Tangentopoli a Caserta. Max Marzo rischia da 6 a 12 anni di carcere. Vi spieghiamo perché i percorsi della commissione di accesso e del tribunale sono autonomi e indipendenti

15 Agosto 2024 - 14:24

L’ultimo dei capi di imputazione provvisori contiene l’accusa più grave, quella di concussione, che sarebbe stata consumata ai danni di un’impresa subappaltatrice di lavori di riqualificazione di uno spazio attrezzato a Casolla, non solo a favore della Edil Marzo, ma anche a favore di una impresa specializzata negli arredi urbani considerata una subfornitrice di quella dell’ allora assessore ai Lavori pubblici.

CASERTA (g. g.) – Subito dopo le festività, cercheremo di acquisire le motivazioni per le quali il tribunale del Riesame di Napoli ha disposto la liberazione, dagli arresti domiciliari, dell’ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Caserta, Massimiliano Marzo e degli indagati. Abbiamo la sensazione che questa storia processuale che sicuramente porterà gli indagati o quasi tutti gli indagati alla sbarra, prima in un’udienza preliminare poi con in un processo dibattimentale, a meno che qualcuno di loro non voglia chiedere il rito abbreviato, si risolverà in una battaglia tra le parti processuali, riguardante anche l’utilizzabilità delle intercettazioni, che a seconda dell’angolo visuale da cui vengono guardate possono essere considerate questioni di carattere sostanziale o questioni di carattere meramente formale.

E se quello ordinanza c’entra anche con quello che è capitato dopo ossia con la nomina della commissione di accesso da parte del Ministero dell’Interno, è anche vero che poi i percorsi si andranno a distinguere. Per cui, se un’ intercettazione telefonica può non essere più un elemento che l’accusa può utilizzare allo scopo di ottenere una condanna penale di un imputato, quella stessa intercettazione può diventare invece un’arma fondamentale importantissima a disposizione dell’autorità amministrativa del ministero dell’interno, nel momento in cui vincola dopo aver esaminato le scontri delle relazioni della commissione di accesso sarà chiamata a decidere se sciogliere oppure non sciogliere per infiltrazioni camorristiche l’amministrazione comunale di Caserta e il suo Consiglio.

Perché, parliamoci chiaro: le intercettazioni e la loro utilizzabilità penale sono un aspetto di uno stato di diritto, che per questa particolare questione, si configura come altamente garantista. Infatti, ,ciò che una persona afferma in una conversazione intercettata è sostanza, ma puo diventare questione dirimente di forma nella procedura penale per quanto riguarda la sua utilizzabilità. È sostanza, perché sono le parole chiaramente udite che questa configurano e declinano, mentre la loro utilizzabilità è questione formale e non sostanziale, in quanto non riguarda la lettera testuale di ciò che un indagato abbia detto

La contesa sull’ utilizzabilità o sulla non utilizzabilità vale nel perimetro giudiziario, dove c’è un giudice che dovrà decidere se sarà giusto o non giusto condannare una persona, sottraendole il bene più prezioso della Libertà individuale.

Fuori da quel perimetro, il discorso dell’utilizzabilità o non utilizzabilità delle intercettazioni vale fino a un certo punto Anzi diciamola tutta vale zero, qualora le parole udite sono chiare e comprensibili Comunque, ribadendo che attendiamo con una certa curiosità le motivazioni per le quali il Riesame ha ritenuto di annullare il provvedimento del GIp di Santa Maria Capua Vetere, veniamo ad un punto dell’ordinanza che, fino ad ora non abbiamo trattato, ma che attiene ad una contestazione molto grave: stavolta non il reato di corruzione, non quello di falso in atto pubblico, bensì quello ancora più grave, ancora una volta contestato a Massimiliano Marzo, di concussione aggravata del pubblico ufficiale, che il codice penale, all’articolo 317, punisce con pene che vanno dai 6 ai 12 anni di reclusione.

Ma non è l’aspetto penale della questione che noi vogliamo affrontare. Perché, anche quando si discuterà di questo capo in un’aula di tribunale, le difese avranno a disposizione delle armi, a nostra avviso, più impugnabili nella stiva delle questioni formali che in quella delle questioni sostanziali , per contestare la validità fondata prima di tutto su una struttura di intercettazioni, nel caso di questa contestazione, ben 4, ma anche su alcune fatture emesse dalla solita Edil Marzo.

Ma non solo da questa, ma anche da un’azienda che i pubblici ministeri considerano una subfornitrice di Edil Marzo.Si tratta della De Luca Arredi srl.

Ripetiamo, questa le intercettazioni e le fatture elementi di prova secondo la procura della Repubblica Per la contestazione del grave reato di concussione a Marzo , non costituiranno, per il motivo appena detto, solo oggetto di costruzione dibattimentale tra le parti processuali, ma anche un elemento che, sicuramente, la Commissione d’accesso, ossia l’organismo amministrativo, spedito a Caserta dal Ministero dell’Interno per stabilire se nella vita recente dell’amministrazione comunale del capoluogo, ci siano state o meno infiltrazioni malavitose.

Le parole pronunciate dall’indagato in conversazioni intercettate saranno ascoltate attentamente dalla Commissione d’accesso e saranno valutate nell’ambito della propria attività e della finalizzazione della stessa.

Siamo anche stanchi di dirlo, ma abbiamo voluto svolgere un ulteriore sforzo per ribadirlo per l’ennesima volta, perché qui a Caserta si fa una gran confusione nella valutazione di ciò che è una Commissione di accesso rispetto a ciò che è un organismo giudiziario. Le intercettazioni saranno ascoltate con orecchie differenti, un’immagine, questa, che con cui proviamo ad articolare un esempio elementare allo scopo di farci capire. É la visuale ad essere differente. Se è vero, infatti, che la Commissione d’accesso, nominata per il Comune di Caserta, è anche figlia dell’ordinanza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è ancor più vero (solo in questo articolo lo abbiamo scritto due volte, in altri almeno 10 volte complessivamente), che le due attività operative si divideranno e percorreranno strade diverse, in quanto il corpo delle leggi e delle norme in queste contenute, strutture al nostro Stato di diritto, dice ineluttabilmente questo

Per cui, il peso di quelle intercettazioni potrà essere diverso, rispetto al valore dirimente che gli potrà attribuire un collegio giudicante, che applica il diritto penale e la procedura penale rispetto alla valutazione della Commissione di accesso e, successivamente, rispetto a quella del Ministero dell’Interno, visto che ne’ la commissione d’accesso, né il Ministero dell’Interno, organismi del diritto pubblico – amministrativo, hanno, ad esempio, il problema di apporre, sotto alle citate intercettazioni, un timbro in base alla loro formale utilizzabilità o alla loro inutilizzabilità.

La vicenda specifica di oggi, di cui, dal 13 giugno, data di esecuzione dell’ordinanza, fino ad adesso, non abbiamo ancora avuto il tempo di scrivere, inizia il 17 settembre del 2021, ossia a pochissimi giorni di distanza dalle ormai famigerate elezioni comunali. In quella data, l’amministrazione comunale aveva appaltato alla Artemide srl di Alfonso Diana, imprenditore incardinato nei suoi natali, come sempre o quasi sempre successo negli appalti degli ultimi anni, con un anagrafe sempre e comunque collegata a quei territori, nella rinomatissima area delimitata dal perimetro dei comuni di Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano d’Aversa, i lavori di riqualificazione un’area attrezzata tra via de Renzi e via Croce, nella frazione di Casolla.

Qualche mese dopo, , precisamente il 22 aprile del 2022, l’ Artemide dà in subappalto questi lavori dopo averne compiuti pochi direttamente, nell’arco di due mesi, precisamente dal febbraio 2022 quando erano cominciati, all’aprile 2022, ad un’altra impresa, la Mjura srl di Giovanni Diana. Questa Miura, secondo i magistrati, viene costretta da Massimiliano Marzo, di qui l’accusa di concussione, a compiere una serie di acquisti alla Edill Marz, neo interdetta Antimafia.

Quattro fatture per una cifra complessiva di 94mila euro circa, insomma quasi 100mila, euro che rendono la Miura cliente dell’azienda di cui Massimiliano Marzo, all’epoca assessore lavori pubblici, è comproprietario al 50% col fratello e amministratore unico, dunque anche legale rappresentante. Un’azienda di cui la Miura non era stata mai, fino ad allora, cliente o, almeno, non lo era stata n per le cifre spese dopo aver acquisito il subappalto dei lavori di Casolla. Ma la storia non finisce qui, perché, sempre secondo la ricostruzione dei magistrati della procura Repubblica, Massimiliano Marzo avrebbe coinvolto dell’operazione anche un’altra impresa, per l’appunto la già citata De Luca Arredi srl, il “subfornitore” della Edil Marzo.

Giovanni Diana, con la sua Miura, avrebbe dovuto spendere ancora, come, fatture alla mano, si è già dimostrato che spese effettivamente, da De Luca arredi di Salvatore De Luca, 6039 euro.

Ma fatto ancora più grave, la telefonata con la quale viene chiesta alla De Luca Arredi di preparare la pavimenta anti trauma, la fa Massimiliano Marzo impersona. E la fa come imprenditore, in quanto definisce la Miura srl di Giovanni Diana “una sua cliente”. Ricapitolando, qui c’è l’affidatario di un subappalto, procedimento nel quale un assessore ai Lavori pubblici può svolgere una funzione, chiamiamola così, di persuasione Subito dopo, il subappaltario diventa un proprio cliente, ossia un cliente della propria azienda di cui l’assessore ai lavori pubblici è contitolare con il proprio fratello, ma, soprattutto, è Amministratore unico e, conseguentemente, legale rappresentante. Di qui, l’accusa di concussione ai danni di Massimiliano Marzo.