STELLETTE & MAZZETTE. Il tribunale del Riesame libera dai domiciliari il luogotenente casertano Massimo Zitiello. Ma ciò nulla determina in funzione del suo destino processuale

18 Maggio 2023 - 13:00

AGG 15.03.2024 – LA POSIZIONE DI ZITIELLO E’ STATA ARCHIVIATA DAL GIP DI VELLETRI

Ci scrivono gli avvocati Eduardo Boursier Niutta e Giovambattista Maggiorelli e noi, cordialmente, pubblichiamo e rispondiamo

Buongiorno,

quali difensori del Luogotenente Massimo Zitiello più volte citato nei vostri articoli denominati MAZZETTE & STELLETTE, Vi informiamo che con ordinanza resa in data 3 maggio 2023 (allegata alla presente email), è stata annullata la misura cautelare.

Riteniamo opportuno che venga data la notizia e il giusto rilievo alla circostanza, posto che il nostro assistito si ritiene assolutamente innocente come già ampiamente documentato.

Ricordiamo infine che le contestazioni a lui mosse, costituiscono una mera ipotesi accusatoria, che evidentemente non è stata condivisa dal Tribunale del Riesame di Roma.

Cordiali saluti 

Avvocati Eduardo Boursier Niutta e Giovambattista Maggiorelli

LA REPLICA DI CASERTACE

CASERTA (g.g.) – Nei giorni scorsi siamo stati contattati dagli avvocati Eduardo Boursier Niutta e Giovambattista Maggiorelli, difensori del luogotenente dell’Aeronautica Militare Massimo Zitiello, originario di Sparanise, indagato per diversi reati nell’ambito dell’inchiesta della procura della repubblica di Velletri dalla quale è stata prodotta l’ordinanza contenente la misura degli arresti domiciliari per il citato luogotenente Zitiello.

Non avremmo avuto alcun problema a pubblicare la notizia dell‘esito favorevole del ricorso presentato

al tribunale del Riesame di Roma dai due avvocati. Un esito datato 3 maggio scorso, ma comunicatoci solamente pochi giorni or sono.

Ed è solo per questo motivo che solo oggi diamo notizia dle provvedimento di revoca degli arresti domiciliari per Zitiello emesso dai giudici per la libertà.

Dunque, il sottufficiale dell’Aeronautica è, al momento, completamente libero.

Detto questo, siccome CasertaCe è un giornale molto attivo, attento e minuzioso nel tenere la barra dritta nel racconto dei fatti di cronaca giudiziaria e siccome i nostri lettori sono stati, al riguardo, abituati molto bene, va precisato che di qui ad un mese, in linea di massima verso la metà di giugno, il Riesame dovrebbe rendere note le motivazioni della sua decisione.

E siccome non esiste una sola ragione per cui un giudice che, per l’appunto, riesamina la validità, la fondatezza di misure cautelari emesse da un suo collega, cioè da un gip, provvede alla revoca o, eventualmente, ad una mitigazione del carico afflittivo di un titolo cautelare, leggere le motivazioni, come possono ben insegnare gli avvocati Maggiorelli e Boursier Nitta, è molto importante.

Un tribunale del Riesame, infatti, può revocare un titolo cautelare perché ritiene che questo sia privo della sua architrave, costituita dai cosiddetti “gravi indizi di colpevolezza”. Ma può revocare anche perché, pur riconoscendo l’esistenza degli indizi di colpevolezza, è persuaso dal fatto che non siano più attuali le ragioni che giustificano un provvedimento cautelare che, non a caso, si chiama cautelare e non in altra maniera.

I motivi sono quelli conosciuti, classici: il pericolo di reiterazione del reato, quello di inquinamento delle prove e quello di fuga.

Ora, a occhio e croce, riteniamo che, essendo venuta meno la misura cautelare degli arresti domiciliari, il luogotenente Zitiello sia rientrato in servizio. Non conosciamo i contenuti del dibattimento svolto dinanzi ai giudici del Riesame di Roma.

Ma se, come pensiamo, Zitiello è tornato in servizio, mettendosi a disposizione dei suoi superiori dell’Aeronautica, può darsi – ripetiamo, può darsi – che il motivo della decisione del Riesame possa essere quello più strutturale, quello legato all’assenza dei gravi indizi di colpevolezza che, beninteso, rappresentano un pronunciamento non definitivo, visto e considerato che la procura della repubblica presso il tribunale di Velletri avrebbe comunque la possibilità di impugnare la decisione del Riesame, chiedendone l’annullamento, in parole povere un contro-annullamento alla corte di Cassazione.

Tutto ciò per quanto riguarda la peculiare procedura cautelare, che nulla c’azzecca con l’iter giudiziario il quale potrà portare la procura stessa a chiedere oppure a non chiedere il rinvio a giudizio per Zitiello e per gli altri indagati.

Ora, se il pubblico ministero ha chiesto l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari. Se un giudice terzo come il gip ha firmato il provvedimento, vuol dire che entrambi sono convinti dell’esistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico di Massimo Zitiello.

Se anche il Riesame avesse annullato questi arresti perché è convinto che gli indizi di colpevolezza, al contrario, non sussistono, ci troveremo dinanzi alla convinzione di due magistrati, un inquirente e un requirente, contro la convinzione di altri magistrati, ovvero coloro che compongono il collegio del tribunale del Riesame di Roma che si è pronunciato sul ricorso.

È chiaro che un’eventuale motivazione di insussistenza degli indizi di colpevolezza da parte del tribunale del Riesame non potrebbe essere ignorata dal pubblico ministero che, invece, dovrebbe farne oggetto di riflessione, anche in funzione di un possibile processo il quale, com’è noto, è preceduto da un’udienza preliminare davanti a un gup, ovviamente giudice diverso da colui che ha ordinato l’arresto.

Una riflessione resa ancora più utile dal fatto che la riforma Cartabia ha vincolato i giudici delle udienze preliminari i quali, nel momento in cui accolgono una richiesta di rinvio a giudizio formulata da un pubblico ministero, devono mettere nero su bianco i motivi perché ritengono che quell’imputato sarà passibile, secondo lui, di una “possibile condanna”.

Riassumendo i termini del ragionamento e tenendo fuori dallo stesso ciò che la Cassazione potrebbe decidere, qualora fosse adita dalla procura di Velletri, il provvedimento del Riesame non crea alcun vincolo nelle decisioni successive, relative alla processabilità di un indagato che, al momento della richiesta di rinvio a giudizio, si trasforma in imputato.

E d’altronde, in questo posto in cui si studia la procedura penale un giorno sì e l’altro pure, abbiamo incrociato decine di casi di imputati che, dopo aver beneficiato di un provvedimento favorevole, magari di scarcerazione piena, da parte di un tribunale del Riesame per assenza di gravi indizi di colpevolezza, comunque sono stati oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio, trasformata da un gup in un rinvio a giudizio e, qualche volta, con una definizione finale del dibattimento processuale rappresentata da una condanna.

Tutto ciò per motivi di chiarezza nei confronti dei nostri lettori e anche per sottolineare agli avvocati in generale che quando si rivolgono a CasertaCE lo devono fare con toni urbani, civili e con le penne basse. Perché qui, da anni, si lavora duramente, in modo da accrescere giorno per giorno la qualità delle nostre trattazioni in tema di approfondimento della cosiddetta cronaca giudiziaria.

QUI SOTTO IL DISPOSITIVO DEL TRIBUNALE DEL RIESAME