TEANO. L’edicola votiva del Caldara in pessimo stato. L’appello dell’architetto Balasco alla Soprintendenza: “Salviamola”

31 Gennaio 2022 - 09:00

TEANO (Pietro De Biasio) L’edicola del Caldara versa in pessimo stato di conservazione e l’architetto Alfredo Balasco si appella alle Istituzioni, al Ministero della Cultura, alle associazioni locali e nazionali affinché ci sia maggiore attenzione nel preservare un pezzo di arte e cultura della città di Teano. Si tratta della preziosa opera pittorica di Domenico Caldara pittore di corte di Re Ferdinando II di Borbone inserita nell’edicola votiva posta nella facciata di un palazzo di Corso Vittorio Emanuele II. Non solo un’opera d’arte, dunque, ma una testimonianza storica di un periodo che ha visto la città sidicina imponente nella sua grandezza che cattura l’attenzione di chi si trova a transitare nel centro storico. Per il noto architetto sidicino il dipinto rischia di scomparire in modo irreparabile perché presenta gravi problemi di conservazione e di infiltrazioni.

Da qui arriva il suo appello alla Soprintendenza Archeologica di Caserta affinché “eserciti una doverosa azione di tutela per il suo importante valore artistico e culturale adottando tutti i provvedimenti necessari per scongiurarne la definitiva distruzione”. Ma soprattutto per l’arch. Balasco è indispensabile “avviare la procedura di vincolo di tutela ai sensi del D. Lgs 42/2004” per scongiurare la rovina definitiva della pregevole opera del Caldara oggi purtroppo esposta a grave rischio.

Con una breve nota conclusiva sottolineamo due aspetti importanti. L’edicola con il suo contenuto è un bene di pertinenza del palazzo di proprietà privata che non può trascurare un’opera di considerale pregio artistico. Anche l’amministrazione comunale, infine, può richiedere il vincolo di cui sopra a nome e nell’interesse della comunità.

CasertaCe tornerà ancora a denunciare lo stato di degrado di molti dei luoghi simbolo del territorio sidicino. Una città ricca di storia, di cultura, ma che guarda troppo poco a questo patrimonio lasciato spesso al proprio destino senza un briciolo di cura o valorizzazione.