, ordinario, vissuto attraverso la discussione delle parti sul contenuto specifico del ricorso, ma come capita in rare occasioni, la corte di appello riaprirà il dibattimento, visto che saranno riascoltati, dunque superando ciò che è stato stampato nelle carte del primo grado, tutti i testimoni.

I boss e i ras pentiti, il molto più datato Antonio Farina, in grado di interagire in maniera indiretta con il suo mondo familiare dalla località protetta o dal carcere più soft dove presumibilmente si trova, e il più recente bidognettiani e setoliano Oreste Spagnuolo, hanno escluso coinvolgimenti della camorra in questo omicidio. Un’argomentazione utilizzata dall’accusa per indirizzare la sua attenzione su quelle che erano le pesanti problematiche interne al comune di Cervino ai tempi di questo omicidio.