SUPERMERCATI E BANCAROTTA. ARRESTATI due cognati imprenditori e 4 indagati. Parenti usati come “teste di legno”
29 Aprile 2024 - 16:17
AVERSA (l.v.r.) – Si delinea un tipico quadro accusatorio della bancarotta, del fallimento che poteva essere evitato ma che, invece, sarebbe avvenuto attraverso la distrazione di centinaia di migliaia di euro dalla società finita a gambe all’aria, in modo da far nascere dal nulla nuove imprese “pulite”, senza debiti.
Tra imposte non pagate allo Stato e debiti accertati, si tratterebbe di un buco vicino al milione di euro.
Sono di Aversa e Casaluce i sei soggetti indagati dalla procura di Aversa Napoli Nord e dalla guardia di finanza del Gruppo di Aversa, guidati nel lavoro dal tenente colonnello Luigi Acanfora.
A finire agli arresti domiciliari sono stati M.P. e F.V., legati da un vincolo parentale – sono cognati – e residenti ad Aversa. Una decisione più lieve, invece, ovvero l’obbligo di dimora, per L.R.K, M.P., P.G. e M.P., che avrebbero avuto un ruolo secondario in questa bancarotta. Componenti della famiglia dei due arrestati sarebbero stati gli amministratori fittizi delle società che gestivano i supermercati con sede ad Aversa.
Per quanto riguarda le filiali della città normanna, a dare prova della continuazione tra la ditta in bancarotta e le nuove società “figlie” c’è anche la circostanza che tutti i beni delle imprese nuove sono sostanzialmente quelli della attività fallita. Infatti,
La finanza ha provveduto anche al sequestro due società gemmate da quella fallita, con sede in Aversa, ed è stato disposto il sequestro preventivo diretto e per equivalente di somme per complessivi 120 mila e 325 euro.